Alberto Guarnieri, Il Messaggero 25/7/2010, 25 luglio 2010
MANO NELLA MANO, SOSPESI DAL PRESIDE: ORA MAURIZIO E MANUELA SONO SPOSI FELICI
Come cambia rapidamente il costume. Come leggiamo diversamente, a distanza di pochi anni, anche gesti semplici, minimi. Giusto due giorni fa il principe dei semiologi, Umberto Eco, notava come ormai tutte le coppie, di ogni età e genere, si tengano per mano, mentre un tempo, gesto oggi desueto, la compagna prendeva sottobraccio il proprio partner.
Bene, solo sedici anni fa, intrecciare le dita dell’uno in quelle dell’altra costò due ragazzi di Potenza una sospensione da scuola. E non era certo un gesto dall’intento provocatorio o dettato da chissà quale leggerezza perché oggi, e questa è la notizia, quei due non solo sono diventati una coppia sposata, ma anche i genitori di una bambina. «Una delle vere cose importanti della vita».
Maurizio Postiglione e Manuela Capriglione non hanno nessuna voglia di parlare di quel giorno in cui il preside dell’Istituto tecnico “Leonardo da Vinci” di Potenza, il professor Riccardo Latella, li cacciò da scuola lui per tre giorni e lei per due. Una mancata simmetria della punizione che forse potrebbe interessare uno psicologo. In quel 1994 Manuela e Maurizio frequentavano la quarta classe e, nonostante le tensioni per il clamore che la vicenda suscitò, furono entrambi promossi.
Si perché a Potenza, ma non solo, il caso fece, come si dice, epoca. Ci furono proteste per il provvedimento del preside; si analizzarono le differenti versioni dell’accaduto (secondo il dirigente dell’istituto, infatti, i due ragazzi stavano scendendo le scale abbracciati, impedendo il passaggio degli altri studenti e rispondendo poi «in modo irriguardoso» ai richiami ricevuti); ci fu una grande manifestazione di solidarietà degli studenti potentini che, due giorni dopo la sospensione, entrarono tutti a scuola mano nella mano. L’ultimo atto avvenne l’anno successivo, pochi minuti prima dell’inizio dell’esame di maturità, quando Latella regalò a tutti i suoi studenti una rosa bianca «solo come gesto di cortesia - spiegò - ma null’altro».
Manuela e Maurizio hanno sempre vissuto e rivissuto la loro storia “pubblica” lontani anni luce dal protagonismo mediatico di questi nostri ultimi anni. Per loro, infatti, quella resta solo e semplicemente «una storia senza senso, perché sono ben altre le vicende che dovrebbero interessare l’Italia». E coerentemente (assurdamente per un Paese che vive di perdoni e riconciliazioni sempre più pubbliche) non si sono mai più nemmeno incontrati, da allora, con il preside. E Latella, almeno in questo, si è adeguato alla loro decisione. Gli attriti tra la coppia e il preside indubbiamente, ci furono: la punizione fu «esemplare» e discussa, fino al punto che il ministero dell’Istruzione la definì «un eccesso di zelo se le cose stavano come le raccontavano gli organi di stampa».
Oggi Manuela è laureata e lavora nella sua città. Lo stesso è accaduto al marito. E questa la definiscono, in tempi di crisi, la vera notizia di cui parlare. La loro storia, chissà, la racconteranno a loro figlia. Forse.