Caterina Soffici, Il Riformista 28/7/2010, 28 luglio 2010
SENZA COCA, BELEN SAREBBE UN SIMBOLO?
Secondo una logica di pari in-opportunità se il cantane Morgan è stato escluso dal Festival di Sanremo per aver dichiarato di fare uso di droga, lo stesso trattamento andrebbe applicato alla velina Belen. Il ragionamento non fa una piega. Si dirà che la posizione di Morgan era diversa, perché nella famosa intervista a Max che gli costò la squalifica, non solo ammetteva l’uso quotidiano di cocaina ma ne esaltava le proprietà antidepressive (“Fa bene, la prescriveva anche Freud”), mentre Belen ha detto di aver sniffato solo un paio di volte ed è stata un testimone chiave nell’inchiesta sullo sballo notturno milanese.
Per pari in-opporunità bisognerebbe dare ragione al sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato: «Se Belen ha fatto uso di droga non la voglio sul palco dell’Ariston, non cambio idea se una ha un sedere più bello».
Coraggiosa presa di posizione. Schiena dritta e petto in fuori (il sedere non si sa), la moralità avanti a tutto, l’esempio per i giovani deve essere fulgido e limpido, senza incertezze e tentennamenti. «Non accetto che l’immagine della mia città sia associata a chi ha una moralità incerta», tuona il sindaco e qui cominciamo a sogghignare. «Se puniamo nel Giro d’Italia chi viene preso con il doping dobbiamo dare lo stesso segnale con la musica: farò le barricate affinché venga scelta una persona onesta e perbene».
Giustissimo, la droga fuori dal Comune. Chi potrebbe sostenere il contrario? Dice il sindaco che dalle sue parti devono prevalere valori come «la tradizione e la fermezza mentale» ed è importante «non dare il segnale che chi fa uso di stupefacenti ha successo». E qui ci scappa la risata. Soprattutto se il discorso è riferito a Belen Rodriguez.
Perché Belen sarà anche una bravissima persona (in privato), ma la sua immagine pubblica tutto è fuorché quella di una sana e morale ragazza, portatrice di valori forti, quella “tradizione e fermezza mentale” che si vorrebbero preservare. Belen rappresenta a prescindere il marcio di questa società, anche se non avesse mai sniffato un grammo di cocaina.
Però nessuno si è scandalizzato all’idea di sceglierla come valletta presentatrice del Festival. Lei, una ragazza che non sa ballare né cantare, non è un’attrice né una comica, non sa insomma fare alcunché se non mostrare in ogni posizione e sotto qualsiasi angolazione l’unica cosa che possiede: un corpo perfetto.
Lezioncine di morale? No, lezioncine di ipocrisia. E allora rispondiamo a queste domande: è più immorale ergere a simbolo del successo nazionalpopolare la Belen sniffatrice di coca o la Belen che ha costruito la sua fama sul niente, ex fidanzata di Fabrizio Corona, volgare e ammiccante presenza in ogni pubblicità della Tim? Quale messaggio è più deleterio per il pubblico giovane? Vogliamo far credere alle nostre adolescenti che è cosa buona e giusta spogliarsi per passare da Teleboario a Sanremo stando prima con un calciatore e poi con un paparazzo inquisito?
All’epoca dello scandalo Morgan il sottosegretario con delega al contrasto delle tossicodipendenze Carlo Giovanardi aveva chiesto l’allontanamento del cantante in quanto cattivo esempio per la nazione. La ministra della Gioventù Giorgia Meloni aveva usato parole definitive: «Con le sue affermazioni dimostra di essere l’ennesimo cattivo maestro di cui la gioventù italiana farebbe volentieri a meno».
Credo che la gioventù italiana potrebbe fare a meno anche di Belen. E non solo a Sanremo.