Nicoletta Maraschio, Interventi&Repliche, Corriere della Sera 27/07/2010, 27 luglio 2010
LETTERE – CRUSCA: LA FAVOLA DELL’AUTOBLU
In questi giorni è circolata la strana notizia che l’ Accademia della Crusca disponga di un autoblu! L’ Accademia dispone solo di una Fiat 600Van a due posti, con vano retrostante per le merci, con la quale un nostro dipendente va a ritirare e spedire i pacchi ingombranti. Aggiungo che il presidente, e qualsiasi altro membro che viaggi per l’ Accademia, va in treno e rigorosamente in seconda classe. Nessuno prende alcun emolumento e da 10 anni è stato abolito il gettone per le sedute del Collegio (erano 35.000 lire). È questo il nostro stile di vita, del quale ci onoriamo e non ci lamentiamo affatto. Ci lamentiamo invece di ricevere dallo Stato solo 190.000 euro l’ anno, che non coprono le spese del personale (6 dipendenti, 198.000 euro). Di aver dovuto ridurre fortemente gli acquisti di libri e gli abbonamenti alle riviste scientifiche; di dover chiedere in moltissime occasioni collaborazioni gratuite ai giovani senza lavoro. Tutte le nostre attività culturali si reggono sulle entrate che raccogliamo faticosamente da enti locali, enti di ricerca e fondazioni bancarie. Come è nata, allora, la favola dell’ autoblu? Da un’ inchiesta benemerita del ministro Brunetta, i cui risultati pare siano lacunosi anche per mancata risposta ai moduli che ha inviato a ogni soggetto ipoteticamente interessato. Dalle risposte lacunose, di deduzione in deduzione, senza verifica alcuna del reale, si può perfino far nascere l’ autoblu della Crusca.
Nicoletta Maraschio, presidente Accademia della Crusca