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 2010  luglio 27 Martedì calendario

SCHEDA SUL CONTRATTO DEI METALMECCANICI


Il 16 ottobre Federmeccanica ha firmato il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici con Fim-Cisl e Uilm.

Il contratto riguarda oltre un milione di lavoratori metalmeccanici: prevede aumenti medi a regime per il triennio 2010-2012 di 112 euro mensili (contro i 113 richiesti). E saranno corrisposti 15 euro mensili in più dal gennaio 2011 a coloro che non hanno la contrattazione integrativa. La prima tranche degli aumenti sarà più leggera sia per la crisi sia per la bassa inflazione.

Dallintesa si è esclusa la Fiom-Cgil, che aveva già rifiutato la cornice quadro dell’accordo sulla contrattazione nazionale siglato da Confindustria, Cisl e Uil nel gennaio 2010

La prima tranche di aumenti è scattata a gennaio, con 28 euro mensili
in busta paga. Altri 40 euro saranno erogati dal gennaio 2011 e i restanti 42 euro dal 2012. Cifre relativeal quinto livello, con un aumento complessivo di 110 euro.

L’intesa riguarda quasi 1 milioni di lavoratori (quelli delle aziende di Federmeccanica) e prevede un elemento perequativo per i lavoratori che non hanno contrattazione integrativa: 15 euro mensili aggiuntivi (30 euro era la richiesta sindacale).

La Fiom-Cgil minacciava di adire alle vie legali, contestando la legittimità dell’accordo, poiché considera in vigore fino al 2011 la parte normativa del contratto siglato unitariamente il 20 gennaio 2008. «è stata condotta una trattativa finta da sindacati mediocri - ha detto Fausto Durante (Fiom) il giorno dopo la firma - azienda per azienda ci mobiliteremo contro l’applicazione delle norme».

Ugo Bertone: ciò che urta, e scandalizza di più, la Cgil è la sola prospettiva di un contratto nazionale discusso e sottoscritto in tempi rapidi, senza un’ora di sciopero e che entra in vigore entro i termini, senza dilazioni a danno dei lavoratori. Salta con questo accordo la liturgia del contratto nazionale quale occasione di lotta, all’insegna del’unità, ben s’intende dietro le insegne Fiom, che tanto piace ad Epifani ma che pesa solo sulle tasche dei lavoratori.

Altra novità,la costituzione entro sei mesi dell’organismo bilaterale di settore e la creazione di un fondo di sostegno al reddito a favore dei lavoratori che vi abbiano volontariamente aderito. Per il 2011 e il 2012 le aziende verseranno al fondo 2 euro al mese per ciascun lavoratore, dal 2012 ogni lavoratore che deciderà di aderire pagherà un euro al mese. Dal 1° gennaio 2013 l’azienda continuerà a versare 2 euro per ogni lavoratore iscritto al fondo. Inoltre l’aliquota contributiva a carico dell’azienda per il fondo Cometa di previdenza complementare (attualmente dell’1,2%) salirà all’1,4% dal 1° gennaio 2012 e all’1,6% dall’anno successivo (anche per gli apprendisti), a condizione che il lavoratore contribuisca almeno con una stessa quota.

REAZIONI
Il presidente di Federmeccanica, Pier Luigi Ceccardi, ha sottolineato che «anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, con cui sono in costante contatto, ha espresso grande soddisfazione» per l’intesa. Per il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli, «l’accordo separato è stato una conseguenza inevitabile, a causa delle scelte che Fiom ha fatto». Per il ministro Maurizio Sacconi (Lavoro) la sottoscrizione del contratto «in tempi brevi e con rilevanti contenuti di welfare conferma la positività del nuovo modello contrattuale». Mentre la Cgil, per voce del leader Guglielmo Epifani sottolinea che «si è scelta la strada che era meglio non imboccare», quella della «firma senza la più grande organizzazione del settore, la Fiom», e propone come via d’uscita «far esprimere democraticamente con il voto i metalmeccanici, per ripristinare un rapporto corretto tra democrazia e contratto». «Dividere - aggiunge - non è mai un atto responsabile ».
Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni «questo contratto può aiutarci ad uscire dalla crisi perché mai come in questo momento il paese ha bisogno di segnali positivi e non di conflitti». Giuseppe Farina (FimCisl), spiega che prima della ratifica definitiva dell’accordo verrà fatta una consultazione tra gli iscritti, preceduta da assemblee nei luoghi di lavoro. Il numero uno della Uil, Luigi Angeletti sottolinea che «per la prima volta nella storia della categoria, il rinnovo del contratto avviene prima della sua scadenza».
In tema di ricorsi, peraltro, la Uil ha vinto la causa intentata dalla Cgil contro l’Aran e i sindacati firmatari del contratto degli enti pubblici non economici. La Cgil non aveva firmato il contratto del comparto, contestandone la legittimità con un ricorso al Tribunale civile di Roma. La Uil si era costituita in giudizio chiedendo il rigetto della domanda.

L’INDUSTRIA

Oggi in Italia ci sono 60mila imprese metalmeccaniche, con 1.624.661 addetti.

Il 37% delle imprese appartiene al comparto "fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo" dove è occupato circa il 24% della forza metalmeccanica. In termini di addetti il comparto "fabbricazione macchine
ed apparecchi meccanici; installazione e riparazione" è quello più numeroso con percentuali pari al 31%.

L’occupazione metalmeccanica rappresenta circa il 10% dell’intera economia ed il 47,4% dell’industria manifatturiera.

Il 60% degli addetti metalmeccanici è costituito da operai ed il restante 40% da impiegati.

Le donne rappresentano il 18% degli addetti complessivi.

Nel 2007, l’industria metalmeccanica ha prodotto un fatturato di circa 400 miliardi di Euro, creando ricchezza (Valore Aggiunto) per oltre 117 miliardi di Euro (di cui il 74% destinato alla remunerazione del fattore lavoro).


Ha contribuito per il 7,6% alla formazione del PIL e per il 48,8% al Valore Aggiunto di tutta l’industria manifatturiera.

Le imprese del settore metalmeccanicoesportano merci per circa 190 miliardi di Euro che rappresentano il 53% delle esportazioni dell’intera economia italiana, indirizzandone il 59% verso i Paesi dell’Unione Europea
ed il restante 41% verso le altre aree.

L’interscambio di prodotti metalmeccanici contribuisce in misura notevole a riequilibrare la bilancia commerciale italiana, strutturalmente deficitaria nei settori energetico ed agro-alimentare, con un saldo attivo che nel 2007 è stato pari a oltre 26 miliardi di Euro.

Gli addetti del settore metalmeccanico sono rimasti abbastanza stabili negli ultimi anni: tra il 1995 e il 2009 sono passati da 1.728mila a 1.812mila unità: un aumento del 4,9%.