Antonello Guerrera, Il Riformista 27/7/2010, 27 luglio 2010
NON SARÀ CHE IL 3D HA GIÀ STUFATO?
Doveva essere il toccasana del cinema martoriato da pirateria molesta e home video sempre più precoci (caso Alice di Burton insegna). Tuttavia, la tecnologia del 3D, che pure in Italia ancora oggi spopola con Toy Story 3 - La grande fuga, sembra essere entrata già in declino, almeno temporaneamente, negli Usa. A Hollywood i più pessimisti sono già in allarme. Tutto è nato dai dati del box office delle ultime settimane. Sembrano lontani i tempi del ciclone Avatar di James Cameron, per il quale a dicembre scorso ben il 71 per cento degli statunitensi aveva optato per il 3D a scapito del giurassico 2D.
Anche a marzo le cifre per Dragon Trainer erano stabili. Ma poi il pubblico tridimensionale ha cominciato a calare drasticamente. Per Shrek e vissero felici e contenti (uscito a maggio negli Usa, da noi in Italia previsto per il 25 agosto) solo il 61 per cento degli spettatori ha scelto il 3D. Per L’ultimo dominatore dell’aria (nelle sale italiane a fine settembre) solo il 56. Ma il fondo si è toccato con l’ultimo Cattivissimo Me, altra pellicola d’animazione (in Italia il 15 ottobre) per la quale la terza dimensione sinora ha conquistato solo il 45 per cento del pubblico. Perché? Effetti collaterali, qualità insufficiente e prezzi del biglietto maggiorati, le cause secondo alcuni esperti.
Le cifre hanno seminato ansia in America, dove oltre venti film in 3D sono in lavorazione, senza contare quelli in 2D, vedi Star Trek o Harry Potter, che stanno per essere convertiti agli occhialini (processo che costa circa 100mila dollari al minuto). L’influente critico cinematografico statunitense Roger Ebert è stato tra i primi a lanciare l’allarme, definendo «suicida» la mossa di Hollywood verso il cinema a tre dimensioni, alludendo così ai flop del 3D degli anni Cinquanta e Ottanta. Una “bolla”, secondo il Telegraph, pronta a scoppiare.
In Italia, tuttavia, il 3D sembra mantenere un certo appeal. Ed è anche vero che non tutte le sale sono attrezzate per le tre dimensioni (sono circa 500 nel Belpaese). Ma è anche vero che solo pochi giorni fa il Tar del Lazio ha rigettato le richieste degli esercenti cinematografici, i quali ora saranno tenuti a sconsigliare la visione in 3D ai minori di 6 anni e informare gli spettatori sui rischi legati alla visione dei film con gli occhialetti (necessariamente monouso). Diverse case, ultima la Sony, hanno messo in guardia i propri utenti dagli effetti collaterali della terza dimensione. E, basta farsi un giro nei forum di tecnologia su Internet, sempre più persone mostrano frustrazione nei confronti del 3D, e per la scarsa qualità e per i problemi di salute, senza tralasciare i costi. Qualcuno dice che se il “ben lungimirante” porno ha puntato poco sul 2D, qualcosa significherà.