ANDREA MALAGUTI, La Stampa 5/8/2010, pagina 21, 5 agosto 2010
Niente coda, siamo inglesi. Il mito va in frantumi - Indisciplinati come indiani, aggressivi come italiani, rumorosi come arabi, insofferenti come francesi
Niente coda, siamo inglesi. Il mito va in frantumi - Indisciplinati come indiani, aggressivi come italiani, rumorosi come arabi, insofferenti come francesi. Attraverso una ricerca commissionata per la Barclays e la Barclaycard, e rivelata ieri dal Daily Telegraph, gli inglesi scoprono all’improvviso di non essere più in grado di rispondere al primo comandamento del loro codice genetico, la quintessenza della loro esistenza, della loro tradizione e della loro cultura: le file sono sacre. Lo erano. Nei negozi, nelle banche, in posta, ma anche alla fermata di un autobus, un londinese medio perde la pazienza come un argentino nevrotico dopo due minuti appena, tre in meno di quelli che avrebbe sopportato tre anni fa, secondo un’indagine analoga. Cos’è successo nel frattempo? Secondo lo studio, a far precipitare l’equilibrio emotivo dei sudditi di Sua Maesta è stata l’esplosione di internet. La vita è più veloce e, con un clic, ogni cosa arriva direttamente a casa: cibo, mobili, dvd, viaggi in aeroplano, con una pericolosa tendenza ad atrofizzare le gambe. «Le nuove generazioni non sono abituate al supermercato, tanto meno a mettersi in coda per comprare dei pomodori o dell’insalata, sanno che basta aprire il pc per risolvere il problema», insiste la ricerca. Una mutazione genetica da drogati del mouse. Regole ferree D’altra parte - si legge tra i dati di questa disfatta epocale - persino la mitica capacità di aspettare l’autobus senza battere ciglio come studenti cinesi in visita alla Città Proibita, era dettata più dalle circostanze che da una scelta matura. «I nostri mezzi di trasporto tradizionali hanno sempre avuto due piani ma una sola entrata, a differenza degli autobus del resto d’Europa che ne hanno due o addirittura tre». Non educati, dunque, costretti piuttosto. «C’è un’altra molla che stimola l’impazienza: meno l’acquisto è costoso e più l’urgenza di andarsene cresce, una lezione che i rivenditori al dettaglio devono imparare per non essere condannati a una radicale riduzione degli affari», commenta Stuart Neal, capo della ricerca. Eppure, eternamente certi della correttezza dei propri comportamenti, consapevoli della fragilità universale del sistema nervoso, gli inglesi hanno cercato di darsi regole ferree di comportamento in ogni manifestazione della propria vita sociale, dai club della caccia alla Camera dei Comuni. Sul pavimento che separa il banco dell’ opposizione da quello della maggioranza spiccano due evidenti linee parallele che nessun parlamentare può valicare. La distanza tra le strisce è esattamente quella che passa tra l’impugnatura e la punta di due spade che si sfiorano sul pavimento, una di fronte all’altra. «Il confine tra il bene e il male, tra il sangue e la pace. Mai incrociare le punte, diversamente è scontro e quando si comincia a combattere non ci si ferma finché qualcuno rimane a terra», chiarisce lo storico Andrew Millighan. «Ed è questo il motivo per cui è meglio non parlare di donne e di politica con un britannico, specialmente per voi italiani che avete un approccio eccessivamente disinvolto. Gli inglesi cercano di non lasciarsi trasportare dall’istinto, ma sono guerrieri nell’anima. Esempi sbagliati Chi li sfida deve essere pronto a pagarne le conseguenze». No-emotional, mai essere emotivi, ecco la parola chiave, almeno nella vecchia Gran Bretagna. Un libro di viaggio di successo pubblicato nel 2008 dal titolo «Rough Guide to England» (una sorta di guida alle cattive abitudini degli inglesi) sottolinea infatti che le nuove generazioni sono più abituate al alla birra che al tea delle cinque. «D’altra parte sarà un caso se a guidare la nostra nazionale c’è un italiano?». Il modello di rifermento non è più Sua Maestà la Regina, fotografata col foulard di seta mentre elegante rientra assieme alla famiglia reale dalla crociera in Scozia, piuttosto l’irascibile Wayne Rooney, attaccante della nazionale, che alle cinque di mattina, alticcio e con la sigaretta in bocca, si fa immortalare dal «Sun» fuori da un pub mentre canta a squarcaigola abbracciando gli amici e utilizza elegantemente i muri come bagni sussidiari. La moglie Coleen, con un vestito firmato da ottomila sterline, verde, lo guarda imbarazzata come si fa con i barboni.