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 2010  luglio 25 Domenica calendario

BANDIERA COME CARTA IGIENICA, CHOC IN FRANCIA —

«Politicamente scorretta» come richiedeva il concorso fotografico lanciato in aprile dalla Fnac di Nizza. Ma per qualcuno ben più e ben peggio: l’immagine di un uomo con i jeans abbassati che si pulisce o forse asciuga le postérieur con una bandiera francese ha creato scandali e polemiche, diviso il Paese, portato a una nuova legge a difesa del vessillo tricolore. Dal 23 luglio, giorno di pubblicazione sul Journal Officiel, chiunque «distrugga, deteriori o utilizzi in maniera degradante la bandiera, in luogo pubblico o aperto al pubblico, e perfino in luogo privato diffondendone poi l’immagine», lede le leggi della République ed è soggetto a una multa di 1.500 euro.
Nel 2003 erano stati i tifosi di calcio algerini a far varare la prima norma a tutela dei simboli nazionali: gli ex coloni avevano fischiato la Marsigliese con intenzioni chiaramente ostili, e da allora «chi oltraggia inno o bandiera in pubbliche manifestazioni organizzate o regolamentate dalle autorità» rischia una multa fino a 7.500 euro e sei mesi di carcere se il reato viene commesso in gruppo. E forse perché la norma, come scrive Le Monde, non è in realtà mai stata applicata da allora, se non una volta con una penale di 300 euro, nessuno ha mai avuto da dire.
Sette anni dopo tutto è partito invece dall’idea un po’ goliardica di due imprudenti dipendenti della Fnac e dallo scatto di un fotografo dilettante. I primi sono stati licenziati dalla catena di libri, dischi ed elettronica più amata dai francesi, dopo le crescenti polemiche sulla stampa locale e la denuncia di uno zelante deputato di destra del Midi, tale Eric Ciotti. E il verdetto del procuratore di Nizza Eric de Montgolfier, che ha decretato il non procedere trattandosi di «un’opera dello spirito», leggi espressione artistica, non ha ridato il posto alla direttrice della comunicazione e al collega silurati dalla Fnac.
L’autore dell’«opera di spirito» ne è invece uscito assai bene: non solo la sua foto ha vinto un premio della giuria al concorso «politicamente scorretto», ma restando anonimo e impunito (la legge non è ovviamente retroattiva) si sta ora di certo godendo le impreviste conseguenze dello scatto.
Il can-can ha infatti coinvolto mezzo Paese nonostante la crisi economica e politica. La foto dell’uomo con le braghe calate (e bandiera) ha spinto a intervenire altri parlamentari di destra, la stampa conservatrice, perfino il governo, soprattutto la guardasigilli Michèle Alliot-Marie, autrice del decreto varato senza passare dall’Assemblea Nazionale. Tutti convinti che la Francia vada difesa anche così, perché si comincia dall’offendere la bandiera e poi si arriva al terrorismo, al razzismo, all’antisemitismo (concetto espresso in sostanza dal portavoce del ministero della Giustizia).
Con spirito ovviamente opposto ma altrettanto indignato, si sono poi levate le voci di intellettuali, politici e giuristi della gauche, attivisti dei diritti umani e giornalisti. Molti di loro hanno trovato discutibile l’«opera d’arte» di Nizza, quasi tutti si sono detti nazionalisti e amanti del loro Paese. Ma detto questo, con diverse gradazioni, molti hanno visto e vedono nella nuova legge un attacco alla libertà d’espressione, una minaccia all’arte, un’ennesima prova del sarkozismo imperante e un atto incostituzionale. Il Nouvel Observateur ha pure tirato in ballo un’altra gloria nazionale (oltre alla bandiera): il rimpianto e ancora amatissimo chansonnier Serge Gainsbourg che nel 1979 osò registrare in Giamaica una versione reggae della Marsigliese, scandalizzando metà della Francia ma vendendo oltre un milione di dischi. Soddisfazione (anche economica) che l’anonimo fotografo di Nizza certo non avrà, ma quello che già è successo dovrebbe ampiamente bastargli.
Cecilia Zecchinelli



ITALIA: CARCERE PER CHI IMBRATTA IL TRICOLORE - Multa fino a mille euro per chi oltraggia il tricolore. Carcere fino a 3 anni se la bandiera viene «incendiata, dispersa, imbrattata, deteriorata».
STATI UNITI: NON E’ UN REATO MA UN DIRITTO - È incostituzionale negli Usa perseguire chi oltraggia (brucia etc) la bandiera nazionale in quanto tali atti rientrano tra i diritti di «espressione simbolica»
GIAPPONE: SI PROTEGGONO SOLO I VESSILLI ALTRUI - L’oltraggio alla bandiera nazionale rientra nel diritto di espressione. Il vilipendio di bandiere di altre nazioni è punito solo se il Paese in questione lo richiede