G.O., Corriere della Sera 4/8/2010, 4 agosto 2010
«SOLDATI, TOGLIETEVI GLI OCCHIALI» LA DOTTRINA PETRAEUS IN 24 PUNTI
Ecco il manuale di controguerriglia per le truppe in Afghanistan
Quattro pagine con 24 punti. È una sintesi della dottrina Petraeus inviata alle unità in Afghanistan. Non tavole della legge scolpite sulla pietra, ma regole modificabili e adattabili in base alla situazione sul campo. Lo stesso generale, nel presentare la seconda stesura, ha precisato di averle redatte tenendo conto dei consigli delle forze speciali nel settore di Herat e degli «anziani» dei villaggi.
Ascoltate, sentite, consultate, verificate le informazioni che raccogliete, non agite di impulso. Questi sono gli ordini del comandante americano ai suoi soldati. Suggerimenti tattici e consigli pratici. A cominciare da un perentorio «intanto iniziate a togliervi gli occhiali antischegge e gli Oakleys». Un riferimento all’abitudine dei militari di portare gli occhiali. Quasi un segno di riconoscimento ma che può essere male interpretato dai locali. Per David Petraeus è preferibile lo sguardo diretto, il faccia a faccia. E per lo stesso motivo è importante che i militari scendano dai veicoli, costruiscano postazioni vicino ai luoghi abitati, camminino tra la gente e bevano molto tè insieme ai responsabili degli insediamenti. Il senso del messaggio è quello di conquistare la fiducia. «Vivete tra la gente e per la gente» recita il Bignami del buon marine, perché «la popolazione deve essere il centro di gravità» delle nostre azioni.
Nella controguerriglia, aggiunge il generale, «il terreno decisivo è quello umano». Per guadagnarsi il consenso è necessario che i soldati alleati combattano la corruzione e l’impunità. «Correggete e prevenite gli abusi — suggerisce — e fatelo con la collaborazione delle autorità locali». Dal testo si comprende la preoccupazione di Petraeus di non creare frizioni e di cercare, in modo quasi ossessivo, la cooperazione con l’ambiente esterno. Ecco che l’uomo cui Barack Obama ha assegnato la missione impossibile invita a fare attenzione su chi finanzia: «Il denaro vale quanto le munizioni. Badate che non finisca nelle mani sbagliate. Ricordate: come spendiamo è più importante di quanto spendiamo». In questi nove anni il Pentagono ha rovesciato un fiume di denaro sull’Afghanistan, ma molto è andato sprecato se non letteralmente rubato.
Poiché Petraeus è comunque un guerriero e non un missionario è severo nelle regole di ingaggio al fronte: «Azzannate gli insorti e non lasciateli scappare. Quando gli estremisti attaccano fategliela pagare. Eliminate coloro che minacciano la popolazione». Il generale non risparmia disposizioni per evitare perdite tra i civili. Siate implacabili con i nemici — è l’indicazione — ma usate solo la forza necessaria. Per Petraeus è importante distinguere tra gli irriducibili e i recuperabili. Nella campagna di guerra va creato un cuneo in modo da poter intavolare un’eventuale trattativa con i secondi. I valori in cui crediamo, a giudizio del generale, non vanno mai rinnegati. Pur concedendo che in battaglia viene il momento della rabbia e della frustrazione, Petraeus ammonisce i suoi a non cedere « agli impulsi oscuri» o a imitare gli orrori compiuti dagli avversari. Le truppe devono sfidare la disinformazione e usare gli atti barbari compiuti dai ribelli come fossero «pesanti pietre appese attorno ai loro colli». E nel rapporto con l’esercito afghano è quanto mai importante agire come un’unica forza: «Vivete, mangiate, addestratevi, pianificate insieme. Rispettate e ascoltateli».
Al nuovo comandante del contingente va dato atto di provare a cambiare mentalità e metodi, un approccio che ha dato risultati importanti in Iraq ma che probabilmente non è sufficiente per un teatro complesso come quello afghano.