Paola D’Amico, Corriere della Sera 28/07/2010, 28 luglio 2010
IL POSTINO NON SUONA PIU’ IL SABATO —
Niente più consegna della posta al sabato. Se non su richiesta e per corrispondenza «pregiata». Tradotto, raccomandate e telegrammi. Il postino cambia vita: settimana corta e turni fino a sera. In teoria, anche i cittadini che non dovranno più inseguire gli avvisi di posta celere. Perché sarà possibile, invece, per privati, uffici e condomini in blocco concordare il giorno della consegna.
Poste Italiane rivoluziona il recapito. Di ieri la firma dell’accordo con le organizzazioni sindacali (sei le sigle interessate), che introduce il nuovo orario di lavoro per 35 mila portalettere chiamati a «movimentare» un volume di corrispondenza pari a sei miliardi di «pezzi» all’anno.
Il nuovo corso si sperimenterà a partire da settembre, in una decina di località, sparpagliate in tutta la penisola, dal Sud al Nord: Modica e Vittoria, nel ragusano, Fabriano nelle Marche e Prato in Toscana, il quartiere Bravetta nella Capitale, Boario e Lovere in Lombardia, Caluso in Piemonte. Un rodaggio indispensabile per la messa a punto del modello organizzativo che sarà poi esteso, in vista della completa liberalizzazione del mercato, in vigore dal 1° gennaio 2011.
Il portalettere si specializza e l’obbiettivo è un servizio postale ritagliato su misura di utente. Con le raccomandate che arrivano a casa o in ufficio nel giorno e all’orario concordato («Dimmiquando»), così come i telegrammi, il messo notificatore e il ritiro a domicilio. A questo capitolo sarà dedicata una task force di portalettere, ogni giorno dalle 14 alle 20, il sabato dalle 8 alle 14.
Critiche le associazioni consumatori. A Milano, fanno notare, «in molte zone già da tempo non arriva la posta il sabato e nei feriali, quando arriva, le portinerie hanno appena chiuso. E c’è un turn over di postini giovani e inesperti».
Ancora, per evitare che la posta intasi la buca delle lettere quando si è in vacanza e gli uffici chiudono per ferie, Poste Italiane propone nel catalogo delle novità «Aspettami»: attivare il servizio è possibile anche attraverso il sito ( www.poste.it).
E mentre cresce il numero dei «Postini telematici» (sono 12 mila), muniti di palmare e stampantina mobile, in grado di portare a domicilio anche i servizi a pagamento (accettazione di raccomandate e pacchi), la rivoluzione della settimana corta avrà una ricaduta immediata sull’hub di Montichiari (Brescia), che per Poste Italiane ogni giorno smista montagne di corrispondenza nel paese e nel mondo: fermi i postini nel weekend, a terra anche i voli postali il venerdì e sabato notte. «Con benefici per l’ambiente», dice Massimo Sarni, amministratore delegato di Poste Italiane. «Non siamo noi i pionieri della settimana corta— aggiunge —. In Europa il postino è già feriale. Anche Deutsche Post è pronta a seguire in nostro esempio e negli Stati Uniti Us Postal Service è in attesa del via libera del Congresso per allinearsi al modello scelto dagli altri operatori. L’azienda deve differenziarsi, seguire il cliente». Un esempio per tutti: ogni giorno, in Italia, un esercito di postini tenta la consegna di 60 mila raccomandate. In due casi su tre, senza successo. Il destinatario è assente, troverà l’avviso nella buca delle lettere, ma la raccomandata sarà già tornata nell’ufficio da cui era partita.
Differenziarsi è una «necessità per salvare un business», quello della lettera e della cartolina, minato dalla comunicazione web, spiega Sarni. «La corrispondenza è in costante riduzione, il trend è al momento del -2 per cento. Mentre cresce il costo di servizi che i clienti vogliono sempre più specializzati», conclude l’ad. Come quello che consente al cliente di seguire online fino alla destinazione il viaggio di un documento spedito sotto casa.
Cambiano le priorità delle Poste, anche se l’Italia, è un fatto, continua a rimanere fedele, per esempio, al telegramma: se ne spediscono 12 milioni e mezzo all’anno. Record indiscusso nel panorama dell’Unione Europea.
Paola D’Amico