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 2010  agosto 04 Mercoledì calendario

CARROZZONE ATAC AZIENDA IN PERDITA E STIPENDI D’ORO

Ieri sono arrivate le nuove vetture Atac al deposito di Tor Sapienza alla periferia di Roma. Dovevano essere quelle con le cabine chiuse per proteggere gli autisti in servizio nelle zone a rischio. “E, invece, niente da fare: tutti i nuovi mezzi sono con le cabine aperte”. Il rammarico è di Roberto D’Agostini, lavoratore Atac iscritto al sindacato Usb. Una vita di stress, quella degli autisti del trasporto pubblico. “Quasi mai riusciamo ad ottenere le ferie, quello che viene chiamato il congedo. – continua – Ci sono autisti che hanno accumulato 79 o 80 giorni di ferie che l’azienda non concede perché manca il personale e quindi siamo tutti stressati e non riusciamo a riposare”.
NIENTE RIPOSO , dice lui. Persino per un funerale o la comunione della figlia bisogna portare la giustificazione. Del prete, in quest’ultimo caso. Una situazione difficile che i lavoratori hanno denunciato alcune settimane fa con un presidio sotto la sede Atac di via Prenestina e poi hanno messo il video della protesta su You-Tube col titolo “Assedio al palazzo”. “In quell’occasione l’amministratore delegato di Atac, Adalberto Bertucci, ci ha incontrati, assicurandoci che la graduatoria per le assunzioni è ancora aperta. Ma cento lavoratori ancora aspettano”. L’azienda ha un buco nero di oltre 170 milioni di perdite, titolava ieri un giornale. Che rincarava. “L’ad Bertucci è stato nominato consulente per la stessa azienda di cui è amministratore, incamerando così oltre 200 mila euro che vanno ad aggiungersi al congruo stipendio da numero due dell’Atac”. La denuncia era stata avanzata dal consigliere comunale Pd, Athos De Luca.
“HANNO appesantito l’azienda con assunzioni massicce a livello dirigenziale – ha aggiunto il consigliere – c’è una situazione paradossale per cui c’è un esubero di quadri dirigenti mentre il personale di movimento è insufficiente”. Quelli che guidano i mezzi, insomma. Una specie di conflitto di interessi, quello denunciato da De Luca. Vietato, peraltro, da una delibera comunale del 2008 che impedisce il cumulo di incarichi in una stessa azienda. “Nessun conflitto – replicano dall’Atac – Bertucci non ha nessun contratto da dirigente e percepisce soltanto un’indennità. Sicuramente molto meno di quello che guadagnano gli amministratori pubblici”. Pure sui conti in “nero”, l’azienda ha da ridire: “C’è una perdita iniziale di quasi 90 milioni di euro e non 172 come è stato scritto”, si legge in una nota dell’amministratore delegato. E anche sul numero delle assunzioni , l’Atac afferma: “Al primo agosto 2010 i dipendenti Atac sono 12632 rispetto ai 12957 dell’anno precedente e i dirigenti sono 99 e non 111. Gli amministrativi sono 1383 e non 2177”.
Bertucci conferma che non ha alcun contratto da dirigente e che quello da consulente farà risparmiare soldi all’azienda. La Cgil, invece, vede nero. “La gestione unica dell’azienda (da gennaio 2010 Atac ha riunito Trambus e Met.Ro in un’unica holding. Lo spezzatino era avvenuto nel 2006, ndr) era un nostro obiettivo. – dice Alessandro Capitani, segretario generale Filt Cgil Roma e Lazio – Invece c’è stata una scalata spaventosa di quadri e dirigenti”. Tutto si è appesantito, dice il sindacalista. Ma il peggio deve ancora arrivare, secondo lui. “I tagli della finanziaria, che noi valutiamo in 427 milioni di euro per la nostra regione, porteranno ad un vero e proprio scasso del trasporto pubblico che sarà uno dei più colpiti dalla manovra. Prevedo un 2011 spaventoso per i cittadini romani”. Di quali competenze, intanto, si occuperà l’Ad Bertucci, ancora non è dato sapere (e neppure la nota diffusa ieri lo spiega). “Dovrebbe occuparsi di verificare le scelte previdenziali dei suoi dipendenti – fa sapere il consigliere De Luca – in pratica una mappatura di quelle scelte”.
“Questa nuova gestione è partita con il piede sbagliato – continua il rappresentante del Pd – dovranno aumentare il prezzo del biglietto per far quadrare i bilanci”. E sui conti Atac non molla e conferma che si rivolgerà alla Corte dei Conti.