Richard Newbury, La Stampa 5/8/2010, pagina 21, 5 agosto 2010
La saggia abitudine che salvò un popolo - Un inglese, anche se è solo, forma una coda ordinata», ha scritto l’emigrato ungherese George Mikes nel suo «Come essere uno straniero»
La saggia abitudine che salvò un popolo - Un inglese, anche se è solo, forma una coda ordinata», ha scritto l’emigrato ungherese George Mikes nel suo «Come essere uno straniero». Mikes, rifugiato dopo la rivolta ungherese del 1956, notò altre peculiarità della lingua inglese per i non iniziati: «Sul continente hanno buon cibo, in Inghilterra le persone sanno stare a tavola». E ancora: «Sul continente le persone hanno una vita sessuale, gli inglesi hanno bottiglie di acqua calda». Adesso, secondo la Guida Michelin, Londra è la capitale mondiale della gastronomia, mentre il consiglio alle spose per la prima notte di nozze non è più «Sta’ ferma e pensa all’Inghilterra». Forse non è vero nella metropoli, dove il 30 per cento della popolazione è nato all’estero e una buona percentuale sono turisti. Tuttavia la mia indagine, condotta questa settimana sui mezzi pubblici e nei negozi di Cambridge e di Londra, entrambi luoghi multi-etnici, dimostra che la coda è ancora viva e vegeta. La mia esperienza di pendolare in Italia, d’altra parte, mi dice che all’aeroporto di Stansted inglesi e italiani si mettono in coda alla maniera inglese, mentre i passeggeri a Caselle si adeguano all’uso italiano di non fare la coda. Nel giugno 1940, in previsione dell’imminente invasione tedesca dopo che l’esercito britannico si era messo in coda, immerso fino alle orecchie, per essere evacuato da Dunkerque, Churchill fece affiggere manifesti che raccomandavano di «Stare calmi e tirare avanti». In altre parole, «Stare in coda». Mantenere la fila ha fatto vincere la guerra, si trattasse del razionamento che impedì al Paese di morire di fame o delle file di navi, cariche di cibo, che attraversavano l’Atlantico. Fare la coda funziona, se credete nella correttezza, perché «uno scambio equo non è rapina». L’antico diritto anglosassone, che è all’origine della common law, ha le sue radici proprio nell’«equità» e anche in ciò che una giuria trova «giusto». Basta pensare che gli inglesi hanno creato nuclei familiari e non clan. I nuclei familiari hanno bisogno di un sistema di interazione «equo» e «affidabile» con altri nuclei familiari - e di non essere «raccomandati» da padrini. Di qui il «fair play» della coda, grazie al quale si è sicuri di essere serviti al proprio turno. Ciò che controlla la coda è la differenza tra il dramma e il teatro. Gli italiani sono «drammatici». Prevalgono spettacolo e rumore, ma «è tutto rumore e furore che non significa niente», come disse Macbeth. Gli inglesi, invece, sono «teatrali». Se si «salta la coda», all’inizio ci sarà soltanto un silenzio generale. Ma se questo non funziona, scatta il rimprovero aspro, sia dei passeggeri che del guidatore, e poi la retrocessione alla fine della coda.