varie, 5 agosto 2010
SCHEDONE SUI DECRETI ATTUATIVI DEL FEDERALISMO FISCALE
Il Federalismo fiscale è diventato legge il 5 maggio 2009, (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 6 maggio) ed è entrato in vigore il 21 maggio 2009.
Il 29 aprile 2009 il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge delega sul federalismo fiscale.
Il federalismo fiscale per diventare operativo necessita di una serie di provvedimenti che si snodano nell’arco di 7 anni: 2 anni per l’attuazione e 5 di regime transitorio.
COMMISSIONI Gli organismi tecnici istituiti dalla legge delega sul federalismo fiscale:
• una Commissione bicamerale composta da 15 deputati e 15 senatori incaricata di verificare l’attuazione del federalismo fiscale e di riferire ogni sei mesi alle Camere;
• una Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria;
• una Commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale composta da 30 tecnici provenienti per metà dall’amministrazione dello Stato e per metà dalle amministrazioni regionali e locali;
• una Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica istituita presso la Conferenza unificata.
ITER LEGISLATIVO Dopo il via libera definitivo del disegno di legge, il governo è tenuto ad emanare i decreti attuativi della delega. Il primo di questi decreti deve esserre approvato entro un anno dal sì al ddl (sul federalismo demaniale, è stato approvato il 20/5/2010).
Gli altri decreti attuativi devono essere emanati entro due anni dall’entrata in vigore della legge.
I decreti vengono approvati in prima lettura dal Consiglio dei ministri; il testo passa poi al vaglio delle commisioni parlamentari e della Conferenza unificata, poi arriva alle Camere, dove il passaggio è solo per un parere del quale il governo può non tener conto. Il testo torna infine al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva.
Il governo avrà poi tempo altri due anni per i dl correttivi.
Come ha ricordato domenica 1/8 sul Sole 24 Ore il ministro Roberto Calderoli: «La delega sul federalismo supera i termini della legislatura». Cioè, anche la caduta dell’attuale governo e una chiamata anticipata alle urne non fermerebbero l’iter dei provvedimenti approvati.
DECRETI In base alla delega, il governo è tenuto a indicare in uno dei decreti attuativi un termine al partire del quale, al massimo entro 5 anni, dovrà essere completato il passaggio dalla spesa storica al costo standard. Questo significa che l’entrata a regime effettivo del federalismo fiscale non può andare oltre il 2016.
Secondo quanto detto dal ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, il calendario per i decreti attuativi è il seguente: prima della pausa estiva sono stati approvati dal Cdm tre dlgs (fabbisogni standard, Roma capitale e fisco comunale); i tre successivi (costi standard, province e regioni) giungeranno dopo le vacanze, quando si discuterà di come e quando cancellare l’Irap; da gennaio 2011 ci si concentrerà sulle riforme costituzionali (riduzione dei parlamentari, rafforzamento del premier, nascita del Senato federale).
• Primo decreto attuativo: relativo al federalismo demaniale. È stato approvato in via definitiva il 20 maggio 2010. Prevede la cessione a titolo gratuito ai Comuni di 9.127 immobili, 9.832 terreni e circa 70 piccoli aeroporti. Miniere, spiagge, laghi e fiumi passeranno a Regioni e Province.
• Secondo decreto attuativo: su Roma Capitale. Approvato dal Cdm il 18 luglio 2010, deve passare al vaglio della Commissione bicamerale di attuazione e dovrebbe essere approvato definitivamente dal Cdm entro il 20 settembre.
• Terzo decreto attuativo: sui fabbisogni standard di Comuni e Province. Il testo è stato approvato dal Cdm il 22 luglio 2010. Deve essere esaminato dalla Conferenza Stato-Regioni e dalla commissione bicamerale per il federalismo fiscale per poi tornare dopo l’estate in Cdm per il via libera definitivo.
• Quarto decreto attuativo: sull’autonomia impositiva dei comuni. Approvato in prima lettura il 4 agosto 2010 dal Consiglio dei ministri, in attesa di passare al vaglio delle commissioni parlamentari e di essere rivotato dal Cdm.