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 2010  luglio 29 Giovedì calendario

CASO ANTONVENETA, L’EX MINISTRO BRANCHER CONDANNATO A DUE ANNI —

Dopo il primato del dicastero durato meno (17 giorni), Aldo Brancher ottiene suo malgrado anche il record di primo ex ministro dell’attuale governo Berlusconi ad essere condannato. Due anni di reclusione e 4.000 euro di multa è la pena che gli ha inflitto il giudice Annamaria Gatto che, in un processo di primo grado per un filone dell’inchiesta Antonveneta, accoglie le richieste del pm e lo ritiene colpevole di essersi appropriato indebitamente di 427.596,03 euro della Popolare di Lodi e di aver ricettato altri 400 mila euro in contanti grazie alle manovre dell’ex patron della banca Gianpiero Fiorani.
Per questo processo Brancher è stato costretto a dimettersi dalla carica, rinunciando al legittimo impedimento. Il 5 luglio, con una dichiarazione spontanea davanti al giudice, disse che lo faceva «per evitare strumentalizzazioni e speculazioni» legate alle accuse di essere stato fatto ministro solo per congelare il procedimento.
Il sostituto procuratore milanese Eugenio Fusco ha delineato quattro ricettazioni (per due da 200 mila euro ciascuna Brancher è stato assolto) e due appropriazioni. Le appropriazioni: tra novembre e dicembre 2003, l’ex ministro avrebbe ricevuto sul conto della moglie Luana Maniezzo (stralciata e trasmessa a Lodi per competenza) 300 mila euro che Fiorani e il suo braccio destro Gianfranco Boni avevano sottratto alla Bpi da una plusvalenza di 3,4 milioni realizzata sul titolo Tim; 124 mila euro di una speculazione su Autostrade avevano fatto la stessa strada. Le due ricettazioni riguardano soldi che i vertici della banca avevano preso dalla cassa: nella primavera 2001 un emissario di Fiorani consegnò a Brancher una busta con 200 mila euro presso l’Autogril di San Donato Milanese; il 31 marzo 2005 altra busta, sempre con 200 mila euro venne consegnata negli uffici di Lodi. Fiorani ha confessato che queste manovre servivano a costituire una lobby di parlamentari favorevole al mandato a vita dell’allora Governatore di Bankitalia Antonio Fazio. Ha anche dichiarato che nell’autunno 2004 «l’appoggio incondizionato della Lega alle posizioni di Fazio» sarebbe stato barattato con il salvataggio dalla bancarotta dell’allora banca leghista Credieuronord. Ed infatti, l’ultimo episodio per il quale Brancher è stato condannato originariamente coinvolgeva anche il ministro alla Semplificazione normativa Roberto Calderoli che, secondo Fiorani, doveva ricevere parte dei soldi dati a Brancher. Al pm Calderoli disse di non aver ricevuto niente e, non essendoci altri elementi, fu archiviato. «L’unica persona che avrebbe potuto fornire una versione diversa rispetto a quella di Fiorani è Brancher stesso, e io non ho il rimorso di non averlo convocato » , afferma Fusco in udienza per rimarcare che l’ex ministro non si è mai fatto interrogare. L’avvocato Filippo Dinacci parla di «accusa dimezzata» e in gran parte a rischio prescrizione, sicuro che «in appello le residue imputazioni saranno eliminante». «L’onorevole vuole uscirne pulito», assicura l’altro difensore, l’avvocato Piermaria Corso.
L’ex ministro non rischia nulla. La pena, già ridotta di un terzo dal rito abbreviato e sospesa dalla condizionale, è comunque coperta dall’indulto.
Giuseppe Guastella