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 2010  luglio 23 Venerdì calendario

SONO FUORI DA TUNNEL

Sereno, sorridente. Sì, anche leggero. Almeno nell’anima. Forse per la prima volta lo vediamo così ben disposto. Adriano Leite Ribeiro si presenta in sala stampa a Riscone di Brunico con il sorriso stampato in faccia. Sereno, magari un po’ affaticato per il lavoro, anche perché fin ora non ha saltato una seduta. Però ha voglia. E’ sincero, sostiene di esserlo sempre. Il passato è alle spalle, il futuro sarà color oro, questo almeno nelle sue intenzioni. Si parla molto dei chili che perde al secondo, al minuto, al giorno, si notano poco le sue espressioni, il suo modo di stare nel gruppo. Quanto e come parla, se e come scherza. Piano piano tutto sembra stia tornando alla normalità. Grazie a Roma, alla Roma, alla sua nuova avventura. «Quando cadi devi imparare a rialzarti. Sono caduto una volta e non voglio cadere piu», le sue parole, che suonano come una promessa. A se stesso e a chi ha creduto in lui.
Come si sente?
«Tranquillo. Sto cercando di raggiugere la forma migliore».
Di cosa ha bisogno per stare bene?
«Voglio solo essere felice. Quando non rido c’è qualcosa che non va. Ora arrivano anche i miei figli, loro mi aiuteranno di più».
Il peso forma?
«Tanto se vi dico che ho perso dieci chili, non mi credete».
Cosa le manca del Brasile?
«In questo momento nulla, adesso so che devo fare altro e non ricadere negli errori del passato, che non ho mai nascosto. Sono qua per far dimenticare quei momenti brutti e tornare quello di prima».
Ora è molto sorridente.
«Sì, Roma è stata la scelta migliore. Ho parlato tantissimo con la società, con Totti, De Rossi. Abbiamo giocato sempre contro e ora siamo insieme. Speriamo di fare una bella stagione. Sono venuto per vincere subito. Scudetto, Champions, speriamo il più possibile».
Quando è arrivato ha Roma ha detto: ho trovato una famiglia.
«E’ vero. Mi ha colpito l’allegria, la serenità di questo gruppo. La Roma mi ha proposto tante belle cose, questo mi aiuterà tantissimo per tornare a essere un grande campione. L’ho scelta perchè fa un bel calcio e sono tornato per vincere qualcosa. Qui mi sento a casa. All’Inter ho molti amici e non li dimentico, ma il ventuno agosto saranno miei avversari e vorrei batterli».
E’ arrivato tra lo scetticismo di tutti, o quasi.
«Il mio compito non è parlare, ma agire. Un po’ come ho fatto al Flamengo: io capocannoniere e ho fatto vincere il campionato alla squadra dopo diciassette anni».
Come si trova con Totti?
«In campo dobbiamo migliorare l’intesa. Fuori è una persona bella, tranquilla. E’ un esempio e spero di imparare».
Le piace l’ipotesi del tridente pesante?
«Sì ma dobbiamo fare qualcosa in piu, aiutare la squadra a difendere».
Le giocherebbe da attaccante di destra?
«Sì. Era una posizione che mi ha dato Mancini nell’Inter».
Totti, ha detto, è una bella persona. Ma perché viene attaccato da tutti?
«Ognuno ha il suo modo di essere. Totti in campo è sempre concentrato, fuori è un ragazzo normale, ama parlare direttamente, scherzare. A me piace la sua maniera di fare».
Un compagno nella Roma che l’ha stupita?
«Menez. Ha una tecnica impressionante. Ha tutto, è un grandissimo giocatore».
Come sta vivendo l’attesa di giocare contro l’Inter?
«Ora sono tranquillo, quando mancherà una settimana magari lo sarò un po’ meno. Lì ho vissuto momenti belli e brutti, ma non ho mai trattato male nessuno. E dell’Inter ho un bel ricordo. Maicon e Julio Cesar sono arrabbiati con me: secondo loro non dovevo venire a Roma...».
La Roma però è anche un trampolino per la Seleçao?
«Sì, non lo nascondo: spero di andare al Mondiale in Brasile».
Ci racconti il suo impatto con Ranieri.
«Lui mi dice di andare con calma e di stare tranquillo. Mi parla sempre, mi aiuta e dice di lavorare serenamente. Mi stimola».
Mihajlovic ha detto che lei è il piu forte di tutti, se sta bene.
«Sinisa è stato il mio secondo padre in Italia. Lo ringrazio per quelle parole e ci tengo a lui perchè mi ha aiutato tanto e gli faccio i miei auguri per l’avventura alla Fiorentina».
L’Inter ha vinto tutto nella stagione appena conclusa, le è dispiaciuto non esserci?
«Sì, ovvio. Ma ormai non ce la facevo piu ad essere lontano da casa. Potevo restare e accompagnare la squadra ma penso che la felicità sia tutto nella vita e in Brasile l’ho ritrovata».
Che ricordo ha di Mourinho?
«Mi ha aiutato molto. Se non ci fosse stato lui me ne sarei andato via prima dall’Italia. Ha avuto pazienza, poi anche lui ha capito che non ce la facevo piu. Stavo male, volevo smettere di giocare. Io ho due figli bellissimi che mi hanno aiutato, mi hanno fatto crescere come uomo».
Erano problemi di alcolismo, i suoi?
«Se fossi stato malato di alcolismo non sarei stato qua. Non avevo piu voglia di ridere. Ero depresso».