PAOLO MANZO, La Stampa 2/8/2010, pagina 17, 2 agosto 2010
Amsterdam patrimonio dell’umanità - Dall’atollo di Bikini agli altopiani dello Sri Lanka al sistema di controllo delle acque dell’Alto Harz, nella Bassa Sassonia
Amsterdam patrimonio dell’umanità - Dall’atollo di Bikini agli altopiani dello Sri Lanka al sistema di controllo delle acque dell’Alto Harz, nella Bassa Sassonia. L’Unesco, il cui comitato si è riunito in questi giorni a Brasilia, ha scelto i nuovi quindici siti patrimonio dell’Umanità, un tesoro da preservare nel tempo. Selezionati da una superlista di trenta luoghi in lizza, i quindici siti rappresentano il «the best of» secondo i criteri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Cultura. Sono cartoline meravigliose, dunque, cui è stato riconosciuto un «valore universale eccezionale». E vanno ad aggiungersi agli altri 890 siti già iscritti nella Convenzione dell’Unesco del 197, tutti da proteggere: 689 di tipo culturale, 176 di tipo naturale e 25 misti, tutti sparsi in ben 148 Paesi. L’Unesco certo non poteva scegliere stagione migliore per annunciare le sue nuove scelte. Nel clima vacanziero è ancora più difficile resistere al fascino di terre lontane come lo Sri Lanka, il Vietnam o l’Arabia Saudita, solo per fare qualche esempio. La lista è lunga e diversificata. Ci sono la città imperiale di Thang Long-Hanoi in Vietnam, i monumenti storici di Dengfeng in Cina, il sito archeologico di Sarazm in Tagikistan, la città medievale di Albi in Francia, il bazar storico di Tabriz in Iran. Dall’altra parte del globo, le spiagge dell’Australia e l’atollo di Bikini, proprio quello delle Isole Marshall che fu teatro, fra il 1946 e il 1958, degli esperimenti nucleari statunitensi. E poi il sito di osservazione astronomico Jantar Mantar di Jaipur, in India, il complesso di Kanegah e il santuario sufi di Ardabil in Iran, i villaggi di Hahoe e Yangdong in Corea e l’area di protezione naturale di Ngorongoro in Tanzania. Grazie alla lista stilata dall’Unesco il pianeta in poche battute riesce a trasformarsi in un mappamondo che gira rapido. Il viaggio può cominciare negli altopiani centrali dello Sri Lanka che rappresentano, secondo il comunicato dell’Unesco, «una straordinaria varietà di flora e fauna, tra cui numerose specie a rischio, e un focolaio di biodiversità eccezionale». Poi si passa alle Hawaii, al Parco nazionale marino di Papahanaumokuakea, esempio perfetto di «ambiente ancestrale, incarnazione del concetto di parentela fra gli esseri umani e il mondo naturale». Dieci isole inserite in un’area marina di 360 km quadrati che rappresentano, nella mitologia hawaiana, il luogo in cui l’umanità ebbe origine. Su due di loro, Nihoa e Makumanamana, sono stati trovati resti archeologici di insediamenti preeuropei. A questo si aggiunge una barriera corallina tra le più affascinanti al mondo e lagune incontaminate. Il Paradiso, insomma, è di casa sul pianeta terra e la lista compilata con cura dall’Unesco in fondo vuole solo ricordarcelo ogni volta. Così come ci ricorda che senza cura e attenzione anche il Paradiso rischia di scomparire.E’ il caso, ad esempio, del Parco Nazionale delle Everglades, in Florida, negli Stati Uniti. Queste paludi, che costituiscono l’habitat di ben venti specie a rischio di estinzione, sono state presenti nell’elenco dal 1993 al 2007 perché grandi quantità di acqua erano state drenate dalla zona per la fornitura idrica delle città vicine. Poi sembravano salve, ma ora sono rientrate nella lista dei siti da proteggere perché il problema si è purtroppo riproposto. Quanto alle foreste tropicali del Madagascar, nella regione di Atsinanana, sono state inserite nell’elenco a causa del disboscamento illegale e della cattura di esemplari di specie rare di lemuri. Dalla lista delle eccellenze del pianeta sono invece uscite le Galapagos, e questo ha creato delusione. L’Unesco ha riconosciuto gli sforzi del governo equadoregno per preservare le isole dove Charles Darwin sviluppò la sua Teoria dell’evoluzione delle specie, e quindi non ritiene più necessaria la loro protezione. Infine la nuova lista dell’Unesco ci ricorda che il Paradiso è anche più vicino di quanto non si pensi. Come dimostra la scelta del quartiere dei canali di Amsterdam: un paradiso vicino a casa, abitato, vissuto.