Paolo Giordano, il Giornale 31/7/2010, pagina 26, 31 luglio 2010
Intervista a Lucia Bosé - Ma ha un impeto che è poesia. Quando parla, Lucia Bosé è elegante, misurata, sincera fino in fondo
Intervista a Lucia Bosé - Ma ha un impeto che è poesia. Quando parla, Lucia Bosé è elegante, misurata, sincera fino in fondo. E arrembante, costi quel che costi, con quel suo spirito che segue sempre il rigore di un endecasillabo e la lirica di un verso d’amore.Come stavolta: ha deciso di leggere, anzi recitare, le poesie di Alda Merini. Sono nate, loro due, nello stesso anno, il 1931, nella stessa città, Milano, e a dividerle ci ha poi pensato la vita. Stasera Lucia Bosé leggerà una decina di poesie a Porto Cervo mentre Giovanni Nuti, il fior di cantautore che ha accompagnato la poetessa fino alla fine, presenterà anche otto loro brani inediti pubblicati un mese fa nel cd Una piccola ape furibonda . L’intreccio è dolce e malinconico, versi canzoni ricordi. E di sicuro, là dov’è ora,anche la Merini ascolterà il suono della sua poesia, magari facendo finta di niente, magari fumando di nascosto. Signora Bosé, d’accordo che lei abitua alle sorprese: ma questa, poi. «Ho sempre amato la Merini. E ho visto lo spettacolo che a marzo al Dal Verme di Milano Valentina Cortese e Milva hanno portato in scena con Giovanni Nuti. Chissà se sarò all’altezza, prima di giudicare bisogna sempre vedere i risultati». La Cortese era un’amica della Merini. «E infatti è stata bravissima. Io invece non l’ho mai conosciuta. Purtroppo». Sarà ancora più difficile allora entrare nello spirito dei versi. «Li avrò letti quattrocento volte, naturalmente. Io reciterò dieci o dodici poesie, Nuti canterà ». Di certo emozionante. «E anche l’altra sera, durante le prove, mi sono accorta che recito meglio, che mi calo meglio nei versi scritti in manicomio piuttosto che in quelli d’amore. Ma è comprensibile: l’amore non lo ricordo più bene. Ma il manicomio ce lo portiamo dentro tutti, sempre e per sempre». Lei si porta dietro anche una grande carriera. «Diciamo dignitosa». Insomma: Miss Italia nel 1947, debutto al cinema con Antonioni, poi Bunüel e Ozpetek. «Allora si può dire che ho sporcato questa carriera con la tv.D’altronde bisogna pur guadagnare qualche soldino e la tv, si sa, tutti la fanno per soldi». Che pessimismo. «In fondo la tv non è arte, è solo mestiere. Invece il cinema è arte». In tv lei ha esordito oltre quarant’anni fa in Spagna. E qui da noi è ritornata proprio pochi mesi fa con Capri 3 . «Magari giriamo anche la prossima serie, non c’è ancora nulla di certo. In questo momento stanno scrivendo la sceneggiatura, vedremo». Tanto lei chi la ferma. «In effetti mi sento come una ventenne». Nei suoivent’anni incontrò il torero Luis Miguel Dominguín e divenne un’icona. «Ma ho sempre bisogno di cose nuove. Anche adesso. E difatti mi piacerebbe andare in tournée con le poesie della Merini, questo è un recital che mi piace molto». Lei però ormai vive in Spagna. «Sì, io praticamente sono spagnola ». Qualche anno fa, quando entrò nella Plaza de Toros di Madrid per un concerto di suo figlio Miguel, ci fu un boato entusiasta. «Quello è un luogo simbolico, per gli spagnoli la corrida vuol dire tanto. Molto più di quello che si pensa». Però adesso i catalani l’hanno vietata. «Loro non si ritengono spagnoli. E si vede anche da queste decisioni, che a me sembrano molto sbagliate». Vuol dire che le piace la corrida? «Non vado mai a vederla. Quando c’era mio marito,venivano a toreare in casa, avevamo una piccola arena». Ma le piace o no? «Non particolarmente. Però è bellissima.Anche Pablo Picassomi diceva che in fondo è l’arte più nobile, un uomo e un animale che si giocano la vita: può morire l’uno o l’altro, non si sa». Contraria al divieto, quindi. «In Spagna piuttosto proibirei quelle usanze popolari e crudeli tipo appiccare il fuoco alle corna dei tori e cose del genere. Sono inumane». Vedremo. Intanto adesso per un po’ rimarrà in Italia. «Magari inizia anche una nuova carriera. E poi sa che cosa le dico?». Prego. «Quando recito questa poesie, sento che la Merini ci ha messo il suo zampino. Sento la sua presenza. Io credo molto in queste cose. Come mi accorgo che i suoi versi sono veri e non inventati, che sono vissuti e sofferti sul serio, così sento che lei è d’accordo che sia io a recitare le sue parole».