Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 4/8/2010, 4 agosto 2010
IL TESORIERE DI AN: «TULLIANI IN QUELLA CASA? SOLO UNA COINCIDENZA»
L’olandese Bastiaan Anthonie Izelaar, amministratore delegato della società offshore «Printemps Ltd», con capitale di appena mille dollari e sede in un paradiso fiscale ai Caraibi, che acquistò l’11 luglio 2008 la casa di Montecarlo ora abitata da Giancarlo Tulliani — il "cognato" di Gianfranco Fini — e lasciata in eredità ad An dalla contessa Anna Maria Colleoni, «si trova in Malesia in vacanza con moglie e figli e tornerà solo tra una quindicina di giorni», dice un suo amico che vive nel Principato. Così, in attesa che Izelaar, insieme al socio James Walfenzao, olandese come lui e «adesso forse a Miami», possa fornire qualche chiarimento sull’operazione immobiliare di due anni fa, parla ora Francesco Pontone, all’epoca tesoriere di Alleanza nazionale, cioè l’uomo che il giorno del rogito a Montecarlo era lì con loro davanti al notaio monegasco per concludere l’atto di compravendita in rappresentanza del suo partito.
Napoletano, 83 anni, in Parlamento da sette legislature, il senatore non accetta l’idea di passare per un intrallazzatore. «Se Pontone e An, come credo, sono una cosa sola — dice — ebbene allora garantisco che non v’è stata alcuna raccomandazione a favore di Giancarlo Tulliani, mai Gianfranco Fini venne da me a dirmi che in quella casa a Monaco ci doveva andare ad abitare Tulliani. Anche perché dal giorno in cui la vendemmo, l’11 luglio 2008, per me quella casa divenne un capitolo chiuso». Vicenda intricata, quella della casa di Montecarlo: il presidente della Camera ha già querelato il Giornale. E ieri la sua compagna, Elisabetta Tulliani, ha annunciato di voler adire le vie legali per un altro articolo del quotidiano di Vittorio Feltri: «Non risponde assolutamente a verità — scrivono i suoi legali — l’affermazione secondo la quale la signora Tulliani sarebbe stata denunciata dall’imprenditore Luciano Gaucci per appropriazione indebita». I beni mobili e immobili della Tulliani — secondo gli avvocati — sono stati tutti acquistati «con i ricavi di una vincita all’Enalotto» e con i risparmi della sua famiglia.
Ma torniamo alla casa di Boulevard Princesse Charlotte 14, nel cuore del Principato: sala, due camere, cucina, bagno e balcone. Giancarlo Tulliani assicura che sono solo 45 metri quadri: è possibile, Pontone? E possibile che An l’abbia venduta per soli trecentomila euro? Secondo i valori di mercato sarebbe dovuta costare almeno il quintuplo, se non di più: «Solo esagerazioni. Ma voi lo sapete com’era fatta davvero quella casa? — obietta il senatore — C’è scritto chiaro nel rogito: quella casa era un rez-de-chaussée, un piano terra sul retro, senza vista su niente, di appena 40-45 metri quadri, altro che balcone, aveva solo un terrazzino, anzi lo chiamerei un angolino di terrazzo. E poi costava parecchio al partito, ogni mese avevamo tante spese di condominio: insomma, meglio venderla. Così ordinammo una perizia e il valore indicato era quello: 300 mila euro». Già, ma perché venderla a una società offshore? Chi c’era dietro alla «Printemps»? «Non c’era nessuno, sicuramente non c’era An, che bisogno avremmo avuto di venderci una casa già nostra? — taglia corto l’onorevole — Io comunque dovevo fare cassa e non è vero che in via della Scrofa, prima di quel giorno, per la casa di Montecarlo c’erano arrivate offerte milionarie. Trovatemi le raccomandate: io non ne ho viste in giro, vi assicuro».
Poi, però, in quella casa — che passa stranamente da una società offshore all’altra, dalla «Printemps» alla «Timara», tutte con sede nello stesso paradiso fiscale di Saint Lucia — ci va ad abitare, in affitto, proprio il fratello di Elisabetta Tulliani, la compagna di Gianfranco Fini. Quantomeno una coincidenza singolare, non trova? «Ma chi è Tulliani? Per me resta un estraneo — s’inalbera per un attimo Pontone — io ho scoperto solo un paio di mesi fa che quello era il cognome della signora Elisabetta. Certo, l’ammetto, la coincidenza è particolare. Inspiegabile anche per me».