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 2010  luglio 24 Sabato calendario

TOP SECRET AMERICA: CHE FALLIMENTO - CHE QUELLO DELL’INTELLIGENCE

dopo l’11 settembre sia diventato un gigantesco business non è un mistero. Basta visitare i centri studi, come il Miller Center for Public Affairs dell’Università della Virginia, per avere un’idea delle dimensioni del fenomeno. Si organizzano continuamente convegni e conferenze che coinvolgono personaggi come Fred Hitz, ex ispettore generale della Cia, Phillip Mud della National Security, lo scrittore James Bamford, il professore di Affari internazionali Robert Kennedy. E si producono relazioni e rapporti a getto continuo. La realtà è che il governo degli Usa sull’onda emotiva e sulla domanda di sicurezza che veniva dalla società dopo l’attacco alle Torri Gemelle, ha costruito una macchina ipertrofica, tentacolare il cui costo è ignoto e i cui risultati sono discutibili. pur vero che dopo di allora non ci sono più stati grossi attentati, ma è altrettanto vero – tanto per fare un esempio – che Osama bin Laden, per ammissione del Dipartimento di Stato e della stessa Hillary Clinton, se ne sta tranquillamente nascosto in una delle zone tribali del Pakistan, al confine dell’Afghanistan, e che i servizi segreti americani non riescono a sapere nulla di più nemmeno tramite i servizi pachistani. Ma forse qualche cifra consente di avere un primo sommario quadro della situazione. Negli Stati Uniti in circa 10.000 diverse località lavorano alla raccolta di informazioni in funzione anti-terrorismo e sicurezza interna qualcosa come 1.270 organizzazioni statali e quasi 2.000 organizzazioni private. Sono 854.000 le persone che hanno accesso a informazioni ”top secret”. Nella zona di Washington sono in costruzione o sono stati costruiti dopo l’11 settembre 33 edifici che alloggiano personale impegnato in servizi di sicurezza e intelligence. Molte agenzie fanno la stessa cosa con enorme spreco di denaro e con il risultato di ingolfare i centri che hanno il compito di analizzare questa gigantesca mole di dati. Del flusso di denaro ”da e verso” le organizzazioni terroristiche si occupano 51 organizzazioni federali e comandi militari. Questa crescita esponenziale è stata ammessa dal ministro della Difesa Robert M. Gates il quale, però, ha aggiunto che a suo giudizio il sistema è gestibile anche se non è facile ottenere dati precisi. All’interno del ministero della Difesa è nata una specie di aristocrazia, quella dei ”Super Utilizzatori” che hanno accesso a tutte le attività del ministero. L’anno passato l’ex generale dell’esercito John R. Vines ricevette l’incarico di valutare i metodi operativi impiegati per dare attuazione ai programmi più delicati del ministero della Difesa. Ecco le sue sconsolanti conclusioni riferite dal Washington Post: ”La complessità del sistema è indescrivibile. Ne consegue che non è possibile sapere se il Paese è più sicuro e se questi soldi servono a qualcosa”.
Il direttore della Cia, Leon Panetta, dal canto suo, sostiene che i livelli di spesa sono insostenibili. ”Dobbiamo correre ai ripari specialmente in tempi di crisi come l’attuale”. Gran parte di queste attività ha per epicentro Liberty Crossing, North Carolina, sede del National Counter-Terrorism Center (Ctc) dove lavorano oltre 1.700 dipendenti pubblici e circa 1.200 dipendenti privati.
