Massimo Sideri, Corriere della Sera 23/07/2010, 23 luglio 2010
IL RISCHIO CHE DECIDA LA RETE CHI FAR L’EDITORE E CHI NO
Il pericolo di inciampare in commenti tecnofobi è alto quando si parla del sorpasso dei libri digitali su quelli di cellulosa. Ma in realtà quello annunciato da Amazon solo pochi giorni fa’ le vendite di ebook hanno superato quelle di libri tradizionali – era ampiamente previsto. un passaggio storico. Ma difficilmente ciò corrisponderà alla morte del «book», la «rivoluzionaria tecnologia senza fili, riciclabile, senza batterie e che non si blocca mai» come ironizza un esilarante video spagnolo molto cliccato su YouTube in difesa del grande tipografo Gutenberg (www.youtube.com/watch? v=iwPj0qgvfIs). «Il rischio vero è che grazie al monopolio della distribuzione gruppi come Amazon e Google presto decideranno chi potrà fare l’editore e chi no». L’allarme lo ha lanciato Stefano Mauri al Festival dell’Economia di Trento. E tra le pieghe dei numeri sul sorpasso ci sono vari indizi, rafforzati dalla mossa con cui l’agente letterario americano Wylie ha annunciato ieri che venderà su Amazon, senza la mediazione degli editori, venti titoli di grandi autori. Negli ultimi tre mesi la più grande libreria online al mondo ha venduto più bit che cellulosa nonostante la scarna proposta di ebook: i libri digitali presenti sulla piattaforma digitale sono solo 630 mila. Noccioline. Tutt’altro che la biblioteca del Nome della Rosa insomma, a maggior ragione considerando che si tratta di pubblicazioni in lingua inglese. Il motivo è che per entrare nelle library bisogna cedere una buona percentuale degli introiti. Insomma, il gruppo più che a una libreria assomiglia a uno scaffale da supermercato, con poche proposte e tutte da classifica. A lungo andare il rischio è che i piccoli e medi editori rimangano fuori dal giro. D’altra parte il trasferimento dei ricavi dai business cartacei a quelli digitali è ormai realtà, come dimostra il New York Times che ieri ha annunciato la ripresa dei ricavi, per la prima volta dal 2007, grazie alla pubblicità online. presto per dire se il rischio previsto da Mauri sia effettivo. Di certo c’è che i rapporti di forza tra chi produce contenuti e chi distribuisce sta cambiando a favore di questi ultimi. Com’è avvenuto per la musica. E forse è il momento di definire regole nuove.
Massimo Sideri