Giuliana Ferraino, Corriere della Sera 31/7/2010, 31 luglio 2010
MANAGER, CINESE E DISSIDENTE. ECCO L’EREDE DI BUFFETT
Da leader degli studenti a Piazza Tienanmen 21 anni fa a candidato al vertice di un’icona del capitalismo made in Usa, succedendo a Warren Buffett nel suo fondo di investimento da 100 miliardi di dollari. E’ il viaggio straordinario di Li Lu, un cinese di 44 anni, fondatore di un hedge fund che conta tra gli investitori il cantautore Sting e che dal ’98 ad oggi ha realizzato un rendimento composto annuo di oltre il 26%. La sua parabola insegna diverse cose: su come sta cambiando il mondo, sull’inarrestabile ascesa dei cinesi, sull’America, che a dispetto di tutto resta la terra dove chiunque può realizzare un sogno e avere successo.
Li Lu chi? Di lui pochi finora avevano sentito parlare. Almeno fino a quando il suo nome è cominciato a emergere tra i possibili «eredi» a gestire una buona fetta del fondo Berkshire Hathaway. Buffett, che compirà 80 anni fra un mese, non vuole saperne di farsi da parte, per ora. Ma prepara la successione. L’ipotesi sarebbe di sdoppiare in due il ruolo di Ceo. E un grande sponsor di Li Lu per una delle due poltrone, è proprio il vice presidente di Berkshire, Charlie Munger, 86 anni. Nella sua testa, questa è «una conclusione scontata», ha detto Munger al Wall Street Journal online, che ha raccontato l’avventura dell’ intraprendente cinese.
Li Lu riassume nella sua buona parte della storia cinese. Nasce nel 1966, l’anno in cui comincia la Rivoluzione culturale di Mao Zedong. Quando ha appena nove mesi, il padre, un ingegnere, viene spedito in una miniera di carbone per essere «rieducato», la madre è confinata in un campo di lavoro. Li Lu passa da una famiglia all’altra, finché si stabilisce a casa di un minatore analfabeta. A 10 anni ritorna alla sua vera famiglia, c on i genitori e due fratelli, quando un terribile terremoto devasta la sua città d’origine, con 240 mila morti stimati nell’area, compreso il minatore adottivo e la sua famiglia.
Li si laurea in fisica all’università di Nanchino. E quando nell’89 cominciano le dimostrazioni studentesche in Piazza Tienanmen, va a Pechino e diventa uno dei leader degli studenti. Dopo il massacro, fugge in Francia e da lì negli Stati Uniti per tenere una conferenza alla Columbia University. Parla poco inglese, ma si guadagna un anticipo per scrivere un libro sulla sua esperienza. Alcune borse di studio della Columbia gli permettono di iscriversi all’università, dove conquista simultaneamente due lauree (in economia e in legge) e un master in Business. E’ proprio a una conferenza alla Columbia, nel ’93, che Li Lu vede per la prima volta Warren Buffett. E da lui coglie l’idea di investire in azioni, usando l’anticipo del libro. Nel 96, dopo la laurea e con un bel gruzzolo da parte grazie al trading azionario, comincia subito a lavorare per il broker Donaldson Lufkin & Janerette. L’anno dopo lancia il suo primo hedge fund e poi un fondo di venture capital specializzato in hi-tech.
Grazie alla rete di contatti sui diritti umani, raccoglie tra gli investitori molti nomi noti, tra cui l’ex presidente di Random House, Bob Bernstein, fondatore di Human Rights Watch, e Sting. Ma la sua fortuna è legata a due eventi: l’incontro con Charlie Munger, a una cena a casa di uno dei suoi contatti sui diritti umani; e la scommessa su Byd, un’azienda cinese che produce batterie al litio, usate nei cellulari. Munger affida a Li 50 milioni da investire nel suo nuovo fondo e Li punta su Byd. Che si rivela subito un successo tale da convincere Munger a far investire anche Berkshire. Buffett punta 230 milioni, il 10% del capitale, che oggi vale 1,5 miliardi.