STANZIAMENTI
SENZA CONTROLLO
IL 20% CIRCA delle organizzazioni governative mediante le quali gli Usa si difendono dal terrorismo sono state create o riformate dopo l’11 settembre. L’Agenzia di Difesa e Intelligence (Dia) del Pentagono è passata dai 7.500 dipendenti del 2002 ai 16.500 attuali. Le unità anti-terrorismo dell’Fbi erano 35. Oggi sono 106. All’indomani delle Torri Gemelle il Congresso stanziò la somma di 40 miliardi di euro extra-bilancio allo scopo di lanciare una vera e propria offensiva contro al Qaeda. E negli anni seguenti è andata avanti senza problemi la pratica degli stanziamenti speciali che sfuggono ad ogni controllo. Nel 2004 una Commissione bipartisan consigliò all’amministrazione Bush e al Congresso di istituire una agenzia centrale di controllo e coordinamento che venne chiamata Office of the Director of National Intelligence (Odni). John Negroponte fu chiamato a dirigere il nuovo organismo che ben presto fu contagiato dalla stessa malattia che avrebbe dovuto curare: gli 11 dipendenti iniziali si sono andati moltiplicando e ora l’Odni ha la sua sede in un enorme edificio a Liberty Crossing. Insomma la corsa al gigantismo sembrerebbe avere un carattere epidemico. La regione di Washington D.C. è la vera capitale di questa America Top Secret. ”Ormai siamo alle piramidi”, ha detto ironicamente al Washington Post un ufficiale dei servizi segreti militari. Sorgono come funghi grattacieli, edifici avveniristici, sedi sempre più moderne. E ogni edificio è dotato di almeno una stanza Scif, cioè a dire una stanza impermeabile alle intercettazioni, con i muri in metallo e praticamente inespugnabile. Le stanze Scif sono diventate un vero epropriostatus-symbol.’AWashingtonparlanotutti di Scif” – ha detto al Washington Post Bruce Paquin, che queste stanze le costruisce - ”Hanno l’invidia del pene! Non sei nessuno se non hai una grande stanza Scif”. E non dimentichiamo la mania della scorta. ”Non riesci più a trovare un generale che non abbia lascorta”,hadettoalWashingtonPostungeneraleatre stelle.Malaraccoltadelleinformazionièsolouncorno del problema. Le informazioni vanno poi analizzate e gli analisti – per lo più assunti negli ultimi anni – sono inesperti. Il generale John Custer, che oggi dirige la scuola dei servizi segreti militari di Fort Huachuca,ricordanonsenzafrustrazionegliannipassati nell’Nctc. ” solo burocrazia. Nessuno è in grado di coordinare l’azione delle diverse agenzie il cui lavoro si sovrappone”, ha detto al Washington Post. Per capire cosa succede bisogna pensare a un gigantesco ingorgo del traffico. Ogni giorno arrivano milionidiinformazionie gli analisti debbono saltaredaundatabaseall’altro nel disperato tentativo di dare un senso a questo fiume in piena di dati.
Ilproblemadellasovrapposizione non riguarda esclusivamente il settore dell’analisi delle informazioni. La guerra telematica s’è rivelata un sostanziale fallimento. Lo ammette il direttore della Cia, Leon Panetta: ” un settore difficilissimo e francamente mancaunapprocciounitario”.Unesempiopertutti: lo scorso autunno a Fort Hood, Texas, il maggiore dell’esercitoNidalMalikHasanaprìilfuocouccidendo13personeeferendoneunatrentina.Sivennepoi a sapere che da tempo si comportava in modo strano, diceva cose inquietanti ed era in contatto e-mail con un noto religioso fondamentalista yemenita sorvegliato dall’intelligence americana. Ebbene nessuna di queste informazioni arrivò in tempo utile all’organizzazione incaricata delle indagini di counter-intelligence in seno all’esercito. Un altro ostacolo all’efficienza dell’intelligence è l’eccesso di segretezza. ”Nell’universo solamente Dio ha accesso a tutte le informazioni top secret”, ha detto al Washington Post James R. Clapper, sottosegretario alla Difesa. La segretezza inoltre interrompe la normale catena di comando in quanto spesso viene usata per impedire l’accessoalleinformazioniafunzionari o organizzazioni ”rivali”. Per quanto paradossale possa sembrare c’e’ un problema di sicurezzanelsettoredellasicurezza. Dopo gli attentati dell’11 settembre il governo americano, spintodall’emergenza,decisedi ricorrere alla ”privatizzazione”, almeno parziale, dei servizi di sicurezza. Non dimentichiamo che ”privatizzare” era la parola d’ordine del capitalismo del dopo crollo del Muro di Berlino. Ora sia il ministro della Difesa RobertGatescheildirettoredella Cia, Leon Panetta, riconoscono che in questo campo così delicato c’è troppa gente più sensibile agli interessi degli azionisti che a quelli degli Usa.
L’AFFARE DEI PRIVATI:
SICUREZZA S.P.A.
