LAURA ANELLO, La Stampa 4/8/2010, pagina 23, 4 agosto 2010
Vendesi villa maledetta del Signore dei Maghi (2 articoli) - L’agente immobiliare dà forfait: «Andate da soli, vi ho lasciato la finestra aperta»
Vendesi villa maledetta del Signore dei Maghi (2 articoli) - L’agente immobiliare dà forfait: «Andate da soli, vi ho lasciato la finestra aperta». Un passante non ha dubbi: «Vi faccio vedere dov’è, ma io lì non ci entro». Segnali? Bisogna certo sfidare la superstizione - e mettere a rischio l’osso del collo - per avventurarsi nella casa di Aleister Crowley, la Grande Bestia, mago, occultista, guru, profeta, poeta, artista, scalatore, amante di uomini, donne e droghe, «l’uomo più malvagio del mondo», secondo la stampa dell’epoca. L’inglese che nel 1920, spinto dall’Oracolo cinese, arrivò qui, a Cefalù, a fondare la sua Abbazia di Thélema, in questo casolare in contrada Santa Barbara che allora era un eremo: solo il mare di fronte e la rocca, il promontorio sacro a forma di testa. Oggi la casa è in vendita, un milione e mezzo di euro per un fazzoletto di terra e 120 metri quadrati sommersi dagli sterpi, accerchiati dal cemento e diroccati. Cifra esorbitante, che l’agente di «Casabella immobiliare» giustifica con «la storia straordinaria di questo posto, le potenzialità di farne un museo». Eufemismi per raccontare dei «riti basati su pratiche di oscenità e pervertimento sessuale», per citare il questore di allora. Di una setta, di una comunità proto-hippy, proto-punk, proto-new age, che qui si radunò da tutta Europa. Dello scandalo che nell’aprile 1923 convinse il regime fascista a cacciare il santone via dall’Italia. Eccolo qui, dopo un balzo dalla finestra, il mondo di Crowley. Eccola, la celebre Chambre des Cauchemars, la stanza degli incubi, e quel che resta degli affreschi erotici che dipinse il mago in persona, ispirandosi a Gauguin: amplessi tra una donna bianca e un uomo nero, serpenti allusivi, facce sataniche su nudi osceni, invocazioni: «Conficca il tuo sorriso demoniaco nel mio cervello: immergimi nel cognac, nel sesso e nella cocaina». C’è la stele di fondazione di Thélema (in greco volontà), la s. Il precetto? «Fai ciò che vuoi», come scrisse nel «Libro della Legge», che - raccontò - gli fu dettato in Egitto nel 1904 da un’intelligenza preter-umana. Cialtronerie di un furbastro che cianciava di Horus, Eoni e riti magici? Il cliché del santone per allocchi? Fatto sta che, secondo il «Times», è «uno dei fautori del XX secolo» e che figura tra «le persone che amiamo» sulla copertina dell’album Sergeant Pepper’s dei Beatles. Citato da Sciascia e X-Files, Umberto Eco e i manga, un eroe nero e post-moderno, tra filosofia e paccottiglia. Maestro pure di Ronald Hubbard, il fondatore di Scientology, che fu suo allievo e poi diventò per lui uno «zoticone ruba soldi». Padre di una galassia di movimenti, logge, seguaci. Che arrivano qui, si intrufolano e lasciano messaggi. Tanti numeri (23 e 63 soprattutto) filastrocche e citazioni, disegni esoterici. In mezzo alla stanza c’è la rete di un letto, alcova di amanti alla ricerca di emozioni forti. Scandalosa la famiglia che si stabilì in questa dimora. Crowley, allora quarantacinquenne, «alto, robusto, colorito roseo, occhi castani, calvizie centrale con piccolo ciuffo mediano sulla linea di inserzione dei capelli», come annotò la polizia. Con lui le sue due concubine (l’americana Leah Hirsig, «Alostrael», e la svizzera Ninette Fraux, «suor Cypris») e tre bambini, tra cui Poupée - figlia sua e di Leah - che sarebbe morta di lì a poco. A vederli in una foto del tempo, con i piccoli che sorridono all’obiettivo - non fosse per la tunica di lui - sembrerebbero