A. De Bac, Corriere della Sera 29/07/2010, 29 luglio 2010
LA MANOVRA DEI TAGLI E DEI SACRIFICI. SI’ ALLA FIDUCIA, OGGI IL VOTO FINALE —
La Camera ha approvato ieri la fiducia, chiesta dal governo, sulla manovra economica da 25 miliardi: sono stati 329 i voti favorevoli e 275 quelli contrari. L’Aula è poi passata all’esame degli ordini del giorno. Oggi è previsto il via libera definitivo, che chiuderà il percorso parlamentare del decreto che era stato approvato in Consiglio dei ministri il 25 maggio scorso.
Termina così un iter complesso di una manovra che, ha detto ieri il premier Silvio Berlusconi, «comporta sacrifici» ma che «era necessario» far passare per evitare guai peggiori. «Se non fosse stata approvata la manovra o avessimo fatto cadere il governo— ha spiegato il presidente — avremmo fatto la fine della Grecia».
La manovra è stata molto contrastata, soprattutto dagli enti locali che pagano il conto più salato: 13 miliardi di tagli. Le Regioni sono arrivate a minacciare la restituzione allo Stato di deleghe importanti. «Con l’approvazione definitiva della manovra non possiamo che ribadire che essa è insostenibile: i tagli sono pesanti e gravi e ricadranno pesantemente su servizi e imprese», ha ripetuto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. «Per intervenire — ha aggiunto — c’è tempo fino a dicembre, fino all’approvazione della legge di bilancio e di quella finanziaria. Ora si apra un confronto vero e di merito». Ma a contestare sono state anche altre categorie: oltre a Province e Comuni, per i quali poi è stato annunciato il decreto sul federalismo fiscale, i farmacisti, gli ambientalisti, i magistrati fino ai diplomatici e ai rappresentanti delle forze dell’ordine e della cultura.
Dall’opposizione sono giunte forti critiche per una manovra che il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, ha giudicato «profondamente ingiusta e depressiva». Tra le novità introdotte nell’iter al Senato, e confermate alla Camera, il blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, le norme sulle pensioni, i tagli agli enti locali. E ancora, la riduzione degli stipendi dei manager, dei ministeri e dei costi della politica, la stretta sull’evasione fiscale e le assicurazioni. Sono arrivate anche le norme per la libertà d’impresa, i rincari dei pedaggi autostradali, su cui oggi deciderà il Tar del Lazio, e la sanatoria di oltre 2 milioni di «case-fantasma». Stamattina il Senato adotterà gli stessi tagli decisi alla Camera sugli emolumenti dei parlamentari e dei dipendenti.
A. De Bac