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 2010  luglio 24 Sabato calendario

SUL GOLFO LA TEMPESTA BONNIE STOP AL RECUPERO DEL PETROLIO - NEW YORK

La tempesta Bonnie che tra oggi e domani si abbatte sul pozzo maledetto è l´ultima cattiva notizia in arrivo dal Golfo: migliaia di persone vengono evacuate, sono sospese le operazioni di pulizia e i lavori per chiudere definitivamente la falla, la gente della costa teme che il disastro stavolta possa essere davvero incontenibile. Ma mentre l´America trattiene il respiro spunta l´ennesimo retroscena che aggiunge orrore a orrore. La notte del 20 aprile l´allarme sulla Deepwater Horizon non scattò per il motivo più incredibile del mondo: era stato disattivato.
La rivelazione arriva da Michael Williams, 29 anni, il capo degli elettricisti della piattaforma che nell´incendio riuscì a salvarsi saltando su una scialuppa. L´apparecchio era stato disinserito da un anno, ha testimoniato l´ex marine, «per non disturbare l´equipaggio con i falsi allarmi, soprattutto di notte». E´ l´ennesima falla nella sicurezza della piattaforma, così piena di problemi - un rapporto aveva evidenziato 390 infrazioni - che «sarebbe dovuta tornare al cantiere prima del tempo».
La maledizione di Macondo continua. Il luogotenente di Obama nel Golfo, quell´ammiraglio Thad Allen che è stato richiamato dalla pensione per gestire - lui già esperto di Katrina - questo caos, spiega che per decisione del ministro per l´Ambiente e premio Nobel, Steven Chu, il pozzo resterà chiuso. Il contenimento col nuovo Bop funziona e la struttura sembra solida: «Abbiamo abbastanza fiducia», dice Kent Wells della Bp, anche perché l´alternativa sarebbe riaprire le valvole e quindi far nuovamente uscire il petrolio che da una settimana ha smesso di sgusciare. Il vero pericolo è per le altre strutture: la piattaforma che sta costruendo il primo dei due pozzi alternativi che dovranno sigillare per sempre la perdita. L´evacuazione e il blocco delle operazioni porteranno ora un ritardo dai 10 ai 14 giorni: così la data per la «chiusura» slitta di nuovo ad agosto anche se la Bp sostiene di poter riuscire a bloccare in maniera pressoché definitiva il pozzo con un sistema alternativo, lo "static kill", che avrebbe dovuto far partire proprio questo weekend.
Bonnie soffia alla velocità di 65 chilometri orari ed è il terzo allarme di questa stagione che si prevede purtroppo ricca. Disperderà quasi sicuramente il petrolio che oltre 200 skimmer (navi raccogli-petrolio) erano riusciti a circoscrivere ma intanto - arrivando nel sud della Florida - ieri è stato festeggiato dai surfisti che sfidano i divieti per provare il brivido dell´onda. I governatori di Louisiana e Florida, Bobby Jindal e Charlie Christie, hanno messo la popolazione in stato d´allerta. Ma in Louisiana molti non hanno accettato l´ordine di spostare e mettere a sicuro gli argini mobili che finora hanno difeso la costa dalla marea nera: un paio di sindaci hanno minacciato l´arresto a chi li toccherà.
L´allarme non ha cambiato i piani di Michelle Obama che ieri è tornata nel Golfo per rilanciare l´appello alla solidarietà e battezzare (è la prima first lady a farlo) una nave della Guardia Costiera: «Spero di rompere solo questa bottiglia e non altro», ha scherzato. Gli Obama hanno annunciato che trascorreranno nel Golfo il weekend di Ferragosto. Le stime parlano di 23 miliardi di dollari di perdite per il turismo: è l´ultimo danno della marea nera. Già nel suo precedente blitz in Florida, il presidente aveva invitato gli americani a mostrare la loro solidarietà venendo in vacanza qui. Un giornalista aveva provocato il portavoce Robert Gibbs: perché allora invece di Martha´s Vineyard Obama non va nel Golfo? Eccolo.