UNTERZODITUTTIcolorochelavoranonell’intelligence dipendono da contractors privati i quali svolgonomansionidelicatissime:reclutamentodiagenti in Iraq, pagamenti a favore dei signori della guerra in Afghanistan in cambio di informazioni, protezione deipezzigrossidellaCiainvisitanellecapitaliditutto il mondo. In Italia hanno contribuito al sequestro dell’imam Abu Omar sospettato di terrorismo e spedito in Egitto, suo paese di origine dove è stato torturato. Il fatto è che una scelta giustificata anche dal desiderio di risparmiare il denaro dei contribuenti si è rivelata scellerata. E qui bastano le nude cifre. Il 30% delle persone che lavorano nell’intelligence dipendono da imprese private che pagano i loro dipendenti molto più dello Stato e, di conseguenza, il 30% degli addettiassorbeil49%dellerisorse.’Dipendiamodai contractors che debbono rispondere ai loro azionisti. chiaro quindi che c’è un conflitto di interessi”, ha detto Leon Panetta al Washington Post. E Mark Lowenthal,exfunzionariodellaCia,chiosa:’L’ideachecon i contractors lo Stato avrebbe risparmiato è un vero e proprio abbaglio economico”. Esemplare il caso del
Nella grande foto al centro, l’esterno del Pentagono
con la bandiera americana ”ammainata” ( FOTO OLYCOM) ; in basso, un uomo che scappa dalla nube provocata dal crollo delle Torri Gemelle, l’11 settembre 2001 (FOTO ANSA)
gigantesco Office of Naval Intelligence che dà lavoro a quasi 3.000 persone servendosi di 70 aziende informatiche private senza le quali si fermerebbe tutto. Il drammaècheaziendeprivateeprivaticittadinispiano governi stranieri, intercettano le reti terroristiche, raccolgono informazioni di ogni genere e sono i consiglieri più ascoltati dei generali a quattro stelle chepossonoinfluiresudecisionigraviqualil’entrata in guerra del Paese. Non che manchi la volontà di tagliarequalcheramoseccoediridimensionarequesta vorace macchina da guerra. Ma ogni tentativo in tal senso sembra destinato al fallimento perché, come dice il ministro della Difesa, ”non riesco nemmeno a sapere con precisione quanti privati lavorano nel mio ministero”. Si calcola che siano 265.000, quasi tutti assunti dopo l’11 settembre. La privatizzazionedellasicurezzanazionalesièrivelataunagallinadalleuovad’oro.Mac’èchidifendequestascelta o quanto meno la considera inevitabile. ”Non potremmo assolvere al nostro compito senza di loro – ha detto al Washington Post Ronald Sanders, già direttore delle risorse umane del Director of National Intelligence – Sono le nostre ”riserve’ e ci garantiscono quella flessibilità che altrimenti non potremmo avere”.L’industriadellasicurezzanazionalevendeaiservizi segreti civili e militari non solo aerei, navi e blindati,maanchecervelli.Gliincaricatidellaricercadel personale per i contractors incontrano gli aspiranti a un posto di lavoro nelle fiere specializzate o persino su Internet. Alla faccia della sicurezza. Le conseguenze ? I comportamenti dei contractors in Afghanistan e Iraq (valga per tutti lo scandalo della prigione di Abu Ghraib) hanno minato la credibilità americana sia in questi Paesi che in Medio Oriente. ”Con i contractors privati impiegati nelle zone di guerra salta la linea di demarcazione tra uso legittimo e illegittimo della forza”, ha detto al Washington Post Allison Stanger, docente di politica internazionale e di economia. D’altrocantoormainonsenepuòpiùfareameno.In seno al Dipartimento della Homeland Security (Dhs) la metà dei dipendenti sono contractors. La National Security Agency si rivolge ad aziende private per le ope-razionitecnologicamentepiùinnovativeeavanzate. Senza l’apporto di 4 importanti contractors privati il National Reconnaissance Office dovrebbe interrompere il servizio di sorveglianza satellitare su paesi quali la Cina, la Corea del Nord e l’Iran. Tutti i servizi segreti civili e militari dipendono da privati per tradurre documenti e nastri registrati. Il caso della General Dynamics ci aiuta a capire in che modo i contractors hanno finito per dominare il settore della Security dopo l’11 settembre. La General Dynamics era una industria siderurgica e la sua trasformazione ha seguito una logica elementare: vai dove ti porta il denaro.OggilaGeneralDynamicsèunodeipiùpotenti contractors dell’amministrazione americana. Tra il 2001 e il 2010 la General Dynamics ha assorbito 11 aziende più piccole specializzate in satelliti, intelligence geospaziale, sorveglianza, ricognizione. I ricavi? Presto detto: dai 10,4 miliardi di dollari del 2000 ai 31,9 miliardi del 2009. Nel primo trimestre del 2010 l’azienda ha portato a casa utili per 8,7 miliardididollari.Idipendentisonopassatinellostesso periodo da 43.000 a 91.000. Naturalmente intorno a questa galassia di contractors, aziende informatiche, cervelli, è sorta e s’è sviluppata una rete di convegni, fiere, conferenze, dimostrazioni, congressi. ”Tentare di opporsi a questa macchina da soldi è come pretendere di fermare una valanga a mani nude”, ha detto un alto funzionario della Cia sconsolato.
