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 2010  agosto 05 Giovedì calendario

LA SCALATA ALLA RAI DEL FRATELLO DELLA TULLIANI

Il dossier è finalmente arrivato sul tavolo del consiglio di amministrazione Rai che oggi dovrà decidere se dare il via libera, rinviare o bocciare. Sulla copertina solo un titolo “Mia madre”. È lo stesso di una fiction-mini serie in due puntate sull’emigrazione dalla Calabria a Torino negli anni Sessanta. L’ipotesi era stata inserita nei programmi editoriali già esaminati dalla Rai. Ma un via libera formale, di quelli che approvano piani finanziari e costi di produzione, non era mai arrivato.
Eppure non si tratta di un miniimpegno: circa 5 milioni di euro. Già spesi, perché mentre il dossier dormiva sotto la polvere rinviato di consiglio in consiglio, la fiction nel frattempo è già stata girata a maggio e il prodotto finito e pronto ad essere consegnato chiavi in mano: l’hanno interpretata Ricky Tognazzi e Bianca Guaccero. La società di produzione si chiama Ellemme group. Il produttore è Massimo Ferrero, detto anche Viperetta. Di quei soldi ha proprio bisogno, perché il suo gruppo, diversificato in mille settori (produzione cinema e tv, compagnie aeree, gestione multiplex e sale cinematografiche sparse in tutta Italia) non si trova nel migliore dei momenti possibili. I creditori bussano alla porta e mandano i tribunali a riscuotere. Le banche hanno stretto i cordoni della borsa. Ma quei soldi così necessari non sembrano affatto in dirittura di arrivo. C’è maretta all’interno del consiglio di amministrazione Rai, e anche alcuni consiglieri di maggioranza sembrano intenzionati a votare contro la fiction. Viperetta rischia di lasciare così un altro fianco scoperto del gruppo, dopo qualche guaio capitato negli ultimi mesi alla sua compagnia aerea, la Livingston, specializzata in voli charter (ha anche acquisito alcune rotte della Lauda Air). Il trasporto aereo non brilla di questi tempi, e la Livingston ha chiuso il bilancio al 31 ottobre 2009 con una perdita di 6,2 milioni di euro. A metà giugno però uno dei creditori, la Sea che gestisce gli aeroporti milanesi, ha deciso di passare alle maniere forti dopo che un debito da 8 milioni di euro più volte rischedulato non aveva visto nemmeno una rata pagata. Azioni risarcitorie a parte da quel giorno Livingston deve pagare prima di alzarsi in volo il dovuto a Sea anticipatamente e per contanti.
INCONTRI IMPORTANTI
Ferrero-Viperetta rischia per la prima volta in questi anni di scivolare davvero su una buccia di banana, e si può essere certo che non lo farà senza combattere. Ma l’aria in Rai non è delle migliori. Il direttore generale, Mauro Masi vorrebbe tenersi lontano mille miglia da quel dossier. I due si conoscono da tempo sia grazie a un comune amico, Geppino Afeltra, organizzatore di eventi tv ed ex manager di Gigi D’Alessio, sia perché la ex compagna di Masi, Susanna Smit, gli fu presentata proprio da loro. I rapporti erano eccellenti, ma l’imbarazzo di Masi è naturale ogni volta che si tratta di passare in consiglio commesse ottenute da Geppino o da Viperetta. Oltretutto da quando il rapporto sentimentale del direttore generale della Rai con la Smit è cambiato (si sono lasciati), i due non fanno più conto sul canale personale diretto che avevano al vertice dell’azienda (e che per altro cercava spesso di fuggirli per evitare qualsiasi conflitto di interessi). Annusando l’aria e vivendo sia l’uno che l’altro di contratti con la Rai Geppino e Viperetta da più di un anno si erano preparati una carta di riserva, una sorta di passepartout che potesse aprire le porte che servivano nel grande palazzo della televisione di Stato. Fu così che incontrarono un giovane ragazzo dal cognome importante: Giancarlo Tulliani. Quando lo conobbero lui diceva di essere già ricco, si presentava sempre con belle ragazze e sosteneva di fare l’immobiliarista. Gli proposero di associarsi in un mestiere sicuramente redditizio dove se si fossero avute le amicizie giuste, si poteva vivere di reddito fisso: la tv. Meglio, la tv di Stato. Il discorso era semplice: in Rai il centro destra è sempre contato, ma ha avuto soprattutto un marchio sicuro: Alleanza Nazionale.
