Frammenti, 23 luglio 2010
Tags : Pierluigi Collina
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "COLLINA
PIERLUIGI"
Tutto quello che fa è per il bene del Cagliari, di cui è innamorato. Anche Otello lo era di Desdemona. Se non c´è un minimo di coerenza, l´amore non basta. Voto 3,5.
[Collina Pierluigi]
(designatore arbitrale)
(Gianni Mura, la Repubblica 29/12/2007)
Pierluigi Collina confida che lo spogliatoio di Wembley l’ha deluso ("piccolo e inadeguato"), molto meglio quello del Real Madrid al Bernabeu: "Splendido: armadietti con la riproduzione a grandezza reale, in plexiglas, dei giocatori...". (Davide Perillo, ”Sette” n. 22/2003)
"Mi pare una sciocchezza. Se devi annullare un gol, assegnare un rigore, coma diavolo fai a passare inosservato?" (Pierluigi Collina, commentando il detto per cui è bravo quell’arbitro che passa inosservato). (Franco Ordine, "Il Giornale" 14/7/2003)
Secondo un sondaggio della Gazzetta.it (con Expogoal e l’università di Tor Vergata), Alessandro Del Piero è il testimonial sportivo più gradito al pubblico: il capitano bianconero ha ottenuto il 21 per cento dei consensi, seguito da Pierluigi Collina (18 per cento) e Roberto Baggio (13 per cento). (’La Gazzetta dello Sport” 13/10/2003)
Di una cosa si può star certi, pare: in finale ci sarà almeno un italiano. Se dai calciatori dovesse arrivare l’ennesima delusione, Pierluigi Collina è pronto a congedarsi in grande stile (questa sarà probabilmente la sua ultima grande manifestazione internazionale). Ormai è talmente popolare che McDonald’s, sponsor del torneo, l’ha scelto come testimonial. Alfredo Pratolongo (McDonald’s Italia): «Collina è un arbitro e già questo vuol dire che è portatore di valori come l’equidistanza, la neutralità, l’equilibrio, il rigore nel far rispettare le regole, la legge. Ma Collina anche senza fischietto o fuori dal campo ha la marcia in più del personaggio credibile, di cui ti fidi davvero, che vorresti sempre vicino quando si tratta di dirimere una questione». (Antonello Capone, ”Corriere della Sera” 28/5/2004)
[su Calciopoli]: Il castello accusatorio (e la promessa di verità) mostra il suo sfinimento quando ha inizio il pellegrinaggio di testimoni come Pierluigi Collina: «Moggi? Credo che millantasse. Pairetto e Bergamo? Non ho elementi per dire se dipendessero dai poteri forti» (interrogatorio, 16 maggio). (La Stampa 15/06/2006, pag.1-18 Carlo Bonini e Giuseppe D´Avanzo)
Poteva completare il piano eretico. L’idea c’era e c’erano pure i soldi: voleva Pierluigi Collina ad arbitrare in Inghilterra. L’Italia lo aveva appena pensionato per limiti d’età, Dein gli aveva offerto di andare ad arbitrare i match più importanti. A gettone. C’era quasi riuscito, lui che da membro del board della Football association qualche anno prima era riuscito anche a evitare lo sciopero dei calciatori professionisti. Invece il colpo Collina non gli è riuscito e la storia dello sciopero non se la ricorda già nessuno. (Beppe Di Corrado, Il Foglio 7/4/2007)
Pierluigi Collina (trascrivo dalla Gazzetta) parla delle nuove maglie degli arbitri: «Sono proprio come quelle dei giocatori: mostrano il fisico da atleti. E i miei arbitri lo saranno sempre, monitorati giornalmente con i cardiofrequenzimetri collegati al computer centrale del preparatore Castagna». Questa del monitoraggio quotidiano a me sembra una faccenda superflua o, per dirla tutta, una discreta dose di fumo negli occhi. Che un arbitro, oggi più di ieri, debba avere doti atletiche è certo, ma le doti morali, la voglia di essere giudice