Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 29 Giovedì calendario

GLI STRANIERI E L’ORO DI MOSCA

Quelle dei primi anni 90 furono caotiche, opache e velleitarie. Di certo non furono una storia di successo: ne uscì un sistema produttivo inefficiente, minato da sprechi e corruzione; ne uscirono oligarchi economici così forti da arrivare a sfidare l’autorità dello stato centrale, che poi, con Putin, si sarebbe preso la sua rivincita, rinazionalizzando quasi ogni settore dell’economia. Ora Mosca è pronta a ritentare la strada delle privatizzazioni, mettendo sul piatto gruppi strategici come Rosneft. Glielo impone la necessità di ripianare il deficit senza forzare la leva fiscale e senza tagliare la spesa pubblica (nel 2012 ci sono le elezioni presidenziali). Il piano che il governo si prepara a varare sarà molto diverso dallo smantellamento del sistema produttivo sovietico. Mosca non ha alcuna intenzione di cedere la maggioranza di nessuna delle undici società che in qualche modo saranno aperte ai capitali privati. I mercati però si aspettano che ad andare in modo diverso sia soprattutto qualcos’altro. E vorrebbero vedere procedure trasparenti, gestite da banche internazionali, senza discriminazioni verso gli investitori esteri. Questa sì che sarebbe una svolta.