villeggianti. Eppure anche i bambini assistevano alle evocazioni di forze occulte cinque volte al giorno, alle orge, agli accoppiamenti con animali, alle punizioni a filo di lametta, qui nella stanza dei culti dove il tetto è crollato, dove niente è rimasto dei due troni che Crowley aveva fatto realizzare. Affiora il rosso sangue degli affreschi. Penzolano brandelli di quella carta da parati con cui il barone Carlo La Calce - il proprietario - coprì i dipinti erotici, dopo avere chiamato il prete a benedire. Poi arrivarono le ristrutturazioni selvagge. Niente è rimasto delle porte dipinte. Ci sono vecchi frigoriferi, a terra un materasso bruciato con un vestito sopra, probabile esito di uno dei riti che spingono spesso i vicini a chiamare la polizia. La Regione siciliana, 20 anni fa, appose un vincolo monumentale che non è servito. «Nessuno vuole che questa casa riviva, che torni a essere un riferimento per un certo mondo», raccontano in paese. Lui scappò di notte, diretto a Tunisi, poi girovagò in mezza Europa. Morì in Inghilterra il 1° dicembre del 1947, a 72 anni, devastato da droghe e alcol. L’ultimo suo medico passò a miglior vita il giorno dopo. In modo incomprensibile, giurarono gli amici. *** Perché ha influenzato tanto la cultura occidentale? Perché, escluso l’apice rinascimentale dei Giordano Bruno, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, l’occultismo fino all’Ottocento era stato appannaggio di autodidatti. Crowley è spiazzante, non puoi liquidarlo come un ciarlatano: studente a Cambridge, poliglotta, artista pregevole, autore di poesie con picchi di grande bellezza». Marco Pasi, docente di Storia della Filosofia ermetica all’Università di Amsterdam, autore di «Aleister Crowley e la tentazione della politica» (Franco Angeli editore, 1999), mette punti fermi in una figura sospesa tra realtà e mito. Comunemente si dice che fosse un satanista, ma in realtà lui non era un adoratore del diavolo. È così? «Non era un adoratore del diavolo, e questo lo chiarisce molto bene Massimo Introvigne nella sua storia del satanismo, e non era neanche un ateo, visto che in realtà lui fonda una religione, che peraltro è - paradossalmente - intrisa di quelle scritture bibliche che Crowley conosceva a memoria. Era nato e cresciuto in una comunità di protestanti molto legata alle Scritture. C’è molto dell’Antico Testamento, dell’Apocalisse, nei suoi libri. È chiaro però che, per la Chiesa, bastano la sua carica anticristiana e i suoi rituali a metterlo in contatto, anche senza volerlo, con forze sataniche». Crowley intenta perfino una causa contro l’editore del libro dell’artista Nina Hamnett che lo accusava di praticare magia nera, quella che vuole far male, e non magia bianca, rivolta al bene. Chi aveva ragione? «Per gli occultisti la propria magia è bianca, e quella degli altri è nera. Difficile tracciare un confine preciso, che varia per epoca, luogo geografico, approccio culturale. Di sicuro la polarità sessuale è quella su cui si fondano i suoi rituali. Ma, oggi, gran parte di quelle pratiche che allora erano motivo di grande scandalo non allarmerebbero più nessuno. Sarebbe sesso tra adulti consenzienti, punto». Pratiche estreme, comunque. Amplessi con animali, orge, sacrifici di bestie, mutilazioni e ferite come autopunizione per chi disobbediva. Quanto c’è di vero in tutto questo, e quanto è paccottiglia cresciuta intorno al mito? «Molto di questo è vero, a giudicare da quanto scrissero Crowley e i suoi adepti, che erano obbligati a tenere un diario. Molta meno credibilità hanno le accuse di sacrifici umani che alimentarono terribili campagne di stampa e formarono la leggenda nera intorno a lui».