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 2010  luglio 28 Mercoledì calendario

SCHEDONE SUL CASO FINMECCANICA


La Procura di Roma indaga su Finmeccanica: il sospetto è che dietro l’intreccio di aziende usate per contratti miliardari ci sia un giro di tangenti per politici e funzionari, anche stranieri, per agevolare la chiusura degli accordi. Almeno sei società collegate al gruppo Finmeccanica avrebbero gestito gli appalti serviti ad occultare riserve di fondi neri. In particolare la strategia di Finmeccanica consisterebbe in false fatturazioni utili a creare fondi neri.

Anche la Procura di Napoli indaga su Finmeccanica. Al centro delle indagini gli appalti nell’ ambito del «patto per la sicurezza» per il G8. Le ipotesi sono associazione a delinquere e turbativa d’ asta. In particolare si sta cercando di ricostruire l’ attività della «Elsag datamat» che, dopo aver partecipato all’ appalto per la videosorveglianza della cittadella della polizia nel capoluogo partenopeo, ha poi ottenuto in esclusiva quello per i sistemi informatici del G8, che doveva sorgere a Capodimonte e costare 33 milioni di euro.

Le due indagini sono legati dalla Selex, la società di Finmeccanica amministrata dall’ ingegner Marina Grossi, consorte del presidente e amministratore delegato Pierfrancesco Guarguaglini. Proprio dalla verifica dei bilanci di questa società sarebbe stato infatti rintracciato uno dei fili che porta ai fondi trasferiti oltre confine.

Indagini su Finmeccanica sono in corso anche a Trapani (dal 2005) per gli appalti per la sicurezza e la videosorveglianza del porto e della città per la Vuitton Cup del 2008-09 (si ipotizzano tangenti). Ci sono collegamenti con l’azienda anche a Bari, nelle indagini su Tarantini.

L’Espresso: Il calvario di Finmeccanica comincia giovedì 8 luglio, con l´arresto di Lorenzo Cola, ma prosegue venerdì 9 luglio. Quando, alle 14.55, negli uffici della Procura, depone Giuseppe Mongiello. Il professionista, 47 anni, veneziano, è il responsabile del settore fiscale dello "Studio Legale Tributario", partner di "Ernst&Young" e come tale incaricato, tra il 2007 e il 2008, di predisporre per conto «del cliente Finmeccanica» l´operazione Digint.

Cola è stato arrestato l’8 luglio (stava per andare in America) con l´accusa di aver riciclato 7 milioni e mezzo di euro della provvigione nera uscita dalle tasche della "banda Mokbel" per l´operazione "Digint".

LA VICENDA.

L’indagine romana è quella che conta davvero.

L’avvio delle indagini è partito quando si è scoperto che Gennaro Mokbel - il faccendiere al centro dell’associazione a delinquere del caso Fastweb - aveva versato 8 milioni di euro per acquistare la Digint, nel 2007.

VERSIONE DEGLI INVESTIGATORI

I vertici di Finmeccanica sapevano dell´operazione "Digint", ne approvarono i termini finanziari, chiesero che la partecipazione dell´azienda fosse "schermata" da una società fiduciaria lussemburghese, una scatola vuota che avrebbe dovuto nascondere i nomi dei soci di quell´avventura - la "banda Mokbel" - e che avrebbe consentito la costituzione di una provvigione nera di 7 milioni e mezzo di dollari versati su due conti svizzeri di Lorenzo Cola. «L´uomo del Presidente» arrestato per riciclaggio l´8 luglio, suo consigliori di famiglia «almeno dal 1997». E, si scopre ora, pedina del Sismi, la nostra intelligence militare, che alloperazione Digint diede uno dei primi input.

In pratica: Finmeccanica, con una sua controllata, acquisisce il 49% delle azioni "Digint", mettendone in vendita il 51%, che verrà acquistato dalla "banda Mokbel" per un prezzo esorbitante (8 milioni e 300 mila dollari), da cui verrà ritagliata la provvigione nera di 7 milioni e mezzo di dollari. Di più, "Digint" acquista da "Ikon" la famosa tecnologia che nessuna società del gruppo Finmeccanica utilizzerà mai.

Dalle intercettazioni emerge che, per il gruppo di Mokbel, la Digint è "na scatola vuota" ma c’erano accordi per cui Finmeccanica ne avrebbe comprato il 51% per 550 milioni. In realtà poi questo secondo passaggio non c’è stato: «la Hagal e il suo rappresentante (quelli di Mokbel), dopo una permanenza di soli dieci mesi, sono stati estromessi dalla Financial Lincoln (di Finmeccanica)», la società che controlla la Digint.

Ancora dalle intercettazioni emerge che ci sarebbero stati più incontri tra Mokbel e gente di Finmeccanica. Il faccendiere racconta di essere stato "a cena con uno dei capoccioni di Finmeccanica, uno dei tre che comandano Finmeccanica. Lui però vive negli Usa, a Washington, è quello che ha firmato l’ accordo da sei miliardi sugli aerei". Gli avrebbero offerto, tramite sempre il senatore Nicola Di Girolamo, di aprire una loro agenzia per tutto il centro Asia, per la vendita di prodotti di sicurezza e prodotti militari; elicotteri Agusta e via dicendo.

