Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  agosto 05 Giovedì calendario

Intervista a Gigi Marzullo - Buongiorno Gigi Marzul­lo, come trascorrerà il resto dell’estate? «Assolutamente in ozio, senza programmi prestabili­ti, andando dove mi porta il cuore

Intervista a Gigi Marzullo - Buongiorno Gigi Marzul­lo, come trascorrerà il resto dell’estate? «Assolutamente in ozio, senza programmi prestabili­ti, andando dove mi porta il cuore. Prima tappa, Forte dei Marmi, un po’ di Puglia, infi­ne Capri. Una vacanza senza palinsesto». Solo riposo o resta connes­so? «Sono in onda anche in ago­sto con alcune puntate orga­nizzate in anticipo». Gigi Marzullo tiene accesa la notte di Raiuno anche in piena estate. Cinematografo , Applausi , Sottovoce sono le stelle del palinsesto della rete ammiraglia. Dieci per cento medio di share, molto pubbli­co giovane anche vista l’ora della messa in onda, spesso oltre l’una,27 anni di militan­za Rai: Marzullo concede ra­re interviste perché «è più dif­ficile dare risposte che fare domande». Anche d’estate non si fer­ma... «Mi riposo isolandomi, ma sempre stando con gli altri. La mia compagna ama il ma­re e va in spiaggia, io non lo amo e sto seduto al bar. An­che se sono sempre pronto per un tuffo. Mettiamola co­sì: coltivo la solitudine, ma guai a restare da soli». La sua giornata tipo... «Sveglia quando capita, co­lazione, lettura dei giornali. Pranzo con gelato o frutta. Po­meriggio al bar, poi shopping virtuale, soprattutto negozi di orologi. La sera aperitivo, cena in posti sempre diversi, genere trattorie con tovaglie a quadri. Raramente un loca­le dove tirare tardi. Non bal­lo, ma mi mette allegria guar­dare gli altri che lo fanno.L’at­tività principale del mio ozio estivo è osservare gli altri». La sua estate sedentaria che letture contempla? «Mi sono portato due libri dello Strega, la Avallone e Pennacchi. Poi vado molto al cinema, all’aperto». Quest’estate come la defi­nirebbe? «È un’estate strana, come se non fosse estate piena. C’è meno gente del solito. Non c’è l’esasperazione di qual­che anno fa. Meno ressa, me­no mondanità. Un’estate soft». Più coatte le ragazze «der calippo e ’na bira» o Coro­na fermato per la decima volta senza patente? «Per me non è coatto nessu­no. I coatti sono quelli che lo fanno, che fingono. Ma se si è sinceri, va bene tutto. An­ch’io potrei sembrare strano perché porto i capelli lunghi superata la cinquantina...». Non li taglia nemmeno con il caldo? «Al massimo li spunto». L’estate calippa è fatta di revival anche in politica? «Di tanto in tanto l’antico ri­torna. Si va a cicli come nel calcio». Si torna a parlare di gover­ni tecnici, di terzo polo... «Io la politica non la prati­co, sono un osservatore, leg­go i giornali». Come si definirebbe Gigi Marzullo? «Esternamente tranquillo, agitato dentro. Devo media­re con­me stesso perché l’agi­tazione non prenda il soprav­vento. Amo il mio lavoro, ho qualche amico, una compa­gna sulla quale posso conta­re. Sono un provinciale che vi­ve bene il mondo». L’agitazione a cosa è dovu­ta? «Al pensiero della morte. Sono molto attaccato alla vi­ta che faccio e vorrei conti­nuare a farla per centomila anni. Temo le malattie, il do­lore, ho le mie fobie». La morte di persone care? «Ho perso mio fratello e so cosa vuol dire. La morte è un’impostura, lo dico perché sono fortunato a fare la vita che faccio». Marzullo il conduttore di notte, o Marzullo lo «spet­tautore », lo spettatore-au­tore: in quale si riconosce? «Meglio la seconda. Lo spet­tautore è un po’ complicata ma è più calzante. Il mio an­dare al cinema e a teatro è di­ventato un modo di fare tele­visione ». La divisione tra gusti del pubblico e della critica è di­minuita o aumentata in questi anni? «Sono più i casi in cui i gusti divergono di quelli in cui con­vergono. Certo, i critici sono più razionali, ma ciò che scri­vono non è vangelo». Con la pratica dello sdoga­namento, dello stracult, la distanza non si è un po’ ri­dotta? A Venezia ci sarà una retrospettiva dedica­ta alla comicità... «È giusto sdoganare la com­media e i cinepanettoni, la gente li ama. La comicità ha fatto la storia del cinema e non può rimanere all’ango­lo. L’errore era ghettizzare questi generi. Anche i critici devono fare autocritica. Inve­ce nessuno critica i critici, che continuano ad essere una casta a cominciare da quelli televisivi...». Qualcuno in particolare? «Penso a quei critici che so­no stati sconfitti quando so­no passati dall’altra parte del­la barricata e che, per questo, potrebbero essere meno spie­tati ». Che cosa pensa dell’esclu­sione di Pupi Avati dalla Mostra di Venezia? «Aveva tanta voglia di con­correre e dunque capisco la sua amarezza. Avati ha otte­nuto un risultato perché sia­mo qui a parlare del suo film». I suoi registi preferiti? «Avati è uno di questi, poi mi piacciono molto Tornato­re e Truffaut. Amo le storie d’amore a lieto fine... Ci sono talenti anche tra i nuovi auto­ri come Giuseppe Tandoi, il regista di La città invisibile . Non mi piace chi usa la cine­presa strumentalizzandola, il cinema deve emozionare e far sognare». Quando ha usato l’ultima volta la parola capolavoro per un film? «Forse per Baarìa . Di sicu­ro per La vita è bella di Beni­gni ». Lei è in Rai dal 1983: inaf­fondabile o inoffensivo? «Inaffondabile mi auguro di sì, ma non è detto. Inoffen­sivo non credo, perché non son pochi quelli che non mi amano. Sono normale e la normalità, a volte, non è ac­cettata ». Chi aspetta al varco nella prossima stagione? Santo­ro? Morgan? Belen? «Tutti e tre e nessuno. Al varco attendo solo me stes­so ». Che cosa pensa dell’imita­zione di Crozza? «Ne penso bene perché non mi dà fastidio. Obiettiva­mente mi assomiglia. Non lo conosco Crozza. Mi piacereb­be intervistarlo a Sottovoce ».