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 2010  agosto 03 Martedì calendario

LA CEI PROTESTA CONTRO IL NUOVO CALENDARIO DI SERIE A

Città del Vaticano - Programmare le partite di calcio la domenica alle 12:30 è una vera «invasione di campo», una decisione deleteria non solo per i giocatori ma per la vita delle famiglie italiane ed anche la frequenza alla messa.
A protestare contro il nuovo calendario del campionato di serie A è, ai microfoni della Radio Vaticana, mons. Carlo Mazza, già direttore dell’Ufficio nazionale della Conferenza episcopale italiana per la pastorale del tempo libero, turismo e sport.
«Credo - afferma - che quest’anticipo alle 12:30 sia veramente deleterio, in tutti i modi, sia per quanto riguarda i calciatori che scendono in campo - per i quali ci si potrebbe chiedere in che modo siano preparati e disposti, anche se questo è un problema di tipo atletico che può essere accantonato -, sia per la famiglia, e questo è il problema più grande».
«Mettersi davanti agli schermi alle 12:30, quando si va a pranzo o ci si prepara per andare a pranzo, a me pare un’invasione di campo. Questa sì che è un’invasione di campo e credo che bisognava pensarci bene ed anche un pò prima. Io rispetto tutti coloro che hanno dovuto decidere su questi aspetti, però non possiamo non dire una parola su questa situazione, che in qualche modo lede quello che è un minimo di stile familiare, cioè lo stare insieme, come può essere il pranzo, il sedersi a tavola, il ritrovarsi con i familiari ma anche con gli amici ed i parenti», ha proseguito il presule, attuale vescovo di Fidenza.
«La famiglia - ha aggiunto - è uno snodo importantissimo, non possiamo “svenderlo” ad altri eventi, a meno che non siano eventi eccezionali». Ad avviso del presule bisogna mettere dei paletti sul modo in cui l’Italia vive il calcio, ed anche - ha osservato mons. Mazza - tutelare lo svolgersi delle messe domenicali.
«Lo spostamento delle partite al sabato ed anche alla domenica, questo spalmare il calcio sul tempo dell’uomo e sul tempo della domenica credo - ha ribadito - sia una forzatura. Direi, allora, che occorre, anche qui, riprendere in mano il senso profondo dei valori veri dell’uomo, della famiglia, del calcio e di tutto quello che è la nostra civiltà italiana.
«Bisognerà ripensare a fondo, perchè se tocchiamo la Domenica, che è il giorno più bello, più elevato, più ricco di significati ed anche più disponibile all’umano, dove vogliamo arrivare, poi, con la nostra società e - ha concluso - con il nostro modo di vivere insieme?».