Marco Gorra, Libero 28/7/2010, 28 luglio 2010
HO PURGATO TOTTI
«Hai buttato fuori il capitano. E mo’?». Lunedì sera, le nove e mezza passate da poco. Lo sconcio si è appena compiuto. E ce l’hanno tutti col sottoscritto.
Flashback di qualche minuto. Lobby di Partypoker.it, torneo di Texas hold’em “Media contro Totti”. Nove giornalisti e il capitano della Roma (che di Partypoker è testimonial) allo stesso tavolo. C’è anche la chat, così i virgolettati sono assicurati. Ci siamo tutti, cominciamo. Prima mano. Il cronista si ritrova con K e 8 a cuori, niente di eccezionale. Però hai visto mai che escono i cuori, giochiamocela. Primo giro di carte e vengono giù tre cuori in fila: colore, e per giunta col re. Vincere la prima mano fa sempre morale, e il cronista è tutto contento. Solo che Totti inizia a rilanciare. Controrilancio. Rilancio. Altro controrilancio. Finché il numero 10 giallorosso va all in, ossia punta tutto il gruzzolo invitando l’avversario a fare altrettanto: cucuzzaro contro cucuzzaro, chi vince prende tutto e chi perde saluta. Il cronista è nel dramma: la mano è in cassa (Totti vincerebbe solo con due cuori di cui un asso, e quanto a probabilità siamo allo zerovirgola), e la sopravvivenza dell’illustre pokerista la decide lui: gesto signorile e mano passata o colpo di grazia? Per motivi che saranno chiari fra poco, la prima opzione viene tosto scartata: showdown sia. Il capitano ha due assi e va clamorosamente a sbattere contro il colore. Totti eliminato alla prima mano, sì e no trenta secondi di partita.
Gelo. I colleghi che devono scrivere e avevano bisogno delle battute di Totti la prendono male. Il cronista che inizia a rendersi conto dell’enormità del gesto prova a giustificarsi dicendo che non è colpa sua se Totti, inebriato dai due assi in mano, non ha tenuto nel giusto conto i tre cuori in tavola che pure un po’ avrebbero dovuto allarmarlo. Niente. Quelli non sentono ragioni. Anche perché, nel frattempo, ignoti detrattori hanno svelato il retroscena: il cronista è della Lazio. Affronto. Il tavolo verde si trasforma in un nanosecondo nel bancone del bar sport, e sono momenti alti. Si tirano in ballo derby, figuracce e anime de li mejo. Il torneo, ancorché orbo di Totti, procede e alla fine il cronista pur giocando a tratti come un ubriaco riesce pure a vincerlo: cento euro di bonus, a maggior gloria delle prossime partite su Partypoker.
Ma il premio vero è un altro. Quello per chi batte Totti: ossia la maglia originale del capitano con tanto di autografo. «Gliela mando pure se è laziale», assicura Totti a bocce ferme, «io la parola la mantengo sempre». Il cronista fa spazio nell’armadio. E, già che siamo in argomento magliette, tira le somme del conto dei giorni. I giorni che sono passati dall’11 aprile ’99, derby di ritorno. A oggi, al netto dei bisestili, fanno 4.124 giorni. 4.124 giorni che aspettavo questo momento: capitano, ti ho purgato ancora.