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 2010  agosto 02 Lunedì calendario

ADDIO OCCHI A MANDORLA LA GIOVENTÙ CINESE VUOLE CAMBIARE FACCIA

L´ultimo privilegio degli studenti cinesi sono i viaggi all´estero. I figli unici della nuova classe media, durante le vacanze, non espatriano però per imparare l´inglese. Decollano verso Thailandia e Corea del Sud e al college preferiscono la clinica privata. E´ il chirurgo a dover fare il miracolo che non riesce al professore: ottenere il massimo dei voti, passare il test per l´università, o trovare il primo impiego. La Cina completa la sepoltura dell´obbedienza rivoluzionaria cominciando dalla faccia e i giovani scoprono che, per fare carriera, un naso dritto serve più di una laurea con lode.
Sono anni che, travolto dal modello estetico imposto dalle star di Holliwood, anche l´Oriente sogna chiome ossigenate, occhi a ciliegia, mascelle da bulldog e seni al silicone. Una ricerca dell´associazione dei chirurghi cinesi ha rivelato però che nel 2010, per la prima volta, gli interventi di plastica sono diventati la prima voce nella spesa scolastica delle famiglie. A Pechino e Shanghai, da giugno, l´80% delle operazioni estetiche viene effettuato su ragazzi tra i 12 e 22 anni. Charter quotidiani rovesciano migliaia di teen-ager nelle capitali del Sudest asiatico, paradiso di chi vuol cambiare look. La crescita è del 30% all´anno e il ministero della Salute prevede che in Cina, entro il 2015, il 75% dei quattro milioni di lifting annui avrà come pazienti studenti di medie, superiori e università. Un sondaggio ha scoperto che i giovani cinesi impongono ai genitori di chiedere un mutuo per assomigliare ai calciatori del Barcellona, o alle stelle delle soap made in Hong Kong. Sono convinti che cancellare occhi a fessura, bocca a bocciolo, pelle di luna e viso a seme di girasole «alzi la media scolastica, accorci la disoccupazione e garantisca il 35% di soldi in più in busta paga».
I chirurghi spiegano che pressione ambientale e concorrenza sono tali che già prima dei dieci anni i bambini chiedono di eliminare palpebre doppie e nasi schiacciati, mentre le bambine pretendono seni da maggiorate. Le nuove generazioni dei cinesi non vogliono più avere una faccia da cinese, ma essere confuse con esotici meticci, o se possibile con i mitizzati profili dei manager euroamericani. Quest´anno il business del «cambio di bellezza» brucerà in Cina il record dei 40 miliardi di euro e per la prima volta la maggioranza degli adulti, in un sondaggio online, ha dichiarato di condividere la volontà dei figli di affidarsi ai chirurghi.
Anche i sociologi della Shenzhen University, sostenitori di libri e intelligenza contro bisturi e bellezza, si sono arresi davanti ai numeri: negli ultimi due anni l´83% di chi ha passato i test d´ammissione si era prima sottoposto ad un intervento estetico, mentre il 67% dei neolaureati "rifatti" ha trovato lavoro prima dei compagni acqua e sapone.
Prima di Mao, nei secoli imperiali, l´aspetto orientale era ritenuto «la perfezione della grazia». Con la rivoluzione comunista si è imposto lo stile «proletario e militare», teso a collettivizzare, rendendoli indistinguibili, anche i due sessi. «Il successo globale - dice Gu Xiaoming, sociologo alla Fudan University - impone ora ai cinesi un aspetto internazionale. Essere unici e decidere il proprio sorriso è il nuovo metro del successo». L´Occidente si rifà per sembrare giovane, l´Oriente per diventare ricco. Forse è la sostanza che allontana oggi i due universi.