QUESTIONE DI COGNATI
Avere con sé il cognato del leader di quel partito, Gianfranco Fini, avrebbe significato farsi aprire ogni porta fin lì socchiusa. Fu così che nacquero prima la Giaint entertainment group, poi la Giaint Entertainment srl e infine la At media srl. Quest’ultima sigla è estesa al registro della Camera di commercio di Roma con il nome di Absolute television media. Un nome che non ha praticamente alcun significato. Nel settore però sanno bene cosa significhino quella A e quella T: Afeltra e Tulliani. La famiglia Tulliani è infatti il socio di riferimento, con il 60 per cento attraverso la mamma di Giancarlo ed Elisabetta, Francesca Frau. Il restante 40 per cento appartiene alla Immediate group srl di via Monte Zebio a Roma. Amministratore unico è Luciano Fasoli. Soci Matteo Fiorillo, salernitano come Afeltra e come lui organizzatore di eventi musicali (hanno anche collaborato insieme) e Francesca Rogano, assistente di Afeltra. Terzo socio fino a un anno fa era Roberto Quintini, giornalista e produttore free lance molto legato ad An, da anni collaboratore Rai. Poi lui ha venduto a Salvatore Turchi, che con Afeltra organizza il Venice Music Awards. Le impronte di Afeltra, manager che tende a non comparire mai, si trovano dunque dappertutto nella avventura tv dei Tulliani. Interessi comuni a parte, sono comunque Afeltra e Viperetta ad insegnare il mestiere tv a Tulliani, fin lì giovane immobiliarista cognato di Fini. Non a caso l’esordio del ragazzo di buona famiglia nella tv di Stato si chiama “Italian fan club music awards”, una specialità di Geppino.
Viperetta dal canto suo insegna a Tulliani il duro mestiere dei cinematografari, che lui ben conosce dalle fondamenta, avendo iniziato come comparsa e dopo avere bruciato tutte le tappe essendo divenuto produttore. Con i primi rudimenti imparati Tulliani apparve l’anno scorso al mercato dei diritti cinema e tv di Cannes, pronto a comprare e rivendere per terzi. Si sussurra che l’abbia fatto anche per la Rai, mail contratto ufficiale di cui molti parlano in azienda non è ancora saltato fuori. Chissà se è proprio il nuovo mestiere imparato così rapidamente ad avere portato il fratello di Elisabetta a spostare la sua residenza fiscale a Montecarlo, nella ormai celebre casa che fu di An grazie all’eredità della contessa Anna Maria Colleoni. Certo da quel giorno il trio si è materializzato più volte in Italia. Cercavano insieme di fare acquisti.
ACQUISTI SELVAGGI
È accaduto anche alla fine del 2009 a Torino, dove Viperetta, Tulliani e Afeltra hanno invitato a cena un imprenditore che con la sua società da anni era fornitore ufficiale della Rai, regolarmente iscritto all’albo. Nel menù una sola richiesta: acquistare la società. Tulliani diceva che non c’era problema di prezzo. Lo aveva fatto capire recandosi all’appuntamento su una Ferrari testarossa, accompagnato da una ragazza assai appariscente. All’imprenditore erano disponibili a lasciare una quota e vantavano di potere fare crescere il fatturato dell’azienda con “numerosi contratti Rai”. Forse sfoggio muscolare, un pizzico di millanteria. Forse no. Certo a loro quella come altre società interessavano per un motivo assai semplice: At media lavorava con la Rai da qualche tempo, i contratti erano interessanti (circa due milioni di euro di commesse nell’ultimo anno), ma la società aveva una debolezza evidente: non era iscritta nell’albo dei fornitori Rai. Era esposta così a polemiche e anche a ricorsi dei concorrenti. Anche l’accreditamento iniziale con le strutture più rilevanti di viale Mazzini, avvenuto grazie alla rete di rapporti di Roberto Quintini (giornalista già dipendente di Endemol con cui è in causa e poi con un breve passaggio al gruppo La Presse), stava traballando. Quintini di fronte alle prime polemiche era uscito dalla compagine societaria, pur senza interrompere i rapporti, e aveva iniziato a trattare contratti e collaborazioni per sé (trattava ad esempio la confezione di tre canali via web di Radio Rai). In queste condizioni solo acquisendo una società già in regola con gli appalti della Rai si sarebbe messa al sicuro At media, la nuova gallina dalle uova d’oro. Salvata la forma, usando il cognome TullianiFini come passepartout in viale Mazzini, il trio pensava di avere blindato l’operazione. Ma l’acquisizione non è arrivata, e grande parte dei contratti sono emersi pubblicamente quando nessuno se l’aspettava. Suscitando polemiche che non solo rischiano di azzoppare At media quando ormai tutto sembrava filare liscio, ma anche di ritorcersi contro i protagonisti. Come dimostra la fiction di Viperetta che oggi affronterà la sua battaglia frontale con il consiglio di amministrazione della Rai.