GLI SPIONI DELLA
PORTA ACCANTO
ILLAVOROSEGRETOediscretodellecentinaiadi organizzazioni il cui scopo è o sarebbe quello di garantire la sicurezza dei cittadini americani, si svolge in ogni angolo del Paese. Garage, sottoscala, anonimi uffici, magazzini abbandonati nascondono spesso la sede di agenzie di intelligence. Se ti avvicini trovi sempre qualcuno che bisbiglia la parolina magica ”Ts/Sci” – ”top secret” e ”sensitive compartmented information”. La maggiore concentrazione è ovviamente nella zona di WashingtondovebrillapergrandezzaFortMeade.Ma ci sono anche Dulles-Chantilly, Denver-Aurora e Tampa. Sembrano basi militari, ma c’è una differenza importante: i militari non operano nelle segretezza. In questa comunità parallela e, per certi versi impenetrabile, nulla avviene alla luce del sole e del compito dell’intelligence che sarebbe quello di difendere i cittadini si parla solo se qualcosa va male e il governo apre una inchiesta. La maggior parte degli americaninonsannoche l’America Top Secret ormai è dappertutto. Per 24 ore al giorno e per 7 giorni la settimana un instancabile esercito di persone analizza un flusso ininterrotto di intercettazioni telefoniche. Ma quali sono le reali dimensioni della National Security Agency? Difficile a dirsi. La sua sede a Fort Meade è grande più o meno quanto il Pentagono. Ma alla sede ufficiale è collegata una miriade di organizzazioni che spesso occupano interi quartieri come il National Business Park dove enormi insegneluminosesegnalanolapresenzadi:BoozAllenHamilton, L-3 Communications, Csc, Northrop Grumman, General Dynamics, Saic. Solo a Fort Meade hanno la sede principale oltre 250 società che lavorano nel campo dell’intelligence.
LE CITT DEL
GRANDE FRATELLO
I DIPENDENTI DI QUESTI CONTRACTORS
debbonorispettareregolepiuttostosevere:nondebbono alzare il gomito, non debbono fare debiti, non debbono familiarizzare con persone provenienti da determinatiPaesi.Incambiohannolacertezzadiuna occupazioneavitaebenretribuitanelmondodell’intelligence. Sulla qualità di molte di queste persone nulla da obiettare. I più ricercati sono i matematici, gli esperti di lingue, di tecnologie avanzate, di crittografia. ”Sono alcune delle persone più brillanti del mondo”, ha detto al Washington Post Ken Ulman, dirigente di Howard County, una delle 6 contee che rientrano nella galassia della National Security Agency. ”Quando vengono assunti chiedono buone scuole per i figli e unlivellodivitaaltoperlalorofamiglia”.Naturalmente queste ”città-satellite” sono abitate anche da persone che nulla hanno a che vedere con la sicurezza. Jerome Jones parlando dell’edificio che è stato appena costruito dietro casa sua ha detto al Washington Post: ”Era tutto terreno agricolo e poi un bel giorno hanno cominciato a scavare. Non so cosa fanno, ma la cosa non mi preoccupa”. L’edificio spuntato come un fungo a pochi metri dalla villetta di Jerome Jones è più grande di un campo di calcio. Non ci sono segni identificativi. Non ha un indirizzo civico e non viene riconosciuto nemmeno da Google Maps. Digitando su Google appare solo un numero: ”6700”. La strada non ha nome. Come tutti gli altri, anche questo edificio è stato costruito in modo da impedire qualunque tipo di effrazione, vuoi fisica che telematica: sistemi di allarme, magneti in grado di cancellare dagli hard drive, i dati sensibili in caso di necessità, pareti a tenuta stagna, fibre ottiche sulle quali viaggiano in tutta sicurezza dati e informazioni. Anche le locali agenzieimmobiliarihannoimparatoaritagliarsilaloro fetta di torta. Alcuni agenti immobiliari sono talmente abili che capiscono subito quando una certa agenziadiintelligencehaassuntoaltridipendentiosi sta allargando. Le agenzie immobiliari sono leste nell’offrire soluzioni abitative ai nuovi residenti e talvolta riescono a sapere le cose prima che vengano comunicate ufficialmente. Da mesi, ad esempio, sapevano che lo stesso generale che dirige la National Security Agency sarebbe stato designato a dirigere un nuovo, gigantesco comando militare: lo U.s. Cyber Command. Altri soldi, altri investimenti, altri profitti. Ma i dipendenti delle agenzie di intelligence non passano inosservati. Jeani Burns, una donna d’affari di Fort Meade, ha detto al Washington Post: ”li individuo subito. Il vestito. Il taglio dei capelli. L’aspetto. E poi quell’espressione tesa come se avessero sempre paurachequalcunoglichiedaqualcosadipersonale”.Ma si può essere assolutamente certi che questo mastodontico dispositivo di controllo non venga utilizzato per scopi diversi da quelli istituzionali? Senza abbandonarsi al catastrofismo temiamo che si stiano inavvertitamente gettando le basi di una distopia, di una società futura indesiderabile e invivibile. Su una delle prime copertine di 1984 di Orwell, sotto il titolo apparivalascritta’IlGrandeFratellotivede”’o,piùche altro, ”ti ascolta”. Certo non siamo ancora agli slogan del tipo ”La guerra e’ pace”, ”la libertà è schiavitù”, l’ignoranza è forza”. Ma quando si pensa all’ossimoro ”guerra umanitaria”, qualche piccolo brivido lo si prova davvero.