Cesare Maffi, ItaliaOggi 23/7/2010, 23 luglio 2010
DIO SALVI LA REGINA ANCGE IN ITALIA
Di riforme costituzionali quasi non si parla più. Dipende dalla concentrazione dell’attività parlamentare su temi complessi e contestati, quali la manovra finanziaria e la legge sulle intercettazioni. Dipende dal fatto che le occasioni in cui si discetta in astratto della necessità di rivedere la Costituzione siano ben più numerose di quelle in cui concretamente si opera per riscriverla.
Del grande fervore di non molte settimane addietro resta soltanto la conclamata volontà di Giulio Tremonti di dare diverso smalto all’articolo 41 della Costituzione. Un po’ poco, oggettivamente.
Invece, c’è chi lavora per una riforma costituzionale dell’art. 2.
Attenzione: non l’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana, bensì l’art. 2 dello Statuto Albertino, che resse prima il Regno di Sardegna, poi quello d’Italia.
L’art. 2 così sanciva: «Lo Stato è retto da un Governo Monarchico Rappresentativo. Il Trono è ereditario secondo la legge salica». Ecco: da quanto si sussurra in residui ambienti monarchici, sarebbe intenzione di Vittorio Emanuele di Savoia e del figlio Emanuele Filiberto sopprimere la prescrizione (la legge salica) che esclude le donne dalla successione al trono d’Italia.
Senza soffermarsi sulla vertenza dinastica che oppone Vittorio Emanuele al cugino Amedeo (quest’ultimo asserisce essere decaduto il primo dalla posizione di erede al trono, avendo sposato Marina Doria senza il permesso del padre, re Umberto II, permesso d’obbligo in casa Savoia per una «lettera patente» emessa nel 1780 da Vittorio Amedeo II), basti rilevare che Vittorio Emanuele ha avuto un solo figlio, Emanuele Filiberto, maschio e quindi suo successore. Emanuele Filiberto, però, dall’attrice francese Clotilde Courau ha avuto due bambi-ne, Vittoria e Luisa. Nessuna delle due potrebbe succedergli nel ruolo di capo della casa e di pretendente al trono, appunto per l’applicazione della legge salica prevista dallo Statuto Albertino.
Ecco allora che si starebbe studiando la possibilità che Vittorio Emanuele, quale attuale capo della casata, riformi tale norma, abrogando la legge salica perché anacronistica e ammettendo quindi la successione di donne e non di soli maschi.
Nel 1980 la Svezia soppresse la legge salica nella successione al trono, tant’è che oggi erede al trono è la figlia primogenita del sovrano. Peccato, però, che in Svezia ci sia un trono, diversamente da quanto avviene in Italia, e che la soppressione della legge salica fosse stata votata dal Parlamento.
Più modestamente, si dice che Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto si accontenterebbero di quel che loro è consentito, con l’emanazione di un decreto assunto da Vittorio Emanuele come capo dei Savoia. Il fine ultimo sarebbe impedire che la successione arrivi un giorno al ramo Aosta, posto che il principe Amedeo è maschio e ha un figlio maschio, il quale a sua volta è padre di un maschietto.
Va da sé che l’eventuale adozione di un simile decreto di riforma statutaria susciterebbe non solo le ire di quanti sostengono che oggi capo della dinastia sia Amedeo, ma altresì le perplessità di altri, i quali pur ritengono Vittorio Emanuele il pretendente.
Le polemiche fra costituzionalisti, oggi pane quotidiano per qualsiasi legge in vigore, si eserciterebbero sulla revisione della Carta del ’48: non la Carta costituzionale del 1948, bensì lo Statuto Albertino del 1848.