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 2010  agosto 04 Mercoledì calendario

FALCHI, MULTE E NIENTE CIBO LONDRA SI LIBERA DEI PICCIONI

Londra — La guerra dei dieci anni è finita: Trafalgar Square è stata liberata dai piccioni, sporchi, ingombranti e fastidiosi.
Forse qualcuno suonerà le campane a lutto e in primo luogo piangeranno quegli amanti dei volatili che si erano inventati l’associazione «Save the Trafalgar Square pigeons», salviamo i piccioni di Trafalgar, e si erano persino organizzati in piccoli gruppi di «guerriglia» per disseminare la piazza di cibo e rifocillare i volatili. Sostenuti da una propaganda via internet, con tanto di raccolta fondi, le avevano provate tutte per impedire il trasloco dei loro «amici». Temevano chissà quale spargimento di sangue. Invece, sono bastati un po’ di saggezza e di lungimiranza per riportare decoro e pulizia. Trafalgar, cuore della città, è rinata. Un paio di falchi che hanno compiuto il loro dovere di dissuasori, multe (e tante) ai trasgressori del divieto di gettare semi sull’asfalto, pulizia diurna e notturna con potenti aspiratori per rimuovere qualsiasi briciola tentatrice, banditi fotografi abusivi pronti a immortalare sprovveduti turisti.
Nessun veleno e nessun assalto selvaggio. Così finalmente l’opera è stata compiuta. Alla fine degli anni Novanta Trafalgar era un tappeto di piccioni e di guano. Dicevano le statistiche ufficiali che nella piazza risiedeva una colonia di diecimila uccelli : lì , in pianta stabile ad aspettare il pranzetto, a ingrassare e sporcare. L’allora sindaco laburista, Ken il rosso, Ken Livingstone, rabbrividì e pensò bene che fosse venuto il momento di correre ai ripari. Fu costretto a un’estenuante trattativa con varie organizzazioni che avevano a cuore la sorte dei volatili. Ma alla fine si spazientì e andò per la sua strada. Promulgò, il 20 novembre 2002, una prima ordinanza che bandiva la mensa dei piccioni e comminava 50 sterline di multa a coloro che, testardi, non si facevano ragione della campagna. Poi autorizzò l’acquisto di una coppia di rapaci e li lasciò nidificare in zona. Infine dispose la pulizia della piazza, più volte al giorno, con aspiratori per togliere di mezzo qualsiasi tipo di richiamo culinario destinato al «nemico».
«Sono ratti con le ali» proclamò e «vanno allontanati».
Strategia di lungo periodo ma senza ripensamenti e pentimenti. Anzi. L’esercito dei piccioni cominciò a ridimensionarsi perché Trafalgar stava diventando sempre meno appetibile: 5 mila nel 2000, 3200 nel 2003, 1000 nel 2006. E, dopo Ken il rosso, anche il conservatore-ambientalista Boris Johnson che ne aveva ereditato la poltrona, proseguì nella guerra agli occupanti abusivi della piazza.
Oggi è il giorno della vittoria. Certo, tutto questo ha costretto l’amministrazione ad aprire i cordoni della spesa: è stato calcolato che l’investimento complessivo si sia aggirato sul mezzo milione di sterline. Ma ne è valsa la pena. Nessuno osa avanzare più dubbi. Animalisti compresi. I piccioni sono stati sfrattati senza stragi.
A suggellare la «free pigeon zone» in Trafalgar c’è adesso, per un mese, un labirinto di siepi verdi: proprio dove si allargava quel fastidioso tappeto grigio. Londra è più bella e più pulita.