Giampiero Calapà, il Fatto Quotidiano 28/7/2010;, 28 luglio 2010
IL PERICOLO TIR VIENE DALL’EST SULLA STRADA SENZA REGOLE
Pericolo Tir. Con esodi e contro-esodi ormai imminenti sulle strade del Paese, soprattutto sulla direttrice Nord-Sud, già in questi giorni molti italiani sono impegnati nella gimkana fra autoarticolati. Nei nostri occhi rimangono le immagini di incidenti spettacolari come quello dell’agosto 2008 sull’A4, direzione Trieste: salto di carreggiata di un camion e sette morti tra fiamme e groviglio di lamiere. O come il 13 luglio scorso, due morti e 27 feriti sul Passante di Mestre per un rimorchio ribaltato alle 3 del mattino e uno scontro fra Tir due ore dopo.
Zero controlli
BISONTI che fanno sempre più paura e la stessa Federazione degli autotrasportatori (Fai) continua a denunciarne i motivi: controlli in diminuzione, regole non applicate, gente che generalmente opera indisturbata nella mancanza del rispetto delle norme. I dati Inail sugli infortuni sul lavoro rivelano un quadro ancora più allarmante, perché nel settore dei trasporti (terzo in questa triste classifica dopo edilizia e metalmeccanica), con 46 mila incidenti nel 2008, un morto su due è un autista. Ieri a Messina un bambino di10anniinbiciclettaèstatotravolto da un Tir mentre attraversavaunospiazzo.Trascinatoper diversimetri,unaruotadelmezzo pesante gli ha schiacciato un braccio: in serata era in prognosi riservata. Sempre ieri un camion si è ribaltato sulla Brescia-Padova finendo addosso a un’automobile che procedeva in senso inverso, tre persone sono rimaste ferite. E sulla Palermo-Catania un altro camion ha invaso la carreggiata opposta investendo un’automobile. Il bollettino quotidiano è sempre drammatico, “ma non si tratta di incidenti stradali – spiega Rocco Lamparelli della Filt Cgil – sarebbe più corretto definirli infortuni sul lavoro”. Per la Cgil una delle maggiori cause di questo disastro giornaliero sulle strade dipende dai cosiddetti “lavoratori a chiamata”. Un fenomeno sempre più diffuso, che mette su strade e autostrade lavoratori dell’est, soprattutto romeni,“presiinaffittodalleditte di autotrasporto – spiega Lamparelli – da società romene, in modo da pagare l’autista fino al 50% in meno rispetto a un collega italiano”.
Cento ore di guida
SI PASSA così dalle mille e 400 euro lorde (più trasferte e straordinari per un massimo di 47 ore di guida) per un camionista italiano ai 700 euro per uno romeno .“Loscandalo-denunciaLamparelli - sta nel fatto che queste società che dalla Romania affittano gli autisti alle ditte di auto-trasporto italiane, in realtà non sono rumene, ma di italiani che sdoppiano loro società già esistenti proprio con questo scopo: quindi siamo di fronte ad un’anomalia compiuta nella legalità ma che di fatto mette continuamente in strada pericoli ambulanti”.
Pericoli ambulanti perché questilavoratori,cheguadagnanola metà di un camionista italiano, vivono sull’automezzo giorno e notte, arrivando anche “a oltre centoorediguida,senzanessun controllo”, come denuncia la Cgil, abbattendo drasticamente la propria lucidità alla guida del Tir,veracausadimoltiincidenti. Il sindacato chiede al governo l’azzeramento totale del lavoro a chiamata, che in questo momento interessa 300 camionisti su strade e autostrade italiane.
Sindacato contro Fai
LA CGIL prende atto anche delle denunce della Federazione autotrasportatori, condividendole, ma non risparmiando critiche alla Fai stessa: “Bisogna ricordare che Paolo Uggé - attaccaLamparelli-verticedellaFai,è stato sottosegretario con delega ai trasporti in un precedente governo Berlusconi e che la sua organizzazione, assieme alle maggiori aziende di autotrasporti, ha sempre condiviso tutte le nefandezze prodotte da questo e dagli altri governi di questi anni: dei 700 milioni di euro destinati all’autotrasporto dall’ultima Finanziaria di Tremonti neppure un centesimo è stato speso per la sicurezza e le infrastrutture”.