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 2010  agosto 05 Giovedì calendario

INCENDI IN RUSSIA ALLARME SITI NUCLEARI

Centri nucleari sgombrati, un’intera base aerea della marina andata in fiamme, decine di morti e migliaia di persone intossicate, anche nella metropolitana di Mosca. Di fronte a una emergenza che non ha precedenti nella storia russa, il primo ministro Vladimir Putin corre dappertutto per incoraggiare i pompieri eil presidente Dmitrij Medvedev torna dalle ferie per licenziare i militari responsabili del disastro: «Altro che proteggerci. Il minister o del l a Difesa nonriesce nemmeno a salvare le sue strutture», ha dichiarato, furioso, davanti alle telecamere.
Le preoccupazioni maggiori venivano dall’ex base segretissima di Arzamas 16 che è ancora una città «chiusa». In epoca sovietica non appariva nemmeno sulle carte geografiche e gli abitanti avevano sui documenti la residenza in un’altra località. Ad Arzamas si facevano esperimenti, si producevano le bombe al plutonio.
Oggi si chiama Sarov e si fabbricano ancora le bombe atomiche. Ieri, quando gli incendi si stavano avvicinando, è stata ordinata l’evacuazione. In pericolo sarebbero stati anche gli impianti di un altro centro nucleare a Novovoronezh, ma per fortuna le fiamme sono state fermate prima. Il grande calore ha comunque costretto gli addetti a bloccare un reattore perché i trasformatori erano andati in tilt.
Incendi ovunque, dicevamo, a causa di un’ondata di calore che non ha precedenti da quando vengono conservati i dati ufficiali (130 anni). A Mosca da metà giugno si soffoca, con temperature che in questi giorni sono assestate attorno ai 37 gradi. Le case sono di cemento armato, con grandi finestre e senza persiane (i condizionatori sono pochissimi). In questo periodo il sole sorge alle 5 e mezza e tramonta quasi alle 10. Gli appartamenti sono incandescenti.
Attorno alla città ci sono centinaia di incendi; in tutta la Russia sono andati distrutti 6700 km quadrati di boschi, un territorio grande quasi come l’Umbria. Il fumo è intensissimo e arriva dappertutto: i treni della metropolitana fanno da stantuffo e spingono il fumo dentro i tunnel così che anche sotto terra non si respira.
Bruciano i boschi, bruciano le torbiere, bruciano le case. Putin è accorso in due città, prima a Nizhnij Novgorod dove è stato contestato, poi a Voronezh, dove è stato accolto da una folla esultante. Tra le due visite il primo ministro ha promesso indennizzi di due milioni di rubli (50 mila euro) per ogni casa andata distrutta. Così adesso i giornali dicono che la gente dà apposta alle fiamme le isba e le dacie per prendere i soldi del governo.
Sembra che al vertice un po’ tutti abbiano preso la cosa sottogamba, fino ad ora. I militariera no invacanza mentre i boschi bruciavano.
Così giovedì scorso, nella regione di Kolomna, sempre vicino Mosca, gli incendi hanno raggiunto 13 hangar della marina, provocando danni ingenti. In un primo momento la Difesa ha negato che fosse successo alcunché. Poi sono filtrate voci che parlavano di 200 aerei distrutti. Una catastrofe.
Adesso Putin e Medvedev hanno deciso di dare una sferzata al Paese, anche se qualcuno dice che è il solito scaricabarile alla russa.
Saltano un po’ di alti ufficiali, come ai tempi del sottomarino Kursk che nel duemila affondò con l’equipaggio, e gli altri si salvano. Il Cremlino ha anche accettato aiuti dall’estero: dall’Italia arriveranno due Canadair. Per stare tranquilli, in ogni caso, le autorità di Mosca hanno imposto particolari restrizioni ai movimenti dei giornalisti.