Andrea Gagliarducci, Il Tempo 31/7/2010, 31 luglio 2010
TAGLIANO L’ACQUA AL SANTO SEPOLCRO
Milioni di pellegrini da tutto il mondo vanno a visitare la basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme- Non solo cattolici, ma anche fedeli di altre confessioni cristiane. Hanno spazi in comune, come i bagni dei pellegrini. Hanno anche spazi rigidamente divisi a seconda della confessione. Da sempre usufruiscono dell’acqua corrente gratuitamente. Fino ad oggi. Perché l’autorità municipale di Gerusalemme ha chiesto alla basilica del Santo Sepolcro il pagamento delle bollette, anche arretrate a partire dal 1967, pena il taglio di rifornimenti d’acqua. Secondo alcune indiscrezioni, lo stesso Vaticano potrebbe muoversi, chiedendo l’intervento del governo israeliano per scongiurare questa minaccia. Un’ipotesi che padre David Maria Jaeger, francescano, membro ed esperto giuridico della Delegazione della Santa Sede alla Commissione Bilaterale Permanente di Lavoro tra la Santa Sede e lo Stato di Israele, si sente di escludere. La basilica del Santo Sepolcro si trova nella Città Vecchia di Gerusalemme. Pur circondato da mercati, negozi di souvenir e minareti, ha mantenuto intatto il suo richiamo sui pellegrini, che lo visitano per meditare sul mistero della Resurrezione.
Ha goduto di una fornitura gratuita di acqua sin da quando il servizio è stato attivato nella zona, e la fornitura copriva sia le aree comuni che le aree "private" delle varie confessioni cristiane. Aree che sono stabilite dallo Statu Quo, come è definito in regime internazionale il territorio presso cui sorge la basilica. In pratica, spazi, tempi, e funzioni vengono ripartiti (in maniera molto rigida) tra la Chiesa Cattolica, rappresentata dalla francescana Custodia di Terra Santa, e diversi gruppi di monaci non cattolici, in maggioranza greci e armeni, ma anche copti, etiopi e siri ortodossi Tutti governi che si sono succeduti in Israele hanno fornito gratuitamente l’acqua al Santo Sepolcro, sia il governo britannico della Terra Santa (1917-1948), sia quello giordano (1948-1967) e finora anche il governo israeliano. Oggi, però - ha rivelato AsiaNews, agenzia del Pontificio Istituto per le Missioni Estere, citando fonti che "preferiscono rimanere anonime" - le autorità municipali israeliane hanno cominciato a chiedere il pagamento delle bollette. Indirizzando le domande di pagamento ad un ente inesistente, "la chiesa del Santo Sepolcro". Padre Jaeger vede dietro la richiesta di pagamento il lavoro di funzionari troppo zelanti, i quali "non fanno politica: notano che c’è un posto dove arriva una fornitura d’acqua che non viene pagata, e allora agiscono secondo routine, richiedendo il pagamento e minacciando di tagliare la fornitura. Un’iniziativa burocratica che segue una logica burocratica.
Questi funzionari non sanno che la Chiesa del Santo Sepolcro è solo uno spazio fisico, non c’è un’amministrazione: per questo i loro solleciti sono rimasti senza risposta". AsiaNews mette in luce - riferendo l’opinione di uno studioso dei rapporti Chiesa-Stato in Terrasanta - che "la domanda di pagare per il passato è palesemente infondata, perché si trattava di una scelta politica consapevole e coerente di tutti gli Stati che si sono succeduti a Gerusalemme". Una cortesia che ha riguardato anche altre chiese, e non solo la Chiesa del Santo Sepolcro. Per quanto riguarda il futuro, invece, " nessuno nega che l’acqua corrente possa essere vista come un ’bene di consumo’ per il quale si dovrebbe sempre e comunque pagare un giusto prezzo". Ci vorrà comunque un accordo definito in base alla divisione degli spazi stabilita dallo Statu quo, e probabilmente sarà necessario istallare impianti distinti con i rispettivi contatori per ogni confessione che usufruisce dello spazio. Sono banali questioni contrattuali. Anni fa, anche in Italia si aprì un contenzioso tra Santa Sede ed Acea per il pagamento delle bollette riguardo la manutenzione delle tubature in zona extraterritoriale. Alla fine, il Vaticano scelse di pagare l’Acea, appaltando all’ente la manutenzione degli impianti.