Leonardo Martinelli, Il Sole-24 Ore 29/7/2010;, 29 luglio 2010
ORA JEAN PAUL GAULTIER «VESTE» ANCHE I MOBILI
Jean Paul Gaultier, classe 1952, ex enfant terrible della moda francese, ancora una miniera di idee ed entusiasmi giovanili, ama ricordare che trascorre molto tempo a letto. Pure quando era al liceo, ritornava a casa e, per fare i compiti, si sdraiava subito nella sua camera. Questo pomeriggio arriva (in ritardo) nel negozio Roche Bobois, sul boulevard Saint-Germain, per presentare la linea da lui concepita per il marchio francese di arredamento. E anche stavolta, per rispondere alle domande, si allunga sul letto. Da lui disegnato. «Non mi prendo per un designer di mobili – precisa Gaultier - . Nelle mie collezioni di moda ci sono sempre le righe bianche e blu delle uniformi dei marinai, elementi della corsetteria, come pizzi e ricami. E sempre i tatuaggi. Sono gli ingredienti con i quali cucino i miei vestiti. Ebbene, li ho utilizzati anche per vestire questi mobili».
La linea Roche Bobois by Jean Paul Gaultier comprende alcune sue «vecchie » creazioni di arredamento. Correva l’anno 1992. Jean Paul concepì per il Via, organismo francese di sperimentazione nel settore dei mobili, alcune «chicche», ora rieditate da Roche Bobois: si tratta della poltrona Ben Hur, simile a quella dei carri dei gladiatori, in velluto rosso (o verde) e che si sposta su due ruote. Oppure mobili composti di valigiette e bauli, tipo cassetti. Quelle creazioni,finora unica incursione dello stilista nell’arredamento, non erano state prodotte in serie. E i pochi prototipi commercializzati erano stati venduti a peso d’oro. «In quegli anni viaggiavo molto – racconta Gaultier - . Andavo in Italia, soprattutto. Tante volte non potevo neanche disfare la valigia prima di una nuova partenza: un tipo di vita che ho tradotto in quei mobili. Trovavo divertente questa poltrona su ruote da poter spostare da una stanza all’altra».
Le novità sono invece rappresentate dal letto. E, soprattutto, dall’armadio, pure lui su ruote, che si apre fino ad assumere le sembianze di un paravento, dove sono impressi motivi rubati al mondo del tatuaggio. «Ho pensato a mia nonna, che era infermiera e massaggiatrice. A casa sua c’erano tanti paraventi ». Gaultier ha poi rivisto a modo suo il divano Mah-Jong, uno dei pezzi simbolo di Roche Bobois: modulabile, dai cuscini intercambiabili, distribuiti sul pavimento. Già Missoni e Kenzo avevano fornito la loro versione di questo divano, inventato nel 1971 da Hans Hopfer. Ora è stata la volta di Gaultier, coinvolto da Gilles Bonan, alla guida di Roche Bobois. Nel Mah-Jong di Jean Paul si ritrova il suo universo: i motivi derivati dall’abbigliamento dei marinai nella versione Matelot (perfino i pompons rossi, qui sui cuscini). O gli stampati ispirati al tatuaggio e ai merletti nella versione Couture. Il tutto, va detto, è visivamente ingombrante. «Si puo’ utilizzare un solo elemento, con tanto bianco intorno. O si possono mescolare più pezzi di questa collezione. E allora si va verso il kitsch. Perché no?».
Le incursioni degli stilisti nell’arredamento si fanno sempre più numerose. Vivienne Westwood reinterpretò tre anni fa i divani Molteni, l’anno scorso è stata presentata la prima linea di mobili Diesel in collaborazione con Moroso. Diane von Fürstenberg presenterà l’anno prossimo la sua prima collezione di arredi. Gaultier continuerà su questa strada? Di tempo ne avrà a disposizione. Sebbene continui l’attività con la sua maison, ha da poco abbandonato la direzione del prêt-à-porter femminile di Hermès (dopo sette anni,l’ultima sua collezione uscirà a ottobre). «È l’inizio di una nuova avventura, dopo una lunga storia d’amore» commenta Jean Paul. Che, riguardo alla possibilità di disegnare di nuovo per Roche Bobois, ammette: «Ho ancora qualche idea».