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 2010  agosto 04 Mercoledì calendario

CARCERI, BILANCIO IN ROSSO. E BRICIOLE PER RIEDUCARE


La pena «deve tendere alla rieducazione del condannato». È quanto prevede il terzo comma dell’articolo 27 della Costituzio­ne. In concreto, significa che ai detenuti devo­no essere offerte una serie di possibilità (attra­verso lo studio, la formazione e l’avviamento al lavoro, ad esempio) per arrivare al «fine pena» con la concreta possibilità di non tornare più in carcere.

Un obiettivo estremamen­te impegnativo, forse il più importante, cui dovrebbe tendere l’intero ’sistema carcere’. Che però può con­tare su una dotazione eco­nomica irrisoria: meno di venti centesimi al giorno per detenuto a fronte di u­na spesa complessiva gior­naliera di 113 euro per ogni persona che si trova dietro le sbarre.

È quanto emerge da uno studio realizzato dal centro studi ’Ristretti Orizzonti’ del carcere ’Due Palazzi’ di Padova, sulla base dei dati for­niti dalla Ragioneria generale dello Stato, dalla Corte dei Conti e dal ministero della Giustizia. Numeri che permettono di avere un’idea sul co­sto del sistema penitenziario nel suo complesso: 2 miliardi e 204 milioni nel 2010. «Per quanto ri­guarda la rieducazione, la spesa risulta a livelli ir­risori - spiegano da Ristretti Orizzonti - . Nel ’trat­tamento della personalità e assistenza psicolo­gica’ vengono investiti ben otto centesimi di eu­ro al giorno. Appena maggiore il costo sostenu­to per le ’attività scolastiche, culturali, ricreati­ve e sportive’, pari a 11 centesimi al giorno».

È con questi soldi che si dovrebbero pagare, ad esempio, gli psicologi che, nella quasi totalità, la­vorano in convenzione con l’amministrazione peniten­ziaria e che possono giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione dei suicidi.

«Nel 2008 la spesa per il car­cere ha segnato il massimo storico, con quasi 3 miliardi di euro», spiegano ancora da Ristretti Orizzonti. Ma nel 2010, per effetto dei tagli im­posti dalla Finanziaria del 2008 e del 2009 e della sot­trazione di 80 milioni di eu­ro relativi all’assistenza sanitaria diventata di competenza del ministero della salute, la spesa fa segnare il minimo storico, con 2 miliardi e 204 milioni di euro. «Così mentre il sovraffollamen­to ha raggiunto livelli mai visti - denuncia Ri­stretti Orizzonti - la spesa media giornaliera pro capite è passata dai 198 euro del 2007 ai 113 di oggi».

A fare la parte del leone (80% del budget) sono i costi relativi al personale: polizia penitenziaria, amministrativi, dirigenti, educatori etc) mentre solo il 13% del budget è destinato al manteni­mento dei detenuti: vitto, corredo, istruzione e as­sistenza sociale). E c’è poi un’altra voce di spesa molto importante ma che conta su una dotazio­ne economica ridotta: le cosiddette ’mercedi dei lavoranti’, cioè i compensi per i detenuti addet­ti alle pulizie, alle cucine e alla manutenzione or­dinaria. «Il fabbisogno stimato per il funziona­mento dei ’servizi domestici’ sarebbe di 85 mi­lioni di euro all’anno - concludono da Ristretti O­rizzonti - ma per il 2010 ne sono stati stanziati so­lo 54». Risultato: i pochi ’scopini’ e ’spesini’ che lavorano si sono visti ridurre gli orari (e i com­pensi) mentre nelle carceri domina la sporcizia e l’incuria.