Maurizio Caprino, Marisa Maraffino, Il Sole-24 Ore 2/8/2010;, 2 agosto 2010
TORNA L’EMERGENZA INCIDENTI
Ci si aspetta molto dalla nuova stretta sulle infrazioni al codice della strada per cercare di ridurre gli incidenti mortali. Anche perché nel primo semestre di quest’anno il trend dei decessi, sempre in flessione negli ultimi anni, si è invertito, facendo registrare un incremento dell’8% secondo le rilevazioni, seppure parziali, di polizia stradale e carabinieri. Tutto questo proprio quando si deve dare l’ultimo colpo di remi per centrare l’obiettivo del dimezzamento delle vittime sulla strada rispetto al 2001, posto dall’Unione Europea per tutti gli stati membri entro la fine del 2010. I decessi a seguito di sinistri stradali nel primo semestre di quest’anno hanno raggiunto quota 1.219 contro i 1.125 del primo semestre del 2009, mentre gli incidenti con esito mortale sono stati 1.117 contro i 1.033 dei primi sei mesi dell’anno scorso.
Un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, che invece avevano fatto registrate un trend in discesa e che adesso, anche nell’ottica europea, preoccupa non poco. Rispetto al 2001, l’Italia ha raggiunto comunque una diminuzione del tasso di mortalità sulle strade, assestata intorno alla misura del 34%, tuttavia siamo ancora lontani dall’obiettivo del 50 per cento. A confermare la tendenza di lungo periodo, nel 2000 gli incidenti monitorati dalla polizia stradale e dai carabinieri sono stati 256.546 contro i 218.963 del 2008.
Sebbene l’introduzione della patente a punti a partire dal giugno 2003 abbia contribuito alla riduzione dei morti sulle strade, il suo effetto deterrente si è smorzato nel tempo, non centrando del tutto gli obiettivi sperati nel lungo periodo. Gli "azzeramenti" delle patenti sono complessivamente si riducono. Secondo i dati del ministero dei Trasporti dal 2003 a oggi sono stati soltanto 126.794 i conducenti per i quali è scattato il punteggio nullo su un totale di 35.607.563 patenti in corso di validità.
Indicativi anche i dati delle province con maggiore densità di conducenti: a Roma su 2.489.336 patenti attive sono state 5.781 quelle annullate, a Milano 7.465 su 2.318.480, a Napoli 7.215 su 1.716.725.
Dati che però non fanno tirare il fiato. Infatti, secondo le ultime rilevazioni Ania, che registrano il numero complessivo di incidenti, seppur inquinato dalle frodi, il tasso di frequenza di sinistri sulle nostre strade è rimasto fermo nell’ultimo anno all’8 per cento.
Resta basso anche il numero di chi sceglie di frequentare corsi di recupero per ripristinare parte dei punti persi. Dal 2003 a oggi sono stati soltanto 244.533 i conducenti che hanno optato per la via della didattica. Sul dato pesa la possibilità di scelta gratuita dettata dall’articolo 126-bis del codice della strada che consente di tornare a punteggio pieno dopo un biennio di buona condotta, senza l’obbligo di frequentare corsi ad hoc. «Soltanto il 3% dei conducenti cui vengono decurtati punti alla patente di guida decide di frequentare un corso di recupero – spiega Mario Forneris, segretario nazionale autoscuole Unasca – tra questi soprattutto chi commette infrazioni legate all’abuso di alcol».
L’ultimo giro di vite introdotto dal pacchetto sicurezza, col rafforzamento delle sanzioni principali e accessorie,si inserisce nell’ottica di ridurre la mortalità sulle strade sfruttando l’effetto deterrenza per tentare in corsa il raggiungimento del traguardo europeo, sulla falsariga del modello di Francia, Lussemburgo e Portogallo già vicini al dimezzamento.