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 2010  luglio 27 Martedì calendario

ECCO L’ALLENATORE DELL’ANIMA CHE INSEGNA A VIVERE

Un tempo c’era il Cynar contro il logorio della vita mo­derna, quel liquore color pece che ci allenava alle avversità delle umane sorti col suo gu­sto dolce-amaro ammiccan­doci da una bottiglia dall’eti­che­tta rossa in mezzo alla qua­le troneggiava un carciofo. Og­gi c’è il « life coach» . Versione «ginnica» dello psicanalista, scaldamuscoli per l’esistenza, motivatore emotivo a bordo ring. Dalla fobia per il dentista alla scarsa autostima, dal vi­zio di farsi mollare dai partner all’incapacità di trovare lavo­ro, è in grado di far «auto guari­re » chiunque da qualsiasi co­sa. Basta essere motivati ed es­sere disposti ad ammettere che, con certe faccende, la sfortuna non c’entra proprio nulla: la magagna è tutta no­stra.
Nata in America circa cin­quant’anni fa, la figura del «li­fe coach» sta timidamente prendendo piede anche in Ita­lia se ne contano all’incirca ot­t­ocento ma la stima è approssi­mativa perché non esiste un al­bo che li riunisca. Operano per passaparola e si avvalgo­no di internet per farsi cono­scere, alcuni seguono delle scuole, altri sono autodidatta. Uno di loro, Giovanni Cozza, sta cercando di organizzare se stesso e i suoi colleghi in un’as­sociazione (la Miglioramenti. it ) ma il compito si è rivelato piuttosto arduo perché si trat­ta di una professione ancora poco conosciuta che fatica a prendere piede. «Tra i clienti ­spiega Cozza- c’è di tutto. Dal­la massaia al dirigente. La du­rata della ’terapia’ varia a se­conda delle problematiche: per certe fobie è sufficiente una seduta di un’ora e mezza, per altre è richiesto un inter­vento di sei incontri della stes­sa durata. Un conto è aiutare chi ha paura di volare, diverso è intervenire su chi cerca sem­pre uomini sbagliati ». Se l’ana­lisi psicanalitica è lunga, di im­barazzante ammissione (pro­va tu a confessare «sì, sai, vado dallo strizza», diventi l’unico colpevole inadeguato al mon­do anche se in realtà in cento ne avrebbero più bisogno di te) ed è per giunta dispendio­sa, il «life coach» è invece una specie di lampo di laser che in­terviene in breve tempo e «al bisogno»: a lui non frega nulla di andare a indagare e a scan­dagliare le cause, basta parare l’effetto e mettere i «pazienti» in grado di scavallare il proble­ma. A lui basta renderli adatti a vivere in breve tempo. Il co­sto delle sedute varia a secon­da «dell’allenatore», quelli al­le prime armi chiedono me­no, quelli con qualche succes­so alle spalle, di più. La forbice è davvero ampia, ci spiega Cozza.
In linea di massima (molta massima) una «seduta» di un’ ora e mezza può andare «dai cento ai millecinquecento eu­ro, con una media, quindi, di quattrocentocinquanta-cin­quecento euro».
Come facciano i «life coach» a rendere abili all’esistenza i propri assistiti lo si può ap­prendere solo per grandi li­nee. Spiega sempre Cozza: «Descrivere pedissequamen­te cosa diciamo durante un in­contro sarebbe un po’ come svelare il trucco del mago, sen­za contare che certe banalizza­zioni sarebbero a rischio di goffe emulazioni. Possiamo di­re che le nostre, con i ’pazien­ti’, sono chiacchierate che si svolgono uno di fronte all’al­tro, procedono per visualizza­zioni, per immagini. Stimolia­mo certi esercizi mentali che invitano il cervello ad andare in altre direzioni rispetto alle solite. Le esigenze sono le più svariate: dimagrire, ingrassa­re, smettere di fumare, pren­dere la patente... Tutte cose da­vanti alle quali il soggetto eri­ge un apparentemente incom­prensibile blocco. Ma anche altro. In cura da me, per esem­pio, è arrivata una ragazza che da oltre un anno aveva perso il ciclo mestruale, a causa di un cattivo rapporto con i genito­ri. Abbiamo fatto una seduta e dopo quattro giorni ha recupe­rato il ciclo. Oppure un altro che aveva sviluppato un trau­ma nei confronti del dentista. Era talmente a disagio che l’anestesia, su di lui, non fun­zionava più». «Sono una persona raziona­le. Ho quarantacinque anni, faccio il tecnico elettronico e sono molto poco suggestiona­bile - racconta il diretto inte­ressato, Paolo Vittori - Però, nel corso di un lavoro odonto­­iatrico al quale ho dovuto sot­topormi, mi si è scatenata una vera nevrosi. É stato quando il dentista ha iniziato a usare il bisturi. Non c’è più stato verso di proseguire. É stato lui a con­sigliarmi l’intervento del life coach , di Cozza. E devo dire che dopo una seduta, tutto si è sistemato. Mi ha invitato a con­centrarmi su altro, a ridicoliz­zare la situazione e poi non so... Fatto sta che ha funziona­to ». Sono moltissimi anche gli sportivi che si rivolgono al life coach per migliorare le presta­zioni in campo. E ormai, su questa figura si organizzano anche convegni. Come il pros­simo, fissato per il 23 agosto a Bobbio, in provincia di Piacen­za. Perché ormai anche i ma­lesseri vanno di fretta.