Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  agosto 03 Martedì calendario

Alta velocità, vincono Ansaldo e Bombardier - L’impegno che Mauro Mo­­retti, amministratore delega­to del gruppo Fs, ha preso da tempo è ambizioso: «Dovrà es­sere il miglior treno ad alta ve­locità del mondo»

Alta velocità, vincono Ansaldo e Bombardier - L’impegno che Mauro Mo­­retti, amministratore delega­to del gruppo Fs, ha preso da tempo è ambizioso: «Dovrà es­sere il miglior treno ad alta ve­locità del mondo». E ieri la commissione delle Fs, a otto mesi dall’inizio della gara, ha scelto chi lo fornirà: il nuovo Etr 1000 sarà costruito dall’as­sociazione temporanea di im­prese costituita per l’occasio­ne da AnsaldoBreda del grup­po Finmeccanica (60%) e dal­la canadese Bombardier (40%), uno dei grandi gruppi mondiali, produttore di treni e di aerei. Battuta «ai punti» la francese Alstom, che è stata su­perata sia nel punteggio asse­gnato alla parte tecnica, sia in quello riguardante il prezzo, 30,8 milioni il treno Ansaldo-Breda Bombardier, 35 milioni l’Alstom. Visto che si tratta di un ordine di 50 convogli, il va­lore della commessa è com­plessivamente di oltre 1,5 mi­liardi. Il cda delle Fs, di giove­dì 5 agosto, darà l’imprimatur ufficiale. Le caratteristiche del nuovo Etr, che entro tre anni andrà a incrementare la flotta delle Fs, sono così sintetizzabili: 360 chilometri all’ora la velocità commerciale, 400 quella mas­sima, 200 metri di lunghezza, motori distribuiti lungo tutto il treno, 600 posti di capienza, raddoppiabili a 1.200 perché i convogli sono accoppiabili; il treno è interoperabile, adatto cioè alla circolazione in otto di­versi Paesi, cosa che permette­rà (si spera) l’ingresso in nuo­vi mercati europei; il sistema diagnostico è in grado di pre­vedere in anticipo eventuali guasti. É innovativo in termini di risparmio energetico, di ventilazione nei vagoni - mo­dulata in base al numero dei passeggeri- e recupera l’ener­gia delle frenate come nella Formula 1. Il treno sarà pro­dotto interamente in Italia, ne­gli stabilimenti di Vado Ligure (Bombardier) e di Pistoia (An­saldoBreda). Soddisfatti gli amministratori delegati vinci­tori, rispettivamente, Roberto Tazzioli e Salvatore Bianconi; ma soddisfatti anche i sindaca­ti (in particolare Giovanni Sgambati, Uil) per la rivitaliz­zazione che la commessa por­terà negli stabilimenti. Cauto e «moderatamente preoccu­pato » il commento di Alstom, che è presenta in Italia «con impianti che occupano 3mila persone, il cui export non ba­sta a mantenere la struttura in­dustriale. Ci concentreremo ­dicono dalla sede italiana - sul­le prossime gare delle Fs per i treni regionali e per il segnala­mento per sostenere la nostra capacità produttiva». Molti osservatori di cose fer­roviarie si aspettavano co­munque l’aggiudicazione del­la gara ad AnsaldoBreda e Bombardier. Per vari motivi: innanzitutto, per tradizione le ferrovie monopoliste sosten­gono l’industria nazionale, poi il gruppo Alstom già forni­sce gli Agv a Ntv, il concorren­te privato delle Fs nell’Alta ve­locità che comincerà a opera­re l’anno prossimo. Acuto il commento di un addetto ai la­vori: «Per AnsaldoBreda vince­re la gara era questione di vita o di morte, per Alstom era un fatto di prestigio». L’azienda italiana viene infatti da anni di crisi molto pesante, che la per­dita di 160 milioni nell’ultimo bilancio indica solo in parte. Basti ricordare l’inglorioso episodio dei ritardi nelle con­segne derivanti da un ordine delle ferrovie danesi, costati da soli penali per oltre 300 mi­lioni di euro. Alcuni vedono nell’alleanza con Bombardier anche una possibile via d’usci­ta per l’azionista Finmeccani­ca, che potrebbe cedere l’azienda ai canadesi.Ma que­sta è una congettura che si rin­corre da tempo, ma che, fino a questo momento, non ha avu­to schiaccianti elementi di so­stegno.