Paolo Bianchi, Libero 24/7/2010, 24 luglio 2010
SGRAMMATICATI E NARCISI ECCO GLI ASPIRANTI SCRITTORI
Alcuni sono ormai leggende. Per esempio quello che scrisse alla Fratelli Fabbri Editori, una lettera che cominciava così. «Cari Fratelli...». O un altro che scrisse all’editrice Sperling&Kupfer, (gruppo Mondadori): «Gentili Sig.ri Sperling e Knuffer...».
Sono decine di migliaia. Sono gli aspiranti scrittori, il popolo di quelli con uno o più manoscritti nel cassetto, quelli che vanno all’assalto dell’editoria con i sogni in tasca. Sono un esercito che si rinnova di continuo. Intasano le segreterie, invadono i tavoli dei lettori professionisti, coloro a cui spetta di trovare la pepita d’oro nella cava di sabbia. Non paghi, cercano di richiamare l’attenzione su di sé con lettere di presentazione che sfiorano il sublime, o l’orrido.
Troviamo gli enciclopedici: «Buonasera, mi chiamo (omissis), ho 32 anni e vivo a Livorno. Sarei interessato a sottoporre alla Vostra attenzione un mio manoscritto. Si tratta di un romanzo sul tema ”alchimia e mistero”, intercalato da poesie e brani di prosa filosofica. La presente è per prendere un contatto ed avere un eventuale riscontro in merito. Certo di una Vostra risposta, Vi porgo i miei distinti saluti».
Incontriamo i sicuri di sé: «Buongiorno, il mio nome è (omissis) e sono l’autore di un romanzo scritto interamente in rima intitolato Incubo di Ferragosto (tutti i diritti sono depositati presso la Siae). Mi rivolgo a voi perché sto portando avanti un progetto letterario che potrebbe interessarvi: un’idea innovativa che ha il preciso scopo di riavvicinare, tramite Internet, la gente alla lettura. Vi allego tutte le informazioni per avere un quadro chiaro e dettagliato del progetto. Qualora l’iniziativa dovesse piacervi o volete avere più informazioni di quante ce ne siano negli allegati, siete pregati di contattarmi. Vi lascio tutti i miei dati. PS. Avrei
preferito chiamarvi, ma sarebbe risultato difficile spiegare a voce un progetto così vasto e dettagliato».
Mentre i dati Istat ci indicano come un Paese avviato all’analfabetismo di ritorno, i saggisti e romanzieri fai da te sbucano a ogni angolo di strada. Ma inciampano sulle prime righe. «Il 30 per cento degli aspiranti scrittori non conosce le più elementari regole dell’ortografia e della sintassi», spiega Lorenza Sala della Mursia. «Notiamo anche una certa tendenza all’autocelebrazione, o all’inclusione di pareri favorevoli di madri, fidanzati, amici intimi».
Troppo lunghe
L’editor americano Pat Walsh, in un aureo libretto intitolato 78 ragioni per cui il vostro libro non sarà mai pubblicato (Tea, traduzione di Daria Restani) sostiene: « qui che gli scrittori tendono a commettere parecchi passi falsi. In generale la lettera d’accompagnamento è un documento molto importante, quello che gira tra le agenzie e gli studi editoriali. la riprova che uno scrittore viene preso sul serio, dunque lo scrittore è il primo a doverla prendere sul serio. Le lettere d’accompagnamento sono quasi sempre troppo lunghe. Ma, ancora più pericoloso di colui che dà troppe informazioni, è lo scrittore che decide di ricorrere a soluzioni ”creative”, con esiti spesso involontariamente comici».
In un bel saggio intitolato Romanzi per il macero (Donzelli), Silvia Pertempi osserva che nelle lettere d’accompagnamento «viene confermata una scarsa conoscenza dei meccanismi delle case editrici», che «il tono delle lettere è in genere amichevole, cordiale, alla pari con l’editore. Solo a volte viene assunto lo stile burocratico delle comunicazioni commerciali». Inoltre, «si ha la sensazione che chi scrive non sia in grado di stabilire con l’editore un dialogo culturale che riguardi lo scrivere, il
senso della letteratura». Poi fa l’esempio di un autore che ha inviato la stessa identica lettera d’accompagnamento a 38 editori piccoli e medi.
Ora, è bene sapere che spesso dalla lettera di presentazione di se stessi e del proprio lavoro già si viene giudicati e, quasi sempre, esclusi.
Inutile fare i furbi. Da una casa editrice del gruppo Mondadori raccontano di un tale che insieme al proprio romanzo ha incluso una serie di recensioni dei principali critici italiani. Tutte a favore, addirittura trionfalistiche. Tutte inventate. Una mossa da Will Coyote delle lettere. La mitomania è sempre in agguato.
Sono parecchi poi quelli che danno indicazioni di copertina, senza sapere che la grafica la decide sempre l’editore. Nella loro testa, il libro come oggetto si è già materializzato.
Abbiamo avuto modo di leggere diverse lettere di autopresentazione. Non diremo chi ce le ha segnalate, per motivi di privacy e perché va tenuto conto che alcuni scrivoIl manuale
no a pioggia, a tutte le case editrici che trovano sulle Pagine Gialle.
