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 2010  luglio 28 Mercoledì calendario

IL SEGRETO E’ L’AMPIEZZA E LA FREQUENZA DEL PASSO —

La macchina umana è davvero un meraviglioso congegno che non si finisce mai di studiare abbastanza. Per correre o marciare il più velocemente possibile, per esempio, bisogna saper innanzitutto gestire l’ampiezza (la lunghezza) e la frequenza (il numero di appoggi al suolo) dei passi. Per riuscirci, non si può fare a meno di possedere una perfetta coordinazione motoria e una grande decontrazione muscolare nel momento del massimo sforzo. Sembrerebbe la scoperta dell’acqua calda ma soltanto per chi è poco attento al gesto tecnico dei grandi campioni dell’atletica. Sull’extraterrestre Usain Bolt si sa quasi tutto: solo lui riesce a mantenere negli ultimi 50 metri un’ampiezza media di falcata di m2, 77, arrivando sul traguardo dei 100 metri con 41,3 passi, soprattutto correndo in assoluta decontrazione, pur avendo frequenza e tempi di appoggio al suolo davvero strepitosi. Che queste qualità facciano sempre la differenza nell’atletica moderna, lo abbiamo ammirato anche ieri mattina osservando l’azione del russo Stanislav Emelyanov, 20 anni nemmeno compiuti, che ha dominato la 20 km di marcia, davanti a Schwazer. La sua azione rappresenta il punto più alto dell’evoluzione tecnica della marcia, perché mette insieme l’esperienza del passato con l’evoluzione moderna richiesta da ritmi di gara sempre più veloci, anche sotto i 4’ al chilometro. Per riuscirci Emilyanov esprime un’ampiezza di passo che ricorda quello del periodo d’oro di alcuni miti della specialità come Dordoni e Pamich, ma con ben altra frequenza nella fase di appoggio-spinta. Osservato al ralenty, se si nota una leggera e inevitabile fase di sospensione, l’atleta russo sembra scivolare via sull’asfalto con una continuità di azione, come se invece che marciare su una strada scivolasse via su un tapis roulant. Importante anche l’azione delle braccia, molto ampia e avanzante, che lo aiuta a proiettare in avanti il baricentro, nell’azione di spinta. Uno spettacolo tecnico per buongustai, anche per chi si intende poco di gare di marcia. Anche per questo, l’argento di Schwazer è un risultato prezioso e pesante. E soprattutto senza rimpianti, ma aperto al futuro, cioè alla 50 km di venerdì. A proposito di giovani talenti da studiare tecnicamente, ancora una volta si è ammirata l’azione del francese Lemaitre, che con 10’’ 19 ha fatto segnare il miglior tempo nelle batterie dei 100 metri. Pure stavolta negli ultimi 50 metri, è riuscito ad esprimere un’ampiezza di m 2,67, passando il primo turno con meno di 43 passi.
Giorgio Rondelli