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 2010  luglio 23 Venerdì calendario

L’ORCA BAMBINA

Non so se tutti voi conosciate Zahia Dehar, una prostituta francese diciottenne che in questo momento ha l’onore di 2 milioni e 880 mila richiami su Google. «Tutti sono pazzi di lei», titola uno di questi richiami e fin qui niente di male, dato che le escort la fanno da protagoniste assolute nell’attuale civiltà massmediatica. C’è però qualcosa che non va, per lo meno ai miei occhi, in questo suo fulgore di titoli e foto e milioni di sguardi maschili desideranti. E cioè che laddove lei è celebratissima e paparazzatissima, e magari l’anno prossimo ce la ritroveremo fra i protagonisti de ”L’isola dei famosi”, due dei suoi clienti rischiano sino a tre anni di galera, una multa salatissima e la gogna massmediatica.
Questi due suoi clienti sono due calciatori francesi molto noti, due nazionali, due attaccanti di vaglia, Ribéry e Benzema. I due sono andati a letto con lei, e in questo non c’è nulla di sensazionale perché se una fa la prostituta di certo qualcuno va a letto con lei, la paga e tutto finisce così. Va così dall’avvio del mondo e credo che andrà così fino alla fine del mondo, lo dico senza alcun fremito né positivo né negativo. Solo che in questo caso, legge alla mano, c’è un punto che fa gridare allo scandalo. Perché la nostra eroina aveva 16 anni o poco più quando si è concessa ai due calciatori. E dunque minorenne, e dunque reato, e dunque pena possibile e salata, e dunque gogna massmediatica. E seppure lei abbia detto che i due sporcaccioni non la conoscevano la sua vera età: lei aveva recitato di avere 18 anni e passa. Tutto ciò è ridicolo e grottesco.
Quando sono andato a cliccare il nome di Zahia Dehar su Google, e pensavo sì e no di trovare tre o quattromila richiami, non credevo ai miei occhi. Che una prostituta lo dico senza alcuna connotazione negativa diventasse di botto una star, mi sembrava troppo. E seppure noi italiani fossimo freschi freschi dell’avventura massmediatica di Patrizia D’Addario, una fanciulla alla quale auguro ovviamente ogni bene. Solo che quando è troppo è troppo, e quando ho letto l’intervista che alla D’Addario ha fatto Beatrice Borromeo sul ”Fatto quotidiano”, un’intervista in cui la giornalista trattava l’intervistata con lo stesso tono e con lo stesso rispetto che avrebbero avuto Marguerite Yourcenar o Margaret Thatcher, mi sono chiesto in quale mondo viviamo.
Quando la D’Addario ha detto che era stata fra le possibili candidate del PdL a una qualche elezione, e che lei a tal fine aveva presentato ”un curriculum”, e la giornalista aveva l’aria di ascoltare attenta questa narrazione epica, ho avuto un soprassalto. Voi mi direte che a fornire l’epica alla D’Addario è stato chi l’ha invitata in pompa magna nella residenza romana del capo del governo. E del resto Filippo Ceccarelli ha scritto un libro delizioso sulle ”indecenze” di questi due ultimi anni della nostra vita pubblica. Che volete che vi dica, continuo a chiedermi in quale mondo viviamo.
Ma torniamo alla diciottenne puttanella d’assalto assurta all’apice della gloria massmediatica e mentre i suoi clienti rischiano gogna e galera. Nello scorrere brevemente le immagini di lei seminuda su Google, e dico brevemente perché è sesquipedale la noia e il non erotismo di quelle immagini, ho fatto partire un video che la riguardava. Era uno spezzone di una trasmissione televisiva francese il cui kitsch era asfissiante. Era una sorta di concorso per fanciulle discinte che si presentavano una dopo l’altra, robaccia che al confronto ciò che c’è di peggio nella nostra televisione (ed è tanto) meriterebbe l’Oscar.
La Zahia era la seconda ”candidata”. Piuttosto magra, un’aria che più scipita non si può, una quintalata di silicone al posto che sapete. Di sicuro una troia, e lo dico senza alcuna connotazione negativa. Ora che una così avesse sedici o diciotto anni al momento in cui ci dava sotto con Ribéry o altri, in questi come in altri casi ai miei occhi sono perfettamente privi di significato. I paletti posti a indicare la minore o maggiore età, valgono in questi come in altri casi nulla. Non tutti e tutte hanno sedici anni allo stesso modo, ed è grottesco che la legge vada a mettere becco in queste vicende. A 17 anni Piero Gobetti era già un editore, altro che un minorenne. A 16 anni la nostra Zahia era già una troia compiuta, altro che una minorenne: lo dico senza alcuna connotazione negativa. Lo dico in punta di fatto e senza appartenere in nulla alla tribù guardona che sbava su Google a vederla più nuda che vestita, e magari sono quelli stessi che vorrebbero Ribéry e Benzema fucilati a Piazzale Loreto e questo perché tanto ma tanto avrebbero voluto essere al loro posto. Poveri noi e poverissimi quelli che verranno dopo di noi, che ne vedranno di peggiori e a bizzeffe.