Valentina Arcovio, Il Messaggero 23/7/2010, 23 luglio 2010
VACANZE A CASA PER UN ITALIANO SU DUE
Roma Se già si fa fatica a pagare le bollette e a fare la spesa, figuriamoci quanto può essere difficile potersi permettere una vacanza fuori casa. Ecco perché quasi un italiano su dieci ha deciso di non partire per le ferie estive, decretando di fatto la nascita di una nuova malattia del nostro sistema economico ribattezzata emblematicamente come «povertà turistica».
Secondo le stime di Federalberghi, più del 46 per cento della popolazione trascorrerà a casa le vacanze. Rispetto allo scorso anno, quindi, aumentano di circa il 3 per cento gli italiani che non faranno le valigie quest’estate. Le partenze si riducono perlopiù per ragioni economiche: nel 54 per cento dei casi per risparmiare, mentre nel 46 per cento dei casi non si va in vacanza proprio perché non si hanno soldi. Solo il 18 per cento rimane a casa per motivi di lavoro e il 16% per motivi di salute. Sembra quindi paradossale la crescita del 20 per cento del giro d’affari del settore turistico. «Questo aumento - spiega Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi - non è determinato da una crescita del turismo ma dall’incremento delle notti da 10 a 12 e soprattutto dei costi del viaggio e degli spostamenti interni al Paese: non porterà pertanto alcun valore aggiunto al settore».
In Italia, infatti, andare in vacanza costerà di più rispetto all’anno scorso. La spesa stimata è di 853 euro rispetto ai 710 euro del 2009. I dati Istat, inoltre, confermano l’aumento di alcune voci di costo dei prodotti di consumo da gennaio a giugno: autostrade (+5,5%), ferrovie (+12,7%), benzina (+14,8%), carburanti (+13,3%). Un salasso per i vacanzieri italiani. Per chi invece si può permettere una vacanza oltreconfine può quest’anno contare su un lieve calo dei prezzi , a conferma di un minor costo della vita in alcune aree turistiche straniere: la spesa media pro-capite si attesterà sui 1.065 euro rispetto a 1.173 euro del 2009. La vacanza all’estero però rimarrà un’opzione per chi ha risentito di meno della crisi.
Infatti, la metà della popolazione italiana, seppur rinunciando a vacanze lunghe, opterà per «partenze lampo», magari nei week end, dormendo lontani dalle mura domestiche almeno una notte. Il numero dei nostri connazionali che sceglieranno vacanze così brevi è immutato rispetto al quadrimestre (da giugno a settembre) dello scorso anno.
La meta privilegiata per sfuggire al caldo delle città è il mare, scelto dal 74 per cento. La montagna invece si è guadagnata poco più del 17 per cento delle preferenze, seguono con poco meno del 2 per cento le città d’arte e con l’1,4 per cento le terme. Tra le tipologie di soggiorno, l’albergo rimane il leader incontrastato, vedendo premiata, almeno in questo, l’accorta politica dei prezzi praticati in discesa. Il 34,6% lo sceglierà rispetto al 31,8% del 2009. Seguono, secondo la ricerca, nell’ordine, l’appartamento in affitto con il 14,3% (12,4% nel 2009), la casa di proprietà con il 12,4%, la casa di parenti o amici con l’11,2% rispetto al 14,8% del 2009.
Crescono anche se di poco i villaggi turistici scelti dall’8 per cento degli italiani e il campeggio con il 7 per cento di preferenze. Mentre calano di un punto percentuale i residence (3,6%), i bed&breakfast con il 2% e l’agriturismo con l’1,3% .
Aumenta, infine, la curiosità per la vacanza in crociera che passa dallo 0,8% del 2009 all’1,3% di quest’anno. Le ferie, comunque, per chi può permettersele, continuano a essere ad agosto, come da tradizione. Segue il mese di luglio e in ultimo, per pochi, le vacanze a giugno e a settembre, cioè quando i prezzi sono moderatamente più bassi rispetto a quelli della cosiddetta «alta stagione».
Come se non bastassero le stime di Federalberghi, anche la Federviaggio vede il turismo di quest’ultima estate a tinte fosche. «Le statistiche che ci arrivano sono ben lontane dall’essere ottimistiche», commenta Maria Concetta Patti, il presidente della federazione.