equidistante e imparziale e di fischiare, se c´è, un rigore contro uno squadrone al 47´ st (quelli che lo fischiavano a favore anche quando non c´era sono stati parzialmente individuati) non sono monitorabili. Su Sportweek si trovano approfondimenti. «Ogni arbitro invierà a Coverciano tutti i giorni via posta elettronica i dati registrati da uno speciale cardiofrequenzimetro. Il web permetterà un contatto diretto con Collina (una prolungata botta d´allegria, ndr)». E ancora: «All´interno dello stadio sono proibiti i rapporti con chicchessia e naturalmente con l´esterno. Il caffè va bevuto rigorosamente nello spogliatoio e solo quello contenuto nel thermos». Ma chi sarà mai a preparare il caffè contenuto nel thermos? Questo è il mistero. Lo è meno, e conferma l´importanza della grafica in tutti i campi, la notizia che «i calzettoni hanno una striscia verticale che slancia l´arbitro e non lo fa confondere con le gambe dei giocatori». In tempi più faciloni si riteneva che bastasse dotare l´arbitro di calzettoni diversi da quelli dei giocatori per evitare ogni equivoco, ma non sarò certo io a criticare una linea verticale che slancia l´arbitro. Lo slanci pure. Un diffidente 5 da parte mia. (Gianni Mura, la Repubblica 27/8/2007)
Grande interprete di tale universo è Pierluigi Collina. Che è stato un grande arbitro, soprattutto perché arbitrava con sottile senso politico – basti pensare alla partita da lui fatta giocare, e persa dalla Juventus, nell’acquitrino di Perugia, il 14 maggio 2000, che le è costato il campionato già vinto; una sorta di contrappasso dei supposti favori ottenuti in precedenza – e oggi è il designatore degli arbitri, nominato dai nuovi equilibri di potere nei Palazzi del calcio. (Corriere della Sera 26/01/2008, Piero Ostellino)
In questo quadro non stupisce che a designare gli arbitri oggi sia quel Pierluigi Collina che, quando era un fischietto in attività, parlando con un consulente del Milan architettava un incontro segreto con Galliani, che doveva avvenire in un ristorante nel giorno di chiusura, perché nessuno potesse scoprirlo. Lo stesso Collina che non risulta aver sempre versato all’Associazione arbitri le quote dovute dei proventi delle sue sponsorizzazioni, un 10 per cento che sommato per i vari marchi (da Opel a Diadora) fa un gruzzolo di parecchie migliaia di euro. E lo stesso Collina che dopo aver garantito a Paparesta il reintegro a proscioglimento avvenuto, si è reso protagonista di un clamoroso voltafaccia, impedendogli di tornare in campo. (Alessandro Gilioli, L’Espresso, 2 aprile 2009)
«L’ho imparato da Pierluigi Collina: l’approccio tattico è fondamentale. Come giocano le squadre, quanti falli commettono, quanto possesso palla, quanti fuorigioco: non puoi lasciare niente al caso. Fondamentali i primi minuti: lì capisci come una squadra affronterà la partita». (Massimo Busacca, arbitro della finale di Champions League tra Barcellona e Manchester United) (Fabio Licari, ”La Gazzetta dello Sport” 27/5/2009)
« come se a un dottore si chiedesse di operare con gli strumenti di una volta i legamenti del ginocchio a un giocatore. Prima un infortunio così voleva dire carriera finita. Adesso dopo 5 mesi si può tornare in campo. Ecco, avrebbe senso colpevolizzare quel dottore perché non è stato in grado di guarire il paziente come in un ospedale super tecnologico? Se anche l’arbitro avesse gli stessi strumenti di chi molto spesso lo critica, sarebbe diverso». (La moviola in campo secondo Pierluigi Collina) (Francesco Ceniti, ”La Gazzetta dello Sport” 29/12/2009)