Il referenta di Mokbel per Finmeccanica era Lorenzo Cola. Considerato "braccio destro" del presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, Cola è consulente Ernst&Young.

Scrivono i carabinieri in un capitolo dell’ informativa: «Dalle conversazioni emerge un progetto secondo cui allo scadere del triennio 2007-2010 Finmeccanica avrebbe rilevato interamente la "Digint" il cui valore avrebbe dovuto nel frattempo essere artatamente incrementato. Tramite questa operazione sarebbe così venuta a crearsi una cospicua plusvalenza da ripartire tra le persone interessate".

VERSIONE DI FINMECCANICA

Guarguaglini interrogato: Cola e Mongiello mi parlarono di un software molto avanzato adatto alla difesa dei sistemi informatici di Finmeccanica che avrebbe potuto avere successo sia all’ interno del Gruppo che in un momento successivo, attraverso la sua commercializzazione.

Finmeccanica dice che l’ operazione Digint, che viene erroneamente identificata come il tramite per la creazione di riserve finanziarie all’ estero, per Finmeccanica in realtà ha avuto come unico obiettivo l’ acquisizione di un software particolarmente efficace ed evoluto. Il software della Digint che sta per essere adottato da quasi tutte le società del Gruppo, produce significativi risultati, ed è stato anche venduto e installato presso società esterne. Tale software è sviluppato e gestito da alcuni tecnici che sono rimasti soci della società a garanzia della manutenzione e sviluppo del software stesso, nonché dei loro interessi come progettisti di quell’ impianto. Da qui la richiesta di mantenere una quota di maggioranza nella nuova società dopo aver dato tutte le garanzie di governance a Finmeccanica. Queste persone erano infatti i fondatori della IKON, società leader in Italia delle intercettazioni telefoniche e dotata di software molto evoluto. Tale società ha tra l’ altro lavorato per le principali Procure. La IKON attraverso l’ intervento di Lorenzo Cola in qualità di consulente Ernst&Young, offrì a Finmeccanica la sua tecnologia. Finmeccanica, dopo alcuni approfondimenti tecnici e la richiesta di trasformare la tecnologia da attiva a passiva (da dedicata alle intercettazioni, alla difesa dei sistemi informatici) accettò di valutare una proposta che venne poi affidata alla consulenza della società Ernst&Young. Finmeccanica non ha mai chiesto di schermare in alcun modo l’ operazione Digint con la società lussemburghese Lincoln. Contrariamente a quanto si afferma il coinvolgimento del Presidente e Amministratore Delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, nei vari passaggi dell’ iniziativa, è esattamente lo stesso dedicato alle numerose iniziative del gruppo Finmeccanica di queste dimensioni, vale a dire, alla valutazione strategica e tecnologica. In particolare, non è mai stato coinvolto sui passaggi azionari della quota non posseduta da Finmeccanica e, come affermato più volte, non ha mai conosciuto Gennaro Mokbel. Finmeccanica precisa, infine, che non c’ è stata nessuna irregolarità nelle le modalità di pagamento di Lorenzo Cola. (LETTERA al corriere di Riccardo Acquaviva Direzione Comunicazione)

IL RUOLO DI COLA

Per gli investigatori Cola è il braccio destro di Guarguaglini. Lui nega. ma Cola sarebbe anche legato alla moglie dell’ad, la Grossi, e al Sismi.

Repubblica: Cola «è» Finmeccanica, al punto da poter confidare al telefono, due settimane prima della nomina che Giuseppe Giordo, già Ceo di Alenia aeronautica Usa, diventerà amministratore delegato di Alenia Aeronautica. Ma, ora, fonti qualificate vicine a Enav confermano che il network di Cola aveva uno dei suoi snodi cruciali anche nell´amministratore delegato della società, Guido Pugliesi. Non fosse altro perché Enav è stato per anni il «granaio» della "Selex", la controllata di Finmeccanica di cui Marina Grossi è amministratore delegato (i due terzi del fatturato nel settore delle opere civili di Selex è con Enav) e Cola, come Marco Iannilli (uomo di Mokbel), è "consulente". C´è di più. Nell´orbita di Cola ed Enav – aggiungono le stesse fonti - si muove anche Tommaso Di Lernia, imprenditore noto alle cronache per essere stato arrestato nell´aprile del 2006 nell´inchiesta sulla scalata alla Rcs e ora proprietario della "Print system", società con 6 milioni e mezzo di fatturato, specializzata in sistemi radar e con un portafoglio clienti che ha in Selex ed Enav i due principali committenti.

Marco Iannilli, commercialista di Cola (anche lui arrestato per concorso in riciclaggio con l’ organizzazione di Mokbel):«Cola era uomo di fiducia del presidente Guarguaglini per gli affari di Finmeccanica negli Usa e che era stato affiancato, pure in mancanza di cariche formali, quale consigliere quasi "a tutela" all’ ingegner Marina Grossi, la moglie del presidente, nel suo incarico alla Selex, Sistemi Integrati».

I pm:«Nelle conversazioni intercettate e nelle stesse dichiarazioni degli indagati Di Girolamo e Toseroni non si ha prova di alcun collegamento diretto di Cola con i vertici di Finmeccanica, anche se particolarmente significative sono le circostanze emerse nel corso delle indagini (con attività di tipo tecnico e attività di osservazione e controllo) e confermate dagli indagati in ordine agli appuntamenti (a due si riferiscono sia Toseroni, sia Di Girolamo e di uno c’ è riscontro attraverso un servizio di osservazione dei carabinieri) organizzati da Mokbel e a cui avrebbero partecipato anche il presidente Pierfrancesco Guarguaglini e il direttore generale Giorgio Zappa».

Guarguaglini, interrogato il 12 luglio, nega di conoscere così bene Cola. Dice di averlo conosciuto nel 2007 e specifica che quando si è insediato lo ha «ereditato», che è stato un consulente per conto di Ernst & Young e che in questa veste ha collaborato con Finmeccanica, seguendo l’ acquisto di un’ importante società della difesa negli Stati Uniti nel 2008 e le trattative con la Libia per forniture all’ industria militare e civile.

In realtà a smentire questa circostanza, oltre a Mongiello, è il direttore generale di Finmeccanica Giorgio Zappa:"Cola, che frequentava il 7° piano di piazza Montegrappa, si era presentato nel mio ufficio ma io già sapevo che era ben conosciuto dal presidente Guarguaglini con cui peraltro successivamente l’ ho visto più volte. Cola mi disse di provenire da Ms, ora diventata "Selex Sistemi Integrati", settore radar, e quindi già in precedenza dal mondo Finmeccanica. Ricordo che quando lo conobbi lui mi disse che conosceva Guarguaglini e la mogli Grossi da circa sette, otto anni".

Giuseppe Mongiello. Responsabile del settore fiscale dello «Studio Legale Tributario» partnership di «Ernst & Young», interrogato: Posso dire però con tranquillità che successivamente ho incontrato Cola in Finmeccanica e ho avuto la conferma dei rapporti molto stretti tra i due: posso qualificare Cola, se non come il braccio destro di Guarguaglini, sicuramente come suo uomo di fiducia.
«Avevo saputo da Cola che la tecnologia Ikon, che doveva essere trasferita a Finmeccanica tramite "Digint", gli era stata segnalata proprio da Pozzi, il capocentro Sismi. Per questo ragione io ho sempre ritenuto che Cola fosse vicino o comunque collegato ai Servizi. Voglio precisare, a conferma dei rapporti di cui godeva Cola all’ interno di Finmeccanica, che lo stesso dava del "tu" a tutti i massimi vertici del Gruppo, cioè a Guarguaglini, Manuelli, Zappa, Borgogni, Giordo, alla moglie di Guarguaglini che è amministratore della "Selex Sistemi Integrati", e ad altri».

Sempre per Mongiello, responsabile del settore fiscale dello Studio Legale Tributario partnership di Ernst & Young, anche il Sismi era informato dell’ acquisizione da parte di Finmeccanica della società Digint, poi ceduta all’ organizzazione criminale che farebbe capo a Gennaro Mokbel. Un alto funzionario del Sismi avrebbe partecipato a una delle riunioni preparatorie e poi sarebbe diventato responsabile del settore sicurezza di Alenia in America. Mongiello è ritenuto dagli inquirenti un testimone chiave nell’inchiesta che mira a dimostrare come l’ affare servisse in realtà a costituire «fondi neri» all’ estero

I DUE INTERROGATORI

Guarguaglini, 12 luglio - Ha sottolineato di non aver mai incontrato o conosciuto Mokbel, che la Digint non è una «scatola vuota» e che non è mai stata usata per creare «fondi neri». Il numero uno di Finmeccanica ha detto inoltre che l’ attività di acquisizione di quote di Mokbel o di altri ha riguardato la Financial Lincoln Sa, di cui la holding non aveva alcuna visibilità, e che il gruppo capeggiato da Mokbel non è entrato direttamente nella Digint ma si è servito di un’ altra partecipata, con altri soci.

Zappa, 13 luglio - Interrogato in procura per quattro ore il direttore generale Giorgio Zappa. Anche il manager è stato ascoltato come «persona informata sui fatti». Il dg della holding ha confermato di aver incontrato Marco Toseroni (legato a Mokbel), l’ ex consulente di Finmeccanica Lorenzo Cola (arrestato giovedì per riciclaggio) e l’ avvocato di Singapore Chandra Randhir (collaboratore di Toseroni per i mercati asiatici): dalle intercettazioni del Ros risulta che durante la riunione si parlò del progetto di costituire una agenzia di prodotti per la sicurezza nell’ Asia centrale. Zappa ha detto al pm di non ricordare di cosa si discusse.