L’ospite televisivo
Prendiamo questa di uno «scrittore, musicista e cantante, scrittore ospite fisso del Chiambretti Night. Ho scritto tre romanzi inediti». Agganciare se stessi al magico mondo della televisione è un altro appiglio nella scalata per rendersi appetibili. «Sono disponibile a interviste tv», scrive una signora pugliese non più giovanissima, proponendo un memoriale dei suoi anni ruggenti, foto incluse.
Inutile anche spiegare all’editore come deve fare il suo mestiere: «Il libro parla dell’incontro fra un ragazzo e un Maestro e dei loro ”viaggi” notturni tra i vizi e le virtù umane verso una nuova consapevolezza spirituale. Questo romanzo mi sembra particolarmente ”appetibile” dal mercato, visto il generale clima di risveglio spirituale che la nostra società sta vivendo. su questo romanzo che punto in modo particolare vista la sua ”pubblicabilità”».
O così: «Sottopongo alla Sua attenzione il mio nuovo dattiloscritto, un romanzo di formazione ambientato nella campagna laziale nei primi anni ”70. Esso celebra Poggio Catino, un piccolo paese sabino, vivace centro di vita rurale e turistica negli anni ”70. Si tratta di un racconto scorrevole e adatto a un vasto pubblico di giovani e adulti. L’ambientazione è ravvivata dai testi dei principali successi musicali del tempo, dal tono ironico della narrazione e dall’ingenuità con cui si scopre la vita a quindici anni. Il mio ideale di dell’uomo contemporaneo in modo semplice e intenso, ma senza inutili artifici, affinché possa raggiungere un vasto pubblico, pur senza trascurare l’accuratezza strutturale e linguistica che rende il mio romanzo gradevole anche a un lettore colto».
E certo non è facile esser presi sul serio se si esordisce così: «Con la presente Vi inoltro copia del romanzo che spero possa incontrare il favore della Commissione preposta alla lettura dello stesso per una eventuale pubblicazione. Rimanendo in attesa di una Vostra gradita risposta circa il
contenuto dell’opera da me redatta, porgo distinti saluti. PS. Nel caso aveste bisogno di maggiori informazioni non esitate a porgermi i requisiti necessari. Per conoscenza vi ho scritto anche il mio indirizzo mail di casa».
Aggettivi esagerati
Qualcuno esagera con gli aggettivi: «Sono una giovane ventisettenne, scrivo poesie per pura passione cercando di gremire tutte le frasi con i miei sentimenti: vorrei che ogni parola potesse trasparire pienamente le emozioni che nutro. Ho sempre partorito travolgenti ebbrezze, saggiato mondate fragranze riempiendo fogli bianchi e vuoti d’irrefrenabili, dilaganti sensazioni, ardimentosi, sfolgoranti eventi onestamente li ho alimentati anche con mesti, desolati episodi ho cercato di renderli vivi per quanto fossi naturalmente dotata. Sono convinta che scrivendo plasmi efficienti, poderose difese grazie alle quali possa attaccare insostenibili timidezze, esorbitanti apprensioni limpidamente identificabili; originare roboanti parole che saturino deleteri silenzi. Un libro è l’eccezionale miracolo espressivo che può materializzare infiammanti profluvi d’incontenibili, subissanti, stentorei sentimenti astratti, benché rampollati presso corporee sorgenti, sbaragliando l’irrazionale logica dell’irraggiungibilità comunicativa: esso esonda inibiti impeti, interdette esaltazioni facendoli zampillare in turgide espansività furoreggiando le intonse pagine vermiglie. Vorrei sottoporre alla Sua attenzione la seguente silloge inedita qualora disponiate tempo predisposto a ciò, sono consapevole degli ingenti, copiosi impegni quotidiani a cui dove prestare categorica priorità. RingraziandoLa vivamente per la proficua, giovevole occasione proposta colgo l’occasione per porgerLe i più cordiali saluti. Dichiaro altresì d’essere l’autentica autrice delle seguenti inedite poesie. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/03».
Anche il linguaggio burocratico non aiuta: «Il sottoscritto (omissis), nato a (omissis), Assistente della Polizia di Stato presso il Settore Polizia di Frontiera di (omissis), già autore di alcune pubblicazioni ed articoli, con la presente CHIEDE di poter avere un colloquio con qualche Vs. responsabile per proporre la pubblicazione di alcuni lavori, eccetera. (...) I titoli, ovviamente, sono provvisori. (...).
I Sacrari della Grande Guerra in preparazione, a due mani, unitamente ad un amico, (omissis). Pensato come una guida poco più che tascabile, condensa notizie dei luoghi in cui sono tumulati (in Italia, ma riportando notizie anche di località estere) i combattenti italiani od in Italia durante la Grande Guerra, non trascurando una visione, località per località e zona per zona, quanto di importante si trovi nei dintorni dei Sacelli dal punto di vista storico/naturalistico. Previsto idoneo apparato iconografico, nonché un possibile elenco dei Cimiteri di Guerra. Ringraziando dell’attenzione, si resta in attesa di una gentile risposta ai sottostanti indirizzi».
Paolo Bianchi, Libero 24/7/2010