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 2010  luglio 25 Domenica calendario

ECCO LA PLAYLIST DELL’ARTE DA COMPRARE

Ha cominciato l’editoria stra­niera a pubbli­care grandi vo­lumi illustrati che riprenden­do la moda delle play-list in­dicavano al collezionista e al­l’amatore d’arte contempora­nea che cosa comprare, chi inseguire, che nomi pronun­ciare alle feste per dimostrar­si davvero a la page. La prima fu Phaidon, oltre un decen­nio fa, con la scomoda ma hyperdesign Cream , un libro stretto e lungo contenente i consigli per gli acquisti se­condo i curatori più informa­ti del mondo: quindi Art Now , editore Taschen, deci­samente più pratica e comu­nicativa, destinata a un pub­blico più ampio via via aggior­natasi ogni due-tre anni.
Originale l’operazione del­la storica rivista Arte , mensi­le di Cairo Editore, in edicola i primi d’agosto, momento in cui gli italiani non si diletta­no in approfondimenti criti­co- filologici, ma che in spiag­gia preferiscono leggere di cu­riosità, gossip e, perché no, di soldi. La filosofia che di­stingue Arte da concorrenti in apparenza più cool è infat­ti il non vergognarsi di parla­re di denaro, dichiarando prezzi e valori utilissimi al pubblico molto più dei pippo­ni teorici. Sembra che i galle­risti non gradiscano troppo, in compenso, visto che in Ita­lia passa la regola non scritta che la richiesta vari a secon­da dell’offerente. Se sei il tito­lare di un Fondazione o un collezionista di prestigio lo sconto sarà maggiore rispet­to a quello che si può fare a un iniziato o a un piccolo ri­sparmiatore.
Redattori e collaboratori di Arte hanno messo insieme trecento artisti assolutamen­te imprescindibili, divisi in tre ampie categorie: quelli per sognare, così costosi che per i comuni mortali rappre­sentano pura utopia; quelli da comprare, che pure non valgono poco, ma al momen­to potrebbero consentire al­l’acquirente il famoso investi­mento oltre ad un’ottima scelta estetica; infine quelli sui quali scommettere ad oc­chi chiusi. Da questa lista di under 40 nascerà certamente il nuovo Cattelan per cui è meglio stare all’occhio.
Esaminando nel dettaglio il primo gruppo inanelliamo una serie di record d’asta da paura. L’artista vivente più caro continua a essere Jasper Johns: una sua Flag è stata battuta oltre 22 milioni e mez­zo di euro. Subito dopo Lu­cien Freud a 21 miioni e 800mila. Decisamente meno (si fa per dire) Koons a 16 mi­lioni e 300mila, Hirst a 14 e 327mila, Richter a 11 milioni e 600mila. Alle soglie dei 10 milioni c’è Murakami. Catte­lan si difende con i 6milioni e 300mila del suo ultimo re­cord, mentre Matthew Bar­ney, paradossalmente, non costa uno sproposito, «solo» 391mila euro per un disegno. Il fotografo più caro del mon­do è ancora Gurskji (2 milio­ni e 500mila) ma la parte del leone la recitano i pittori: alla faccia di chi li considera tradi­zionali, sono sempre i più ri­chiesti, e i cinesi sono presen­ti in numero rilevante con prezzi in costante crescita.
Più articolata la seconda ca­tegoria (quelli da comprare). La redazione di Arte li rag­gruppa allora non per fasce di prezzo ma per suggestioni visive che emanano. Tra gli ipnotici, ad esempio, si di­stinguono il tedesco Acker­mann, lo svizzero Rondino­ne ( sopra i 50mila euro), il no­stro Arienti, da non spendere più di 27mila, e Tobias Rehe­berger vincitore del Leone d’Oro all’ultima Biennale con un bar psichedelico. I du­ri e puri, che mai uscirebbero dalle rigide secche del con­cettuale, suggeriscono Bol­tanski, sottostimato dal mer­cato, e il discontinuo Piotr Uk­lanski. Se non avete paura di immagini troppo disturban­ti, conviene comprare una scultura di Nathalie Djur­berg o Sarah Lucas, non oltre i 60mila. Tra i maestri dell’Ar­te Povera il miglior rapporto qualità-prezzo è rappresen­tato da Calzolari (sotto i 200mila) e Anselmo (65-370mila). Degli italiani presenti all’ultima Biennale, Arte seleziona Bertozzi & Ca­soni, Galliano, i Masbedo, Co­sta e Sighicelli, non male per chi li aveva snobbati. Un al­tro artista nostrano molto bravo e non ancora carissi­mo è Roberto Cuoghi, di cui conviene comprare tutto, co­sì come le estroflessioni di Bo­nalumi, le sculture di Spallet­ti e i dipinti di Yang Fudong.
L’ultima parte della rivista è incentrata sulle scommes­se con un’avvertenza: dovreb­be andare bene, ma se si veri­ficasse il caso che l’artista in questione implodesse non prendetevela con noi. Il ran­ge di prezzo per questi qua­rantenni non supera general­mente i 50mila euro con qual­che eccezione come Vezzoli, celeberrimo in mezzo mon­do ma non ancora così quota­to. I nomi consigliati rivela­no la geografia pienamente globale dell’arte contempo­ranea: l’israeliano Yael Barta­na, Mircea Cantor e Ciprian Muresan rumeni, Urs Fi­scher tedesco, Cyprien Gail­lard francese, Shilpa Gupta indiano, Emir Jacir palestine­se, Ryan McGinley, Dana Schutz e Banks Violette ame­ricani, Tomas Saraceno, ar­gentino. Gente che viene da tutto il mondo e tocca diffe­renze di gusto e pensiero.
Unico appunto alla merito­ria iniziativa di Arte , soprat­tutto nel regno delle promes­se: un po’ di conformismo nelle scelte italiane, unifor­mate al criterio dei curatori internazionalisti: Rosa Bar­ba, Ra di Martino, Marzia Mi­gliora, Lara Favaretto, Pietro Roccasalva. Bravini, ma non scaldano il cuore, mentre qualche outsider di valore co­me Pietro Ruffo o Nicola Sa­mori certo sarebbe stato da considerare.