Grazia Longo, La Stampa 3/8/2010, 3 agosto 2010
Tragedia sfiorata nel cielo di Torino. I piloti di due aerei in fase di atterraggio all’aeroporto di Caselle, le sere del 30 e del 31 luglio scorso, sono rimasti accecati dalla luce di un laser verde
Tragedia sfiorata nel cielo di Torino. I piloti di due aerei in fase di atterraggio all’aeroporto di Caselle, le sere del 30 e del 31 luglio scorso, sono rimasti accecati dalla luce di un laser verde. E non è la prima volta. Anche in queste ultime occasioni (il 30 si trattava di un volo Alitalia), com’era già accaduto in una ventina di casi nei mesi scorsi, gli episodi non hanno avuto ripercussioni. I piloti sono riusciti a continuare a volare e ad evitare il peggio. Ma il rischio di un incidente causato da problemi alla vista non può essere trascurato. Il procuratore Raffaele Guariniello ha già aperto un fascicolo: il reato ipotizzato è «attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici», articolo 432 del codice penale, che prevede l’arresto fino a 5 anni. Al momento non ci sono indagati, ma i carabinieri di Nichelino hanno sequestrato un puntatore laser a un ventenne sorpreso, sabato notte, con due amici vicino al cimitero. Sono stati proprio i piloti a intuire - in base alla traiettoria verticale individuata con il sistema Gps, - che il raggio proveniva dall’area di Nichelino. Lo hanno segnalato all’Enac (Ente nazionale dell’aviazione civile) che a sua volta ha informato i militari dell’Arma e la polizia municipale di Nichelino. Sabato notte, il ritrovamento del puntatore laser di proprietà del ventenne. Il quale ha ammesso: «Sì l’ho usato diverse volte anche in direzione del cielo, ma non avevo intenzione di colpire i piloti aerei. Ho usato il laser in buona fede, non volevo fare del male a nessuno». Ha detto la verità? L’oggetto sequestrato è comunque fuorilegge: appartiene alla Terza classe, potenza 100 mw (milliwatt), privo di marchio Cee e di etichettatura in italiano. «L’ho comprato da un maghrebino a Torino in piazza Vittorio» ha spiegato il giovane. L’inchiesta della Procura mira ora ad accertare se alcuni episodi di accecamento dei piloti in arrivo a Caselle siano stati provocati da questo ragazzo. Che, in ogni caso, non poteva detenere l’oggetto che gli è stato ritirato. La norma Cei En 60825, non lascia spazio ad equivoci e impone il divieto di commercializzazione sul territorio nazionale di puntatori laser o di oggetti con funzione di puntatori laser di classe pari o superiore a 3. Gli investigatori del pool di Guariniello hanno peraltro già accertato che anche due agenti della polizia municipale di Nichelino sono stati investiti dal laser verde. Fortunatamente senza subire danni. Il laser se raggiunge gli occhi, può causare lesioni alla retina ed oscurare la vista per diversi secondi. La lasermania, tra l’altro, è diffusissima. Numerosi gli episodi simili già denunciati in varie parti del mondo. Solo nel nostro Paese i casi più eclatanti riguardano Bari, Napoli e Pescara. A Bari, lo scorso gennaio, la polizia è corsa ai ripari sequestrando (presso rivenditori e grossisti) 2.980 puntatori laser, molti dei quali di classe superiore a 3. I laser-teppisti, insomma, sono in agguato ovunque. «E non vanno assolutamente sottovalutati - osserva il procuratore Guariniello -. Finora non si sono verificati incidenti, ma il pericolo c’è. A volte un gesto sconsiderato può portare a conseguenze drammatiche. Basti ricordare i ragazzi che alcuni fa si divertivano a lanciare i sassi dai cavalcavia. Non mancarono né i morti, né i feriti».