varie, 4 agosto 2010
Matteo Galati, 13 anni. Di Bronte in provincia di Catania, «tranquillo, educato, sempre disponibile», per la promozione in terza media aveva chiesto al padre Rosario una Playstation
Matteo Galati, 13 anni. Di Bronte in provincia di Catania, «tranquillo, educato, sempre disponibile», per la promozione in terza media aveva chiesto al padre Rosario una Playstation. La notte di domenica 1 agosto era in giro con gli amici quando, per via d’una tredicenne che gli piaceva, prese a discutere con un coetaneo. Il rivale chiamò in suo aiuto un B.R. di 16 anni, figlio di un pregiudicato in galera per spaccio, che a un certo punto tirò fuori un coltellino e gli infilò la lama nella pancia. Matteo sanguinando salì alcuni gradini di una scala e lì crollò in fin di vita (morì durante il trasporto in ospedale). L’assassino, dopo aver vagato un po’ per il paese, bussò ai carabinieri e consegnò al piantone il coltello ancora insanguinato: «Ho fatto una stupidaggine». Poco dopo la mezzanotte di domenica 1 agosto in via Pierluigi da Palestrina a Bronte in provincia di Catania.