Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 28 Mercoledì calendario

2 articoli - «ESCORT GIOVANISSIME IN DISCOTECA» — Escort «giovanissime» pronte a prostituirsi con i rampolli della Milano bene dalle tasche gonfie di soldi di papà, giovani starlette che, attratte dalla coca, sniffano come se farlo non sia altro che un vezzo innocente, poliziotti e vigili urbani che, invece di intervenire per far rispettare la legge, collaborano con le discoteche alla moda nelle notti del divertimento milanese

2 articoli - «ESCORT GIOVANISSIME IN DISCOTECA» — Escort «giovanissime» pronte a prostituirsi con i rampolli della Milano bene dalle tasche gonfie di soldi di papà, giovani starlette che, attratte dalla coca, sniffano come se farlo non sia altro che un vezzo innocente, poliziotti e vigili urbani che, invece di intervenire per far rispettare la legge, collaborano con le discoteche alla moda nelle notti del divertimento milanese. È il quadro disegnato dal pm Frank Di Maio nel chiedere otto arresti (concessi lunedì 5 domiciliari) per un giro di droga nell’Hollywood e nel The Club di Milano, che sono stati sequestrati, e per una tangente imposta nelle pratiche per il rilascio di una licenza per un altro locale. Un’indagine, però, datata al 2007-2008 e per la quale il pm ha presentato le sue richieste al Gip Giulia Turri il 3 febbraio 2009. Ed è per questo che ieri l’avvocato Andrea Fares, che difende Davide Guglielmini, uno dei soci delle discoteche ai domiciliari, ha chiesto la revoca di arresto e sequestri perché in due anni la situazione è profondamente cambiata nei due locali: «Non c’è più il privé e soprattutto non c’è più il bagno esterno. Qualcuno ci dica cosa dobbiamo fare, dato che non si possono mettere la telecamere nei bagni e nemmeno perquisire i clienti del locale». Dentro questi due ambienti, secondo l’accusa, corroborata da intercettazioni audio e video, a sera la droga cadeva come neve, tanto che una testimone ha detto che la si calpestava sul pavimento. Era «una sorta di zona franca» dove i vip, protetti dal servizio di sicurezza interno, «si ritengono immuni e affrancati dal rispetto delle leggi» e lontani «dallo sguardo dell’opinione pubblica che, per alcuni di loro, può determinare il successo o il fallimento professionale». Personaggi che «tutelati, nascosti e protetti dai gestori dei locali, in nome di un distorto concetto della privacy, confidano di poter dar corso liberamente ad ogni comportamento», aggiunge la Procura nelle 461 pagine della richiesta di arresto. C’era talmente tanta droga in giro che la modella brasiliana Fernanda Lessa ha dichiarato che, quando era lì, nonostante non disdegnasse la coca, temeva che qualcuno la drogasse a sua insaputa: «Bisognava tenere con sé sempre il bicchiere perché potevano metterci la droga per farti diventare più accondiscendente ai rapporti sessuali». A portare la coca erano «driver» e pr, bei ragazzi introdotti nel mondo dello spettacolo che poi la cedevano ai rampolli i quali, a loro volta, la passavano alle starlette. Due anni fa per questo traffico hanno patteggiato la Walter Agostoni (un anno) e Pietro Tavallini (10 mesi). Il secondo, si legge negli atti, era «intimo amico di Fernanda Lessa, Francesca Versace, Paris Hilton, ha avuto frequenti contatti telefonici con Manuela Arcuri, Valeria Marini, Francesca Lodo, Alessia Fabiani e Nina Moric», non coinvolte nell’inchiesta. I proprietari non intervenivano, sostiene il pm Di Maio: all’ Hollywood e al The Club il consumo veniva «tollerato se non incrementato, ma in un ambito assai ristretto ed in favore di un gruppo selezionato di clienti». A spiegare il perché di tanta droga gratis è Tavallini che al Pm dichiara: «Per darsi visibilità, così al tavolo sono sempre presenti belle ragazze e il direttore del privé concede un tavolo centrale e visibile». Pagano i clienti facoltosi: 100/150 euro a bottiglia di champagne. È una «clientela ricca e capricciosa» che gode anche della «connivenza di rappresentanti delle istituzioni», tipo il commissario di Polizia che arrotonda come factotum dei titolari e accompagna le escort in albergo, oppure il commissario aggiunto della polizia locale che, addetto alla sicurezza, qualche volta mena pesantemente le mani tra le piste da ballo. Da sempre nei locali notturni le escort sono d’ordinanza. Ragazze giovanissime e bellissime, italiane e straniere, che non hanno sfondato nel mondo della moda o dello spettacolo e che per racimolare i soldi dell’affitto o per il vestitino all’ultimo grido vengono «reclutate appositamente per accompagnare le serate dei clienti e indurli a bere». Sono le ragazze immagine, dalla discoteca prendono 100/150 euro a sera, ma se si concedono per un fuoriprogramma a letto ricevono dal cliente 300/1.000 euro. Sonia, che nel 2008 ha 23 anni, aveva cominciato 4 anni prima «per gioco e per soddisfare qualche esigenza economica, poi l’ho fatto con maggiore professionalità», dichiara a verbale spiegando che all’Hollywood «l’accordo era di andare ai tavoli in cui si consumavano alcolici, se poi avessi voluto avrei potuto avere incontri sessuali con i clienti ma in compenso non avrei avuto il pagamento per la serata». Giuseppe Guastella «NEL PRIVE’ SOLO TRASGRESSIONI. E TUTTI VOLEVANO ENTRARCI» — Confessi, quante volte? «Mai». Impossibile, uno come lei. «Mi ci faccia pensare... sì, ci andai, dieci anni fa. Durò un attimo, però. Sono uscito subito, non vedevo le uscite di sicurezza, io soffro di claustrofobia. E soprattutto non mi piacciono le discoteche». Eppure anche il direttore Emilio Fede è una delle «guest-star», uno dei clienti sbandierati da quelli dell’Hollywood, e mai come in questi momenti non si capisce se bluffano i primi o millantano i secondi. In ogni modo, hanno bevuto e fatto sosta al locale single, stranieri, coppie di vario tipo (Carmen Russo-Enzo Paolo Turchi, Gaspare & Zuzzurro, Ale e Franz, Filippa Lagerback e Daniele Bossari), vicini di casa e figli famosi (Rosita Celentano, i fratelli Piersilvio, Marina ed Eleonora Berlusconi). Che marea, che massa. Del resto dice il conduttore radio-televisivo Nicola Savino, all’«Hollywood» prima o poi si finisce per andare. E la coca? «La discoteca è uno specchio della società, nella società gira tanta droga, e dunque...». D’accordo, ma quand’era lì, si accorgeva dello spaccio e del consumo, vedeva, respirava? «È una droga invisibile. Che si nasconde. Non è l’eroina, con i suoi cadaveri e le siringhe». Non è l’eroina, è la cocaina, ed «è la solita farsa all’italiana» dice Fabrizio Corona: «La gente si droga al bar del Tribunale, a pranzo, in tutti i locali». E Belen? «L’hanno usata per gonfiare l’inchiesta, all’epoca era una ragazzina, oggi ha un’immagine diversa» dice Corona dell’ex fidanzata, o forse no, state ancora insieme? «Quando due persone si amano, prima che finisca un amore ci vuole del tempo». All’ Hollywood son passati Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio, chissà cosa ne pensano, da Striscia informano che sulle sventure di corso Como i due non vogliono proferir verbo. Per danzare all’ Hollywood s’è mosso il placido Carletto Ancelotti, il cui centravanti Didier Drogba, il giorno libero, prendeva l’aereo a Londra per venire proprio in corso Como. Luogo di calcio, certo. Perfino l’immobile — aggettivo dei cronisti sportiv i— Dida, già portiere del Milan, correva da queste parti. La compagnia era bella, e molto. Elena Santarelli, Luisa Corna, Magda Gomes, Anna Valle, Giorgia Surina, Roberta Capua, e via elencando. Era pieno di affascinanti signore, Elisabetta Canalis ed Elenoire Casalegno su tutte, l’Hollywood, una sera del gennaio del 2009, per festeggiare il suo compleanno numero 23. Fuori, si faceva quasi a botte per passare l’ingresso e accedere ai privé, naturalmente in cerca di trasgressioni, peccato, eccessi: davvero, c’era gente che avrebbe venduto la casa. E ci fu qualcuno che, pur avendo l’invito, diede picche. Il calciatore David Beckham. Come fa sapere la Gazzetta, Beckham mandò in avanscoperta la squadra di body-guard. Locale strapieno, rapporto negativo, lui rimase in ciabatte in hotel. Fosse arrivato, magari avrebbe incontrato il cane di corso Como. «Leggenda o storia vera», dice la presentatrice Camila Raznovich, una sola presenza, assicura, nella discoteca, anni fa, «c’è un cane che a furia di passeggiare davanti ai locali e annusare cocaina si è così impizzato da svenire. L’hanno ricoverato. Ma di cosa ci scandalizziamo? La coca? Ce ne accorgiamo ora?». Dice Camilla che è la scoperta dell’America. Infatti, benvenuti all’ Hollywood. Andrea Galli