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 2010  luglio 25 Domenica calendario

CHE NOIA IL GRANDE GATSBY IN VIDEOGAME

Fernanda Pivano si rivol­terà nella tomba. L’ame­ricana «I-play» ha lan­ciato sul mercato un vi­deogioco ispirato al Grande Gat­sby col seguente slogan: «A sumptuosly decadent adventu­re based on the American legen­dary novel». E cioè: «Un’avven­tura sontuosamente decadente basata sul leggendario roman­zo americano».
Che esista un videogioco per ciascuno dei libri della saga di Harry Potter è scontato. Ma che qualcuno si prenda la briga di realizzare la versione ludico-di­gitale del romanzo di Francis Scott Fitzgerald lo è molto me­no. Persino la Divina Comme­dia è più consona, per quanto il videogame Dante’s Inferno ap­paia dissacrante: ha molti ele­menti che potrebbero essere tra­sformati in fantasy , mostri e de­moni, e un percorso da conclu­dere. Non il Grande Gatsby , am­bientato durante la jazz-age newyorchese, tra i giovani redu­ci della prima guerra mondiale, party sulla baia di West Egg, fra­si folgoranti, lo struggente amo­re di Gatsby per Daisy sposata: come può saltare in mente a qualcuno di tirarci fuori un vide­ogioco?
In caso, costa il corrisponden­te in dollari di 12 euro. Esiste un demo (versione di prova), scari­cabile gratis, sul sito www.iplay. com. La grafica è vintage, cura­ta, stile cartoon. Il gioco sembra piuttosto semplice. Natural­mente esiste solo una versione inglese. Ci si trova di fronte a ta­vole, ben disegnate, con situa­zioni tipo: colazione in veranda a casa Buchanan con Tom e Daisy... Non c’è da leggere schermate di istruzioni, per for­tuna. Nella parte bassa dello schermo ci sono una serie di og­getti che si devono rintracciare nella ricca scena breakfast art nouveau. Tipo: rake (rastrello),
pen ( penna), lily (giglio) eccete­ra. Poi ci sono lettere mimetizza­te nella scena. Cliccando si pos­sono ottenere due effetti: il ru­more di un buco nell’acqua (er­rore) o una piccola esplosione luminescente con i punti corri­spondenti se si indovina l’ogget­to.
Se si trovano le lettere vanno in una stringa tipo cruciverba e poi bisogna indovinare la paro­la. La scena è commentata da una musichetta. I personaggi si muovono appena. Ogni tanto dicono qualche frase molto a ef­­fetto, molto Grande Gatsby. Ti­po: «I’m paralized by happy­ness ». «Sono paralizzata dalla felicità».
Alla fine uno si rompe un po’: la musichetta è sempre la stes­sa. Alcuni oggetti sono molto dif­ficili da trovare. Per fortuna che si può usare il credito per avere aiuti. La penna è nascosta nella cucitura della sedia. Il giglio rin­tanato sul capitello della colon­nina. Altra scena: Tom va dal meccanico. Indovinare dove si trova nell’officina sgarruppatis­sima un volante, uno straccio, un bullone. Altra prova: ti trovi davanti la macchina da scrivere di Francis Scott e piovono dal soffitto le parole di un passag­gio del libro. Devi copiarle sul computer prima che tocchino la tastiera, poi si compone la pa­gina che viene letta da una voce maschile. La versione demo sca­de subito. Faccio in tempo a fini­re il primo capitolo, che ha tre­quattro scene. Si sente la man­canza del bellissimo prologo: «Negli anni vulnerabili della gio­vinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai usci­to di mente: “Quando tivien vo­glia di criticare qualcuno” mi disse “ricordati che non tutti hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu”». Come videogioco ri­sulta un po’ palloso ma per im­parare l’inglese meglio del ma­nuale scolastico con le frasi tipo «The pen is on the table» eccete­ra.
Un grande romanzo può con­tenere tutto ma niente può con­tenere